AS_03_2020

Automazione e Strumentazione Aprile 2020 EDITORIALE primo piano 9 segue il settore della innovazione nell’Industria 4.0 è che malgrado tutti gli sforzi e gli incentivi statali, l’innovazione in Italia non parta. Tante possono essere le ragioni ma una di queste è sicuramente la burocrazia interna; in un mondo sempre più veloce la burocrazia ingiustificata è una zavorra che frena lo spirito d’iniziativa, schiaccia la creatività e inibisce l’assunzione di rischi. È necessaria una nuova organizzazione aziendale, un nuovo modello distribuito basato sul talento collettivo, all’interno e all’esterno dell’azienda. Un modello che permetta di cogliere nuove opportunità e che faccia leva sulla tecnologia come elemento moltiplicatore delle potenzialità delle persone, permettendo lo sviluppo di team di lavoro altamente competitivi e la promozione di una cultura organizzativa in crescita. Si salvano le startup, che proprio per questo hanno tanto successo (non tanto per le idee, ma per l’agilità), ma poi, appena crescono, anche loro vengono attaccate dal mostro tentacolare della burocrazia. A puntare il dito sulla piaga è Gary Hamel, scrittore ed economista alla London Business School uno dei pensatori di business più influenti e riconosciuti a livello mondiale, intervenuto al Word Business Forum di Milano del 29 ottobre 2019, è anche uno dei più noti esperti di business management: “Burocrazia e gerarchia non possono funzionare per le imprese del futuro. Oggi le imprese devono diventare dei network, per esempio attraverso la de-centralizzazione, grazie al coordinamento ‘alla pari’ tra i dipendenti”. “Nel mondo di tutto è veloce, siamo sommersi da informazioni, e il 94% dei CEO afferma che la propria impresa non sia in grado di innovare, malgrado lo ritenga prioritario. Le organizzazioni non riescono ad affrontare il cambiamento e tutte le grandi società di consulenza lo confermano: il ‘change management top down’ non funziona più. Non sono le persone che fanno fatica a cambiare, sono le organizzazioni: quando il potere è nelle mani di pochi e si cerca di applicare le loro idee di cambiamento, di certo non si riesce ad arrivare in basso. Sono gli uomini ad avere passione, non le organizzazioni, ed è sulle persone che sono in prima linea che bisogna puntare, mentre in genere non sono formate per innovare e non sono coinvolte nelle decisioni. Non stupisce che il livello di engagement del personale oggi sia ai minimi: solo il 15%, a livello mondiale, si dichiara motivato”. Puntare sulle persone e sulle loro motivazioni è la nuova strada del management che punta sulla innovazione; avere fiducia sui propri collaboratori e non avere paura di fare errori perché riconoscerli e saperli gestire possono essere una fonte di stimolo e arricchimento aziendale e personale. Tutti dovrebbero essere in grado di sperimentare, apprendere e riprovare. Il conformismo gerarchico, la posizione, l’obbedienza e la tradizione non dovrebbero contare nulla. La percezione di chi Troppa burocrazia e l’innovazione non parte Presidente del Comitato Scientifico di ‘Automazione e Strumentazione’ - Data & Smart Technologies Department Manager, XSight, Saipem Regina Meloni

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