AS_05_2021

Automazione e Strumentazione Giugno/Luglio 2021 FARMACEUTICO applicazioni 57 sta funzionando in maniera corretta, sulla base di parametri definiti nel corso delle prove ese- guite in fase di commissioning, per esempio la portata d’aria. - Mostrare, se necessario, i parametri esterni al dispositivo che incidono sul corretto funziona- mento della cappa, per esempio le re-immis- sioni d’aria. - Essere dotato di sistema di avviso ottico/acu- stico che segnali all’operatore eventuali mal- funzionamenti. - Essere dotato di un sistema autodiagnostico che convalidi la corretta lettura dei parametri che atte- stano l’adeguato funzionamento della cappa. Le istruzioni per rispettare queste richieste devono essere dettagliate nel manuale utente della cappa da chimica o del sistema di monitoraggio. La loro assenza determina la non conformità della cappa. Durante i controlli periodici sulle cappe da chi- mica, che devono essere effettuati con strumen- tazione adeguata, l’autodiagnostica del sistema di monitoraggio deve essere nuovamente conva- lidata. Occorre verificare la correttezza del dato visualizzato e l’intervento degli allarmi al supera- mento delle soglie prestabilite. Monitoraggio delle cappe con sistema di ventilazione VAV Le cappe da chimica possono essere dotate di sistema di ventilazione a volume d’aria costante (CAV) o a volume d’aria variabile (VAV); quest’ultimo è stato introdotto allo scopo di por- tare delle migliorie, infatti: - I consumi energetici possono essere ridotti notevolmente poiché la portata d’aria varia in funzione dell’apertura di lavoro del saliscendi frontale e degli scorrevoli orizzontali. - La velocità frontale dell’aria (quella con la quale l’aria entra nella cappa) viene mantenuta costante attraverso sistemi di attuazione che agiscono direttamente sul controllo di portata del singolo dispositivo (serrande, inverter di regolazione ecc.). - La riduzione delle portate apporta miglioramenti in termini di riduzione del rumore e stabilità al microclima, piccoli particolari che aiutano i tec- nici di laboratorio ad adottare un comportamento più corretto nell’utilizzo del dispositivo. Come viene testato il sistema VAV? La norma europea 14175 dedica un intero capi- tolo (UNI EN14175-6:2006 “Volume d’aria variabile”) ai sistemi VAV. Queste soluzioni dopo essere state progettate e realizzate devono essere sottoposte a una serie di verifiche per convalidarne funzionamento ed efficacia. In particolare, le fasi di test del sistema VAV sono tre; le prima fase è in fabbrica, il VAV viene caratterizzato utilizzando una camera prova standardizzata, la seconda fase si ripete ogni volta che il sistema VAV viene abbinato ad una specifica cappa da chimica, sempre in sala prove; infine il sistema VAV assieme alla speci- fica cappa da chimica vengono testati in fase di commissioning dopo l’installazione. L’importanza di una tecnologia affidabile L’ affidabilità della tecnologia e la precisione della logica di comando sono elementi imprescin- dibili per un controllo corretto e un monitoraggio efficiente di qualunque dispositivo di protezione collettiva. Una rigorosa conoscenza del funziona- mento delle cappe da chimica rimane essenziale nel supportare le scelte nell’utilizzo dei disposi- tivi di protezione collettiva. Riferimenti [1] I 7 capitoli della norma UNI EN14175 sono: - UNI EN14175-1:2004 Vocabolario; - UNI EN14175-2:2004 Requisiti di sicu- rezza e di prestazione; - UNI EN14175-3:2019 Prove di omologa- zione; - UNI EN14175-4:2005 Prove in loco; - UNI CEN/TS 14175-5:2007 Installazione e manutenzione; - UNI EN14175-6:2006 Volume d’aria variabile; - UNI EN14175-7:2012 Cappe per alte tem- perature e attacchi acidi. [2] Si veda il Manuale n. 192 - Parte III “Valuta- zione e gestione del rischio chimico per la salute e la sicurezza nei laboratori”, edizione 2021. La capacità di contenimento di una cappa si valuta per mezzo di un gas tracciante, con la cappa in funzione

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