AES_4 2023

FOCUS Approfondimenti 39 INDAGINE Automazione e Strumentazione n Maggio 2023 rigidità articolare e goffaggine con gravi conseguenze sulla qualità della vita e della produttività. Gli esoscheletri industriali sono dunque, almeno potenzialmente, un efficace sistema di riduzione degli infortuni sul lavoro, in grado di assicurare un enorme risparmio in termini di spese mediche, assenze per malattia e cause legali. Possono inoltre ridurre l’affa- ticamento, con conseguente aumento della vigilanza e della qualità del lavoro. Infine, offrono la possibilità di mantenere più a lungo nel mondo del lavoro il per- sonale più esperto, anche se non più nel pieno dell’età produttiva e della forma fisica. Gli esoscheletri industriali assolvono tendenzialmente a tre tipi di compiti: supporto postura, manipolazione carichi pesanti, supporto assemblaggio. Più nello specifico alcuni modelli di esoscheletro sono rivolti agli operatori logistici che devono spostare i carichi manualmente mantenendo velocità e flessibilità. In questi casi l’esoscheletro abbatte il carico sulla parte bassa della schiena durante le attività di sollevamento. Consentono inoltre un elevato grado di libertà di movimento durante l’utilizzo di carrelli elevatori o la salita di scale. Altri modelli supportano gli operatori nello svolgimento di attività faticose che ricadono sulle spalle e sono utilizzati in settori quali la pro- duzione automobilistica, la manutenzione dei treni e la costruzione di aerei. Numerosi studi indipendenti e analisi ergonomiche condotte da singole aziende hanno dimostrato l’indiscutibile impatto positivo degli esoscheletri. Mate, un’eccellenza made in Italy Uno dei più noti esempi di esoscheletro assistivo in campo industriale è il Mate , sviluppato e prodotto dalla Comau , lanciato sul mercato nel 2019. Il Mate è un esoscheletro passivo per arti superiori, per cui è di fatto un dispositivo indossabile che fornisce assistenza compensando essenzialmente il peso nel braccio. Il Mate è stato progettato per essere indossato facil- mente anche da un operatore non esperto. Il dispo- sitivo è dotato di varie regolazioni per permettere di aderire al corpo dell’operatore indipendentemente dalle sue caratteristiche fisiche. È anche il primo eso- scheletro sul mercato ad avere ottenuto la certifica- zione EAWS (Ergonomic Assessment Work-Sheet) che attesta la sua efficacia d’uso nella riduzione del rischio di sovraccarico biomeccanico degli arti supe- riori. A due anni di distanza dall’uscita sul mercato di Mate, Comau ha lanciato il progetto Mate-XT. Questa nuova versione soddisfa le specifiche esigenze di chi lavora in severi ambienti industriali o all’aperto. Que- sto esoscheletro replica i movimenti fisiologici dell’o- peratore, fornendo un supporto ottimale alla parte superiore del corpo. È un prodotto pensato per suppor- tare i lavoratori nelle operazioni quotidiane con ben otto livelli di sostegno che l’operatore può impostare rapidamente senza interrompere la propria attività. Limiti alla diffusione Nonostante il promettente potenziale, l’applicazione degli esoscheletri nello scenario industriale rappresenta ancora una sfida. Per prima cosa le soluzioni attuali sono spesso limitate da sistemi di controllo non otti- mali, a causa dell’ambiente dinamico in cui vengono utilizzati, all’incapacità di adattarsi a chi li indossa e ai compiti da svolgere non sempre standardizzabili. Gli esoscheletri professionali più diffusi sono di tipo passivo in virtù della loro affidabilità e del costo inferiore. Sono anche maggiormente accettati dagli utenti, in quanto funzionano in modo intuitivo e ripe- tibile. D’altra parte, i loro principali limiti sono la mancanza di versatilità e i minori livelli di potenza e prestazioni rispetto agli esoscheletri attivi, la cui dif- fusione è ancora ridotta perché ritenuti troppo costosi e complessi. Un’altra barriera all’adozione è rappresentata dall’as- sistenza adattiva, funzionalità in base alla quale l’eso- scheletro si attiva automaticamente, adattando la cop- pia fornita al compito corrente e al carico utile. È evi- dente però che l’autonomia decisionale dell’esoschele- tro (in sostanza mettere il controllo in mano a un robot al posto nostro) può costituire un ostacolo culturale e psicologico prima ancora che tecnico. La sfida della robotica indossabile è insomma ancora da giocare. n Gli esoscheletri professionali più diffusi sono di tipo passivo

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