Effinciency_and_Environment_10_2018
16 Efficiency & Environment - Ottobre 2018 Attualità 4MarPiccolo è legato allo sviluppo di un kit molecolare per la diagnosi rapida e multideterminativa della qualità delle acque. Tale kit potrà essere utilizzato per la determinazione dello stato di salute di acque marine costiere con caratteri- stiche simili a quelle del Mar Piccolo di Taranto, quali i ba- cini lacustri mediterranei che rappresentano un patrimonio di enorme valore sia a livello ambientale sia a livello econo- mico. Rispetto ai sistemi tradizionali di controllo qualitativo delle acque, questo kit presenta il vantaggio di fornire dati dettagliati direttamente sulla componente biotica correlata a presenza e tipo di agente inquinante (PCB, IPA ecc.) con una singola analisi rapida, multi-determinativa e a basso co- sto. Questo kit verrà realizzato anche sulla base del moni- toraggio integrato (chimico-fisico e meta-omico) condotto da personale specializzato del Centro Ricerche Enea Trisaia e dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche Iamc CNR - UOS di Taranto. Si tratta di un monitoraggio con un elevato valore di originalità nel panorama italiano ed europeo. Sulla base di questo kit, sarà inoltre elaborato un protocollo di intervento per il risanamento ambientale, che rappresen- ta uno strumento essenziale nella gestione ecosostenibile di quelle aree marine costiere che hanno caratteristiche am- bientali affini a quelle di Taranto, ossia che si trovano a dover affrontare problematiche legate a sedimenti marini forte- mente inquinati. Life4MarPiccolo - www.lifemarpiccolo.it di risospensione e captazione che opera sul fondo del mare, in un’area delimitata di circa 3.000 m 2 nei pressi della riva. Un getto d’acqua a circa 1 m dal fondo sabbioso, crea una giusta turbolenza per risospendere il sedimento ma- rino contaminato. Avvenuta la risospensione si attende il tempo necessario alla sedimentazione della parte più pesante e, successivamente, si procede alla captazione dell’acqua torbida con una pompa idraulica aspirante che invia la sospensione nell’impianto di filtrazione a terra. L’utilizzo delle membrane di microfiltrazione è gover- nato da tutte le apparecchiature e controlli necessari per il suo funzionamento (pompe, serbatoio, quadro elettrico, strumentazione, ecc.) e impegna un’area di circa 150 m 2 , men- tre l’alimentazione elettrica è garantita da un impianto fotovoltaico L’unità di filtrazione a membrana è costitui- ta da speciali tubicini porosi (fibre cave) che trattengono la frazione corpuscolare su cui sono adsorbiti i contaminanti e lasciano pas- sare l’acqua purificata che viene reimmessa in mare. Quindi, l’impianto restituisce acqua ‘decontaminata’, mentre la frazione di scarto dove si accumulano residui inquinati di mag- giori dimensioni viene avviata a trattamento di bioremediation, vale a dire di decontami- nazione biologica operata da microorganismi che digeriscono le molecole organiche con- taminanti. Un’impresa innovativa che apre prospettive di grande interesse ambientale, scientifico, eco- nomico e sociale. Un sistema selettivo, agile e a basso costo, in grado di risolvere il problema dell’inquinamento dei sedimenti in modo de- finitivo e soprattutto un processo sostenibile poiché la depurazione è tutta biologica, non richiede l’impiego di sostanze chimiche, non genera altre sostanze tossiche. Un kit per una diagnosi rapida e a basso costo Un altro aspetto importante del progetto Life- Foto fonte www.tarantonatura.it Il problema dei sedimenti inquinati in Italia Il risanamento di sedimenti contaminati di origine marina è un argomento di notevole importanza e attualità, in relazione agli ingenti volumi da gestire e trattare e alla presenza di inquinanti di diversa origine e natura. La problematica è piuttosto complessa; ad oggi, risultano essere state investite in Italia in tale settore limitate ricerche e risorse. Ciò è dovuto, in parte, all’assenza di una normativa ad hoc in materia, mai emanata nel nostro Paese, così come è invece avvenuto in altri Paesi come Olanda e Germania. In Italia, in particolare, il problema dei sedimenti contaminati ha assunto una rilevanza crescente negli ultimi anni, innanzitutto a seguito dell’identificazione dei siti di interesse nazionale da sottoporre a interventi di risanamento (Legge 9 dicembre 1998, n. 426). La perimetrazione di tali siti ha permesso di stimare quantitativi ingenti di sedimenti che necessitano di interventi.
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