AES_4 2023

Automazione e Strumentazione n Maggio 2023 Primo piano 9 EDITORIALE Più spazio all’industria Sembrerebbe che, finalmente , l’industrializzazione dello spazio stia diventando una realtà. Anche se si tratta di un fenomeno la cui evoluzione è ancora difficile da valutare, visto che l’interesse dei mezzi di informazione è comprensibilmente attratto anche da altre tecnologie che stanno avendo sviluppi eclatanti, come le intelligenze artificiali basate su modelli massivi, e spesso è distratto da comportamenti un po’ eccentrici degli imprenditori che competono in questa corsa a una nuova frontiera industriale. Anche se non è il solo attore, il principale protagonista è Elon Musk, che si è dimostrato essere un imprenditore e un industriale fortunato e capace, che sarebbe un grave errore sottovalutare per via dei suoi comportamenti spesso sopra le righe. I vettori parzialmente recuperabili di SpaceX, i Falcon 9, hanno già fatto vincere la prima fase della rivoluzione industriale spaziale a Elon Musk, che ha espulso dal mercato competitivo i vettori statunitensi Ula, europei Ariane, russi Soyuz- Progress e cinesi Lunga Marcia. Attualmente, il cavallo da tiro e il campione di SpaceX è Falcon 9, che utilizza un primo stadio completamente recuperabile. Questo primo stadio propulsivo (booster) è in grado di effettuare un volo suborbitale, rilasciando il secondo stadio, rientrando poi in modo completamente automatico e infine atterrando con i suoi motori a razzo su carrelli retrattili. L’innovazione dirompente e l’importanza industriale del vettore Falcon 9 sono state ampiamente sottovalutate da gran parte degli organi di informazione e dagli analisti, ormai poco avvezzi a confrontarsi con le questioni aerospaziali, che per cause politiche ed economiche hanno languito per decenni. SpaceX sta già sperimentando un vettore completamente recuperabile, lo Spaceship, che è anche molto più grande e potente di Falcon 9. Tuttavia, gli strumenti di cui SpaceX già dispone rendono difficile per chiunque competere per i servizi in orbita bassa e per le nuove forme di telecomunicazione satellitare. Una competizione che, finora, si è rivelata essere quasi impossibile anche per i privati cinesi, che sono supportati e incentivati dal loro governo. Per fortuna, anche le istituzioni civili e militari statunitensi sembrano aver compreso molto bene l’importanza dei nuovi vettori spaziali per le future politiche tecnologiche e industriali, oltre che per quelle economiche e di sicurezza. Il governo americano, diversamente da quelli europei, pare abbia capito la necessità di muoversi con velocità e determinazione per supportare la sua industria, a cominciare da Musk. La Cina sta provando a rispondere emulando SpaceX, tentando di copiare il vettore Falcon 9 e i satelliti Starlink, mentre la Russia azzarda una poco sensata risposta militare a una sfida che invece è soprattutto industriale e tecnologica, spingendo su missili (S-500), vettori antisatellite (Mig-31) e improbabili stazioni terrestri armate di sistemi a microonde. Ormai, è chiaro che i prossimi anni, forse addirittura i prossimi mesi o settimane, potrebbero rivelarsi essere un periodo in cui altre tecnologie, come quelle incorporate nel vettore Starship, raggiungeranno un grado di maturazione capace di creare un momento di forte discontinuità per tutta l’industria e la società. Redattore di ‘Automazione e Strumentazione’ Jacopo Di Blasio

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