Effinciency_and_Environment_10_2018

Attualità danno economico per le comunità locali, per le quali la maricoltura rappresenta un’importante fonte di reddito. Con il Decreto n. 468 del 18-09-2001, Taranto è stata inserita nel ‘Programma nazionale di bo- nifica e ripristino ambientale’ e vista la gravità, al fine di assicurare l’attuazione degli interven- ti previsti dal Protocollo d’Intesa del 26 luglio 2012, il Decreto Legge 129/2012, convertito senza modifiche con la legge n. 171/2012, ha disposto la nomina di un Commissario Straor- dinario con l’obiettivo di fronteggiare e supe- rare le gravi situazioni di criticità ambientale e sanitaria accertate in relazione al sito di Ta- ranto. Per la bonifica, le autorità si sono soffer- mate soprattutto su modalità abituali come il dragaggio e il capping dei fondali. Tuttavia, en- trambi gli approcci presentano aspetti positivi e negativi, ma in sostanza appaiono essere in- terventi troppo invasivi per il delicato equilibrio ecologico del Mar Piccolo. In questo contesto si inserisce il progetto Life4MarPiccolo, cofinan- ziato dal Programma Life della Commissione Europea e realizzato sotto il coordinamento del Centro Ricerche Enea Trisaia, che propone un approccio metodologico alternativo alle tradi- zionali tecniche d’intervento e bonifica, basa- to sulla progettazione e messa in opera di un impianto pilota di depurazione che sfrutta la tecnologia della microfiltrazione che da un lato garantirebbe un’elevata efficacia nella rimo- zione dei contaminanti sia dai fondali sia dalle acque, dall’altro andrebbe ad agire in maniera non invasiva, senza alterare le delicate compo- nenti del bacino. L’impianto pilota L’impianto pilota di depurazione, situato in località Tamburi nell’area di Taranto, entrato in funzione alla fine di settembre, si basa su un sistema SRU (Silt Removal Unit) costitu- ito da un’unità mobile di risospensione e di captazione del sedimento e da un’unità fissa formata da un sistema di filtrazione di tipo MBR (Membrane Bio-Reactor), vale a dire la combinazione di un processo a membrana di microfiltrazione o ultrafiltrazione con un bioreattore ‘a crescita sospesa’, in cui è pos- sibile accumulare il sedimento. Sebbene la microfiltrazione venga solitamente impiegata per la concentrazione dei fanghi attivi nei si- stemi di depurazione tradizionali, è la prima volta al mondo che questo approccio basato sulla microfiltrazione o sull’ultrafiltrazione tangenziale viene impiegato per il trattamen- to di acque marine contaminate da materiale nocivo in sospensione. L’impianto, progettato da Genelab, è costituito da un’unità mobile

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