AS_04_2020

Automazione e Strumentazione Maggio 2020 FORMAZIONE primo piano 33 di una diversa organizzazione e gestione delle attività e tale diversità non si imporrà una volta per tutte ma sarà continuamente e progressiva- mente riformulata e riadattata ai contesti in dive- nire e alla mutevolezza dei mercati e degli assetti socioeconomici. Sarà quindi necessario che l’a- zienda si concepisca come Learning Organiza- tion e si attrezzi per questo. Anche i profili professionali avranno un carat- tere evolutivo. Già ora si avverte la necessità di introdurre nuove figure , nuove mansioni e nuovi skill, per i quali servono persone preparate appo- sitamente o riqualificate attraverso opportuni cicli formativi ad hoc. Inoltre, anche i nuovi skill richiesti non sono sta- tici ma devono incorporare la caratteristica della flessibilità: il personale deve mostrare una buona capacità di adattarsi rapidamente a nuove situa- zioni e nuovi compiti e quindi deve poter acqui- sire in tempi brevi nuove competenze. Accanto alla formazione di base - fornita da scuola e università - e alla formazione iniziale - sempre più necessaria all’avvio di un nuovo percorso lavo- rativo per qualsiasi livello professionale - diventerà normale e ricorrente l’attività di aggiornamento , che dovrà riguardare il funzionamento delle appa- recchiature, i metodi di lavoro, le normative e rego- lamentazioni ma anche i comportamenti e quegli aspetti legati ad abilità e competenze personali più che alle conoscenze e alle capacità tecniche, aspetti identificati con le soft skill. Come già accennato, non tutto sarà affidato alla FaD e le attività di formazione ‘in presenza’ avranno ancora ampio spazio; in certi casi saranno da privilegiare, soprattutto quando le competenze da acquisire implicano la familiarità con strumenti e apparecchiature o la permanenza in specifici ambienti. Sarà compito di chi gestisce il sistema formativo della singola azienda impo- stare intelligentemente le attività, distribuendo le modalità in base a una serie di fattori non solo tecnologici; si dovrà quindi tener conto del fatto che anche la formazione più specifica e squisita- mente ‘tecnica’ non può fare a meno di puntare sulle componenti relazionali e su tutta una serie di attitudini legate alla persona e ai rapporti inter- personali - capacità di lavoro in team, di collabo- razione, di ascolto, di dialogo, di critica costrut- tiva - che richiedono un’azione ‘in presenza’ e una pratica sul campo che certamente non può essere completamente riversate in un software né sostituita da una simulazione, per quanto reali- stica e sofisticata possa essere. Dalla scuola al lavoro e ritorno Parlando del futuro della FaD, c’è quindi in primo luogo un problema di impostazione più generale che riguarda il quadro complessivo e la prospet- tiva nella quale inserire i singoli progetti. Si tratta allora di avere una chiara visione dei profili pro- fessionali che si vogliono formare e delle relative esigenze ‘didattiche’: solo la chiarezza degli obiettivi formativi può permettere di capire quali sono le modalità più adeguate per raggiungerli e quindi può orientare la scelta degli strumenti: il più delle volte si tratterà di ripartire il percorso formativo in una parte in presenza e una parte a distanza, facendo incontrare le risorse formative disponibili con le aspettative dei diversi soggetti coinvolti. Non dimenticandosi di predisporre, per entrambe le modalità, gli adeguati e puntuali sistemi di verifica e valutazione. Un secondo tema sul tappeto è quello degli stru- menti. È il punto più vivace in questo momento La formazione tecnica e professionale, con le modalità a distanza rese possibili dalla tecnologia, oggi è proposta da diverse aziende e molti marchi di riferimento del mondo dell’automazione

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