AES_4 2022

Automazione e Strumentazione n Maggio 2022 Primo piano 9 EDITORIALE Il trasferimento tecnologico: chiave per il futuro Head of Technology Transfer Engineering @ CSMT Gestione s.c.a.r.l. Gabriele Zanetti Questi sono anni particolarmente burrascosi. Dalle opportunità di un villaggio globale sempre più connesso e interdipendente, siamo passati a percepirne chiaramente i limiti e i rischi, non solo nell’ambito lavorativo ma anche in quello personale. Il mercato è in continua trasformazione e le sfide, sempre più complesse e articolate che le aziende devono affrontare richiedono soluzioni nuove, innovative, che utilizzino tecnologie sino a ora solo sperimentali e che siano in grado risolvere problemi concreti. Il luogo per eccellenza adibito a generare tali soluzioni è quello della ricerca che per sua natura è caratterizzata, questa volta con accezione decisamente positiva, da una struttura globale e interconnessa che permette di attraversare confini e vincoli favorendo la collaborazione dei migliori talenti. I tempi della ricerca sono però spesso di medio-lungo termine, in contrasto con i ritmi imposti dal mercato e questo divario, oggi, è ancora più marcato. In questa situazione assume ancora maggior valore il ruolo del trasferimento tecnologico, svolto da centri specializzati con sedi legate prevalentemente alle maggiori università italiane, il cui scopo principale è appunto facilitare il trasferimento dei risultati della ricerca verso il mercato trovandone applicazione e scopo. Considerando il ciclo di vita di un’innovazione tecnologica, la ricerca la porta, di norma, fino a un livello dimostrativo, verificandone la correttezza e la fattibilità, quindi a un valore di TRL (Technology Readiness Level) attorno a 3 o 4; dall’altro lato, prima di arrivare a un prodotto pronto per il mercato con TRL 9, l’interesse delle aziende parte da TRL 7, ovvero un prototipo industriale funzionante. Nel mezzo c’è la così detta Valle della Morte in cui la ricerca ha svolto il proprio compito e ha esaurito il proprio interesse ma non ci sono ancora contenuti e risultati attrattivi per le aziende. La difficoltà nell’attività di trasferimento tecnologico è proprio individuare le tecnologie più promettenti e traghettarle da un lato all’altro della vallata portando valore e innovazione sostenibile nelle aziende. Tale processo, seppur complicato, è però già avviato nei fatti: la forza propulsiva della ricerca e dell’innovazione nei confronti del mercato è chiaramente visibile nei dati degli ultimi anni che hanno visto, secondo il report sulle startup innovative del Ministero dello Sviluppo Economico la nascita di 14.032 startup innovative solo nel terzo trimestre 2021 con una crescita del 5% rispetto al trimestre precedente. Altro dato significativo è l’aumento di circa 7% del numero di brevetti depositati su base annuale per invenzione industriale. Dato significativo è che il 75% di tutte le startup innovative italiane ha come mission i servizi alle aziende e in particolar modo quelli relativi alla digitalizzazione. Questa forte polarizzazione è legata, chiaramente, alle iniziative legate all’industria 4.0 che si conferma essere una leva strategica per migliorare la competitività e solidità delle aziende. Se da un lato la completa applicazione di tale paradigma è però raramente realizzata, dall’altro ha conferito all’enorme volume di dati generato, i famigerati Big Data, un valore tanto maggiore quanto più è utile e significativa l’informazione che da essi si può estrarre e utilizzare: senza l’estrazione di informazione utile, infatti, i dati possono essere addirittura una zavorra da gestire. Ci sono innumerevoli esempi di successo di trasferimento tecnologico che, partendo da applicazioni innovative di strumenti come l’intelligenza artificiale o il machine learning, permettono di monitorare un processo complesso in tempo reale o prevederne l’andamento nel breve e medio termine portando a sistemi di manutenzione avanzata o di schedulazione intelligente delle attività, basati magari su dati aggiuntivi, come il consumo energetico; infine questi tool possono portare anche alla nascita di nuovi business model basati non più unicamente sul prodotto ma piuttosto su tutti i servizi a esso correlati e gestiti in maniera sempre più automatica ed efficiente. Il ruolo del trasferimento tecnologico risulta quindi strumento fondamentale per portare nel sistema produttivo ciò di cui ha più bisogno in questo momento ovvero un’innovazione che sia sana, duratura e, in una parola, sostenibile.

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