AS_02_2020

ADDITIVE MANUFACTURING primo piano 21 d’onda . L’emissione luminosa può pro- venire da un laser (la luce molto foca- lizzata del processo Sla) o da una testina (DLP) che vengono mossi su due assi. Proseguendo con le soluzioni additive a base polimerica, la fusione a letto di povere comprende il processo multi-getto (MJF) e la sinterizzazione laser selettiva (SLS). Nel primo caso, delle gocce di agente legante vengono spruzzate da dei gruppi di ugelli su uno strato di polvere e queste per- mettono di regolare l’assorbimento del calore , che proviene da una sorgente infra- rossa, facendo fondere la polvere in modo differenziato si compone la geometria del pezzo. Invece, nel processo SLS è un rag- gio di luce laser a muoversi, strato dopo strato, rendendo malleabili (per sinterizza- zione) i grani di polvere, che incollandosi uno all’altro vanno a comporre il pezzo. La carrellata di tecnologie additive a base plastica si conclude con il processo pro- duttivo a getto di materiale (MJ), dove si applicano in modo preciso delle goccio- line di un polimero che indurisce istanta- neamente quando è sottoposto a irraggia- mento ultravioletto. Metalli al lavoro Anche quando sono dei metalli ad essere utilizzati come materie prime, si possono riconoscere delle grandi famiglie di tecniche additive e alcune di queste possono essere concettualmente analoghe a quelle già viste con le materie plastiche, come: estrusione, fusione a letto di povere, getto di materiale. Nella produzione additiva ottenuta per fusione su letto di polvere metallica , si parte da un volume di materia prima all’in- terno del quale si genera il componente, che viene manufatto con l’utilizzo di laser mobili (SLM, Selective laser melting), che procedono strato dopo strato in atmo- sfera inerte , oppure per mezzo di fasci di elettroni , che in questo caso operano nel vuoto (EBM, Electron beam melting ), facendo solidificare una sezione alla volta di quello che diventerà il prodotto finale. Ma nelle produzioni a base metallica esi- stono anche i processi che utilizzano la deposizione a energia diretta , dove dei veri e propri fasci di materia vengono ‘sparati’ per generare il volume del pezzo. Nei processi a energia diretta possono essere impiegati degli ugelli mobili cari- cati a polvere che, in un atmosfera di gas inerte, viene trasformata da un laser in un getto di materiale (Lens), oppure, con un movimento su tre assi, una punta carica elettricamente e contenente un filamento metallico può generare un arco voltaico di materia fusa (Waam, Wire and Arc Additive Manufacturing) che si deposita generando il pezzo da produrre. Infine, con le materie prime metalliche esiste anche la possibilità di combinare processi additivi e nanotecnologie con la soluzione detta NPJ , dove delle nano- particelle disciolte in un solvente ven- gono dosate e spruzzate da degli ugelli. Quando il solvente evapora, rimangono le nanoparticelle metalliche legate l’una all’altra e il pezzo si materializza, reliz- zando ancora una volta una sinergia di tecnologie innovative

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