AES_5 2022

Automazione e Strumentazione n Giugno - Luglio 2022 Primo piano 9 EDITORIALE Impianti in ‘autogestione’: l’autonomia per la sostenibilità Yokogawa Italia Massimiliano Veronesi Lo sviluppo sostenibile è senz’altro uno degli aspetti chiave sui quali si giocherà la partita del benessere globale per le future generazioni e l’automazione industriale può fare la sua parte quale efficace strumento per perseguirla e ottenerla. Una recente indagine di 20 domande è stata condotta tra 534 intervistati con incarichi eterogenei in rappresentanza di 390 aziende di differenti settori dell’industria di processo, portando a individuare alcuni aspetti significativi. L’80% circa degli intervistati ha ammesso che nei prossimi tre anni verranno perseguite ottimizzazione (controlli avanzati, intelligenza artificiale, minimizzazione costi energia ed emissioni) ed efficientamenti (manutenzione predittiva, impiego di droni, remotizzazione delle operazioni, automazione delle procedure operative manuali), ottenendo significativi miglioramenti sul versante ambientale e della sicurezza. Più varia la linea di priorità che gli intervistati assegnano alle varie esigenze: prevalgono l’efficientamento della manutenzione e la riduzione dei costi energetici e ambientali, seguiti a ruota dall’integrazione con la gestione aziendale; l’ottimizzazione del controllo e della qualità del prodotto invece vengono leggermente dopo a testimonianza della loro minore criticità sul bilancio complessivo costi/benefici. Alcuni interventi in queste direzioni sono già in corso. In merito alla cosiddetta trasformazione digitale, il ROI più interessante è atteso proprio in produzione mentre vengono dopo i ritorni previsti nelle attività di ricerca e progettazione, marketing e vendite, gestione e backoffice, che si considerano già abbastanza ‘digitalizzati’. Per via dell’effetto-Covid la remote-operation è stata tra le prime aree di implementazione ma è arrivata per restare e costituire un tassello fondamentale nel mosaico dell’autonomia. Tutti riconoscono comunque che i risultati migliori si avranno in proporzione a quanto il senior management crede in queste strategie e investe in queste direzioni; l’identificazione di una roadmap, di uno specifico ambito applicativo di successo e di un partner tecnologico sono indicati come fattori critici. Un aspetto interessante è quello relativo all’impatto dell’autonomia sui diversi profili professionali. Poco sentita tutto sommato la minaccia di perdita di posti di lavoro ma largamente condivisa la sensazione di cambiamento delle proprie mansioni e modi operativi condizionate delle tecnologie digitali; questo salto di qualità nella professionalità del personale addetto all’esercizio dovrà passare in parte attraverso un ricambio generazionale e in parte tramite adeguata formazione scolastica e industriale. Procedere verso l’autonomia è comunque visto come una opportunità di lavorare con maggiore efficacia, sicurezza e soddisfazione professionale. Le tecnologie alle quali si guarda maggiormente per perseguire digitalizzazione ed autonomia sono il cloud computing (learning), l’intelligenza distribuita (IIoT, IA, realtà aumentata), seguite da realtà virtuale (digital twins), robotica ed edge-devices; il comune denominatore abilitante rimane comunque la sicurezza informatica. Il partner tecnologico è il ruolo che viene assegnato ai fornitori di automazione, che però, oltre a prodotti e soluzioni avanzate, devono possedere anche capacità di integrazione, competenze trasversali di IT/OT, referenze e supporto a livello internazionale. A questo proposito un caso di successo può essere già citato: in Giappone un impianto per la produzione di acetato vinilico monomero ha funzionato autonomamente per 35 giorni senza intervento umano in sala controllo, grazie all’implementazione di algoritmi di Reinforced Learning precedentemente addestrati su un simulatore dinamico del processo. In particolare, gli algoritmi si sono dimostrati piuttosto efficaci nell’anticipare gli effetti delle mutevoli condizioni operative che difficilmente possono essere previsti ed inclusi in opportune logiche di compensazione in avanti. L’IA si candida dunque come metodologia di controllo se non alternativa, per lo meno ausiliaria nell’ottica della ottimizzazione e quindi anche della sostenibilità dei processi produttivi.

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