AS_01_2020

Automazione e Strumentazione Gennaio/Febbraio 2020 EDITORIALE primo piano 9 approvvigionamento energetico rappresentano per l’Italia una questione antica quasi quanto l’industrializzazione del Paese. Ma ci stiamo avvicinando velocemente a un momento in cui si dovrà rivedere, ancora una volta, in modo sostanziale almeno l’approccio alla distribuzione e alla fruizione dell’energia, con cambiamenti necessari sia a livello di infrastrutture, sia in termini di strategie. Nel medio termine, si presenteranno diverse sfide poste dai nuovi modi di produrre e di usare l’energia che imporranno un’importante evoluzione tecnica e organizzativa della rete di distribuzione elettrica. Il cambiamento più ovvio e macroscopico è dovuto all’avvento della mobilità elettrica di massa, che pare essere ormai imminente e che porterà, in base alle stime più prudenti, almeno a raddoppiare il consumo elettrico pro-capite della popolazione attiva. Rispetto ai consumi energetici attuali, l’aggiunta di una decina di kW/h giornalieri a testa, che saranno quelli necessari a ricaricare le batterie dei nuovi mezzi elettrici per spostamenti privati, richiederà un forte potenziamento dell’infrastruttura in alta tensione e un completo ripensamento della distribuzione in media tensione. Una seconda criticità è rappresentata dalla possibilità che si renda necessario integrare nella rete di distribuzione una quota molto maggiore di fonti di energia intermittenti, quali sono la maggior parte delle rinnovabili, per considerazioni di tipo ambientale e per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Tolto l’idroelettrico, in generale le fonti di energia rinnovabili, come il solare e l’eolico, sono dipendenti dal meteo e hanno una prontezza operativa (capacità di intervenire rapidamente a supporto del carico) di gran lunga inferiore alle fonti tradizionali. Per garantire efficienza e continuità alla rete elettrica, in Germania si sta puntando decisamente sui nuovi sistemi di accumulo elettrico, che possono essere grandi batterie di flusso, dove l’accumulo è in pratica gestito in impianti di processo con celle a ciclo reversibile, o realizzando imponenti strutture modulari di batterie al litio, che potrebbero beneficiare di componenti ‘usati’ provenienti dall’autotrasporto elettrico o della ‘capacità tampone’ dei veicoli momentaneamente collegati alla rete. Questi sistemi sono destinati a rafforzare la rete di distribuzione elettrica, che rappresenta uno dei più importanti vettori energetici per l’industria e la società civile, ma non l’unico. Quasi altrettanto importante è la rete di distribuzione del gas, che in genere è metano. In Giappone, invece, si sta esplorando la possibilità di creare un’infrastruttura dove il vettore energetico sarà l’idrogeno, che potrebbe avere una gestione molto simile al metano e, paradossalmente, quasi identica al vecchio ‘Gas Città’, che in effetti era idrogeno ‘sporco’ estratto dal carbone che poi veniva destinato alle acciaierie. Sarebbe auspicabile che a guidare il cambiamento fossero le vantaggiose possibilità offerte da queste tecnologie ‘Smart Grid’, piuttosto che la necessità di rispondere ai problemi quando questi saranno evidenti. Per garantire la continuità del servizio di fornitura elettrica, bisognerà dare risposta alle istanze della mobilità innovativa e scegliere se integrare più rinnovabili nella fornitura nazionale. Quindi, prima o poi, si imporrà la necessità di decidere per un modello nuovo. È inevitabile che le scelte di politica energetica condizionino grandemente lo sviluppo di tutto il settore industriale, nel bene e nel male. D’altro canto, sarebbero certamente gravi le conseguenze di un’assenza di decisioni. Le strategie di Scegliere i vettori energetici per società e industria Redattore di ‘Automazione e strumentazione’ Jacopo Di Blasio

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