AS_05_2020

Automazione e Strumentazione Giugno/Luglio 2020 FORMAZIONE approfondimenti 63 nazionale e alla globalizzazione , innescando un processo di rinnovamento che ha impattato soprattutto il sistema dell’alta formazione, superiore e universitaria. L’importanza data dal Governo cinese alla formazione è evidente se si guarda alle risorse destinate all’istruzione, pari a una quota del 4% del PIL , che il Governo intende mantenere per i prossimi 15 anni. A febbraio 2019, come si legge nell’editoriale dell’ultimo numero della rivista Mondo Cinese - rivista scientifica della Fondazione Italia Cina e unica regolarmente pubblicata oggi in Italia sui temi della Cina contemporanea -, due nuovi documenti di pianificazione strate- gica relativi all’istruzione sono stati resi noti dal Governo di Xi Jinping : il primo delinea in maniera molto operativa 10 obiettivi da perse- guire per accelerare il processo di modernizza- zione nel periodo 2018-2022. Il secondo prospetta in maniera più ambiziosa obiettivi al 2035, primo documento del genere e intitolato “La modernizzazione dell’istruzione per il 2035” , e include otto aree strategiche di intervento tra cui il consolidamento dell’istru- zione prescolare, in aree rurali in special modo, l’implementazione dell’istruzione obbligatoria, con rafforzamento anche di quella professionale, e la formazione per gli adulti. L’impatto di AI, robot e sistemi intelli- genti nel sistema produttivo porta infatti anche la Cina a interrogarsi su quali saranno le nuove competenze necessa- rie per il lavoro del futuro, che richie- derà una forza lavoro intelligente, abile nel collaborare con macchine e capace di muoversi in un ecosistema digitale in continua trasformazione . Di contro, con il completamento della transizione digitale, e dato l’elevato numero di lavoratori oggi impegnati in attività poco remunerate e a basso valore aggiunto, la Cina più di altre economie si troverà a dover affrontare seri problemi di reinserimento nel mondo del lavoro della popolazione Apprendere dalla diversità Un’indagine Ipsos per l’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca del 2017 di Fondazione Intercultura, pubblicato sul numero 164 di Mondo Cinese a cura di Fondazione Italia Cina, mostra come sia ancora scarso l’inte- resse da parte degli studenti italiani per programmi di mobilità studentesca in Cina: meno di 1/3 degli studenti di scuola supe- riore guarda alla Cina come possibile meta di un anno di studio all’estero, contro l’85% di quelli che dichiarano interesse per USA e altri Paesi UE. Meno dell’1% degli studenti di scuola superiore in Italia studia cinese, anche se è atteso un graduale aumento nei prossimi anni data l’elevata soddisfazione espressa dai dirigenti scolastici laddove sono stati attivati corsi di lingua e altre attività di conoscenza della cultura cinese (l’8% degli istituti italiani nel 2017). Allo stesso modo il 92% di chi ha trascorso un anno di scuole superiori in Cina valuta molto positivamente l’esperienza, citando tra i principali benefici ottenuti una maggiore indipen- denza (33%), capacità di adattamento e problem-solving (26%), apertura (25%) e sicurezza. La Cina offre difatti un’esperienza della diversità molto più forte rispetto ad altre mete, portando a sviluppare la consapevolezza che esistono altri sistemi di valori, rafforzando soft skill nella sfera della crescita personale individuale preziosi per aprire la mente e acquisire la flessibilità richiesta per affrontare con successo le sfide di un futuro del lavoro in rapido e continuo mutamento. La copertina della rivista Mondo Cinese, pubblicazione scientifica della Fondazione Italia Cina e unica regolarmente pubblicata oggi in Italia sui temi della Cina contemporanea Le università cinesi sono al centro di una forte politica di attrazione di studenti stranieri, offrendo molte borse di studio e di ricerca

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