AS_05_2021

Giugno/Luglio 2021 Automazione e Strumentazione SCENARI primo piano 20 È interessante a questo punto vedere se il modello possa essere esportato o meglio se analoghe pro- spettive possano farsi strada in altri contesti, anzi- tutto in Europa. I primi a reagire alle avance giapponesi sono stati i tedeschi, che pure avevano fatto da apripista per l’Industry 4.0 ed ora si chiedono se dovranno restare inseguitori dei nipponici o se potranno rag- giungerli e superarli anche in questa nuova com- petizione tecnologica economica e sociale. Ci stanno pensando da quell’annuncio del pre- mier Abe al CeBIT del 2017 e in proposito è interessante esaminare un recente studio di SAP , condotto con la Breda University of Applied Sciences, che ha analizzato la situa- zione giapponese e ha valutato la sua applicabi- lità in Germania. Lo studio individua come caratteristica saliente della Society 5.0 la convergenza del livello fisico col cyber-spazio per formare un sistema cyber- fisico dando vita a una Super-Smart Society , o Imagination Society, completa trasformata e interconnessa e in grado di superare le attuali grandi sfide sociali attraverso una collaborazione multi-stakeholder. Il concetto giapponese è visto positivamente come un concetto olistico, inclu- sivo, orientato a migliorare la vita delle persone, aggiungere valore sociale e risolvere il divario digitale. Non mancano tuttavia i punti deboli e il rischio è che il concetto sia molto ambizioso e teoricamente elaborato ma non concretamente dettagliato rispetto a molti problemi etici, di sicu- rezza informatica e di riservatezza dei dati. Lo studio acutamente osserva che “la cultura giapponese, con la sua impostazione collettivi- stica e gerarchica del ‘signorsì’, offre la situa- zione migliore per una realizzazione rapida e top-down della Society 5.0, certamente più favorevole rispetto alla mentalità critica e individualista della società tedesca. Tuttavia, paradossalmente, il Giappone incarna anche una cultura che presenta aspetti sfavorevoli e che rendono difficile sostenere i principi fon- damentali di unità nella diversità e creazione di valore a partire dalla propria visione perso- nale. Viceversa, in Germania sembrerebbe più difficile realizzare la Società 5.0 a causa delle barriere all’adozione di nuove tecnologie, a una scarsa infrastruttura digitale, a una certa man- canza di visione nazionale, a un maggiore indi- vidualismo, a un più lento invecchiamento della popolazione; tuttavia la cultura tedesca più diversificata sembra essere meglio attrezzata per abbracciare l’essenza della Società 5.0 e per essere all’altezza di questa visione nel lungo periodo, una volta superati i problemi connessi all’adozione delle nuove tecnologie. Secondo gli estensori del rapporto, la transizione verso la Società 5.0 è necessaria e attuabile anche in Germania e a tale scopo vengono elencati una serie di suggerimenti: a cominciare dagli investi- menti in ricerca per la realizzazione di una Piat- taforma di Servizi 5.0 ; come pure per la costru- zione di modelli avanzati di smart city; o ancora per potenziare le tecnologie e gli strumenti per la sicurezza informatica; o anche per sviluppare quella che si sta iniziando a chiamare Internet of Ability (IoA), cioè quello sviluppo del tema dell’interazione uomo-macchina che converge con l’Internet of Things per diventare piena “inte- grazione uomo macchina” grazie all’interconnes- sione delle abilità in rete. Mentre per l’Italia… Cosa dire per il contesto italiano? C’è chi come Bruno Ratti, fondatore della Geoknowledge Foundation recentemente scomparso, aveva raccolto la provocazione giapponese facendosi promotore del ‘Manifesto per la Società 5.0’ e mettendo la sua fondazione a disposizione come punto di aggregazione delle Community 5.0. Nel Manifesto si sottolinea che “Per attuare la Visione della Società 5.0 è necessario un para- digma che parta dalla mappatura dei bisogni e delle soluzioni in ottica C2B (Citizen to Busi- ness) , cioè che parta dalle necessità dei cittadini. L’elemento abilitante di questo paradigma è la Science of Where , perché tutto inizia da Dove sono i bisogni dell’uomo. La Science of Where porta benefici in tutti i processi di conoscenza perché coniuga la dimensione del Dove con le tradizionali dimensioni del Come, Quando e Perché e consente di orientare il focus dello svi- luppo sociale sui bisogni individuali. Le metodi- che e le tecnologie abilitanti la Science of Where derivano dal progresso della Geografia Digitale generato dalle ricerche e sviluppi portati avanti Il concetto di Società 5.0 dovrà essere assunto in primo luogo dalle istituzioni, ma le aziende dovranno evolvere rapidamente verso una piena ed efficace digitalizzazione

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