AS_04_2020

Maggio 2020 Automazione e Strumentazione FORMAZIONE primo piano 34 e che richiede molta attenzione dato il fiorire di prodotti e soluzioni portate alla ribalta dall’emer- genza di questi mesi. La novità più rilevante deri- vata dall’esperienza di questo periodo di massiccio ricorso allo smart working è la facile disponibilità di strumenti interattivi di partecipazione collet- tiva. Se anche prima erano ampiamente disponi- bili pacchetti di addestramento e formazione per uso individuale a distanza, ora si fa sempre più praticabile lo svolgimento di corsi per gruppi di utenti attraverso le piattaforme come Zoom, Google Meet, Skype , per nominare le più getto- nate. Ma altri prodotti si stanno sperimentando, sia nelle scuole che nelle aziende, verificando la possibilità di aggiungere altre funzionalità: oltre ai meeting e agli eventi webinar , alcune piattaforme offrono diverse modalità di interazione come pure integrano tool per realizzare e-book o per condivi- dere contenuti oppure per gestire le verifiche e le valutazioni o per attivare gruppi di lavoro. A queste piattaforme e pacchetti indirizzati espres- samente alla formazione a distanza, ci sono altri tipi di software già impiegati in contesti produttivi o di entertainment che assumeranno sempre mag- gio peso nell’ambito della teledidattica e dell’e- learning: ci riferiamo ai sistemi di simulazione , alla Realtà Virtuale e alla Realtà Aumentata. Ci sono molti casi in cui la formazione richiede di imparare ad operare in particolari ambienti o implichi la manipolazione di oggetti tridimensio- nali o riguardi situazioni di elevata complessità: in tali casi è evidente il vantaggio di poter acce- dere a distanza alla simulazione di oggetti e di processi e di poter interagire sui parametri di un modello per avvicinarsi alla situazione reale. Per non parlare delle opportunità presentate dalla RV che favorisce l’apprendimento attraverso un’e- sperienza diretta di immersione negli ambienti e di ‘contatto’ con oggetti e strumenti. Quanto alla Realtà Aumentata, le sue potenzialità didattiche sono ancora tutte da sperimentare ma non c’è dub- bio che consenta un ampliamento della comunica- zione, una sua personalizzazione e un conseguente miglioramento del processo di apprendimento. Accanto all’indubbio successo che stanno otte- nendo questi tipi di prodotti, non si possono comunque ignorare i numerosi problemi posti peraltro dovuti anche alla relativa inizialità delle esperienze. Ci sono problemi di carattere cul- turale , legati all’idea di conoscenza e al ruolo dell’interazione umana diretta nel processo cono- scitivo: la trasmissione di un sapere, anche di un sapere pratico, attraverso la vicinanza e la testimo- nianza di un ‘maestro’ è qualcosa di difficilmente riproducibile tramite un algoritmo e ancora non è chiaro quanto la conoscenza, anche quella tecnica, venga penalizzata o indebolita dalla mancanza di una relazione educativa personale. Restano quindi tuttora alcune perplessità circa la piena affidabilità di un sistema formativo ‘a distanza’ e basato su strumenti automatici e impersonali. Ci sono poi problemi di tipo infrastrutturale, che sembrano particolarmente stringente nella realtà italiana. Ci riferiamo all’adeguatezza tecnologica delle reti di telecomunicazione e alla diffusione capillare della banda larga. Per loro natura, i sistemi di teledidattica richiedono di poter contare su trasmissioni sicure e stabili e di poter veicolare grandi quantità di bit ad elevata velocità, specie si fa abbondante ricorso a immagini, video e simula- zioni. Una soluzione positiva a questo tipo di pro- blemi dovrebbe venire dalle reti 5G che stanno uscendo dalla fase sperimentale e si apprestano a innervare il nostro sistema di telecomunicazioni; Sperimentare il ‘telelavoro’ digitale sotto la guida di un tutor esperto favorisce nei giovani l’acquisizione di competenze fondamentali in ambito professionale

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