Effinciency_and_Environment_05_2020

125 Efficiency & Environment - Maggio 2020 Attualità tori quali il commercio incontrollato e spesso illegale di specie di fauna selvatica, contribui- sce in maniera rilevante a facilitare il passaggio di organismi patogeni dagli animali all’uomo. Consumando, ci limitiamo solo a vedere i prodot- ti finiti che consumiamo e gli oggetti che usiamo, ma difficilmente riflettiamo sul fatto che questi prodotti e oggetti sono fatti con materiali prele- vati in grandi quantità in diverse parti del mondo. Il consumo di materiali nel mondo è cresciuto a un ritmo doppio di quello della popolazione. Dal 1970 al 2017 la popolazione mondiale è aumenta- ta di 2 volte: da 3,7 MLD a 7,5 MLD. Dal 1970 al 2017 il consumo mondiale di materiali è aumentato di ben 4 volte: da 26,6 a 109 Gt. Economia circolare: rifiuti Il Dossier richiama, inoltre, la necessità di conte- nere i danni generati da questa pandemia al si- stema di raccolta differenziata e di riciclo e fare in modo che non diventino permanenti perché è necessario preservare il carattere di servizio essenziale strategico del- la gestione dei rifiuti che non può essere interrot- to e che deve funzionare comunque, e funzionare bene, e restare un perno decisivo di un modello circolare di economia. In questa pandemia occorre fare il possibile per evita- re un crollo della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti. C’è bisogno, in questo contesto di non perdere la bussola e tene- re presente che per ogni 10 kg di materiale con- sumato, 6,5 kg sono di provenienza estera. L’eco- nomia circolare è, quindi, una scelta necessaria e conveniente per il futuro dell’economia dell’Italia. Energia e clima Il crollo dei consumi energetici nelle attività pro- duttive, industria e servizi, e nel trasporto sta ge- nerando una riduzione delle emissioni di CO2 nel breve periodo. La riduzione delle emissioni che stiamo registrando durante la pandemia da Coro- navirus prevedibilmente non durerà dopo la crisi e non dovrebbe portare a sottovalutare l’impegno necessario e di lungo termine per contrastare il riscaldamento globale. L’obiettivo di contrasto ai cambiamenti climatici dell’Accordo di Parigi del 2015 prevede di contenere l’aumento della tem- peratura media globale ben al di sotto dei +2 °C (rispetto al periodo pre-industriale), facendo ogni sforzo possibile per centrare la soglia di +1,5 °C. In termini di emissioni di gas serra, il target di Parigi si traduce in una riduzione drastica delle emissio- ni globali, che dovranno raggiungere la neutralità carbonica (ovvero un bilancio netto pari a zero fra emissioni e assorbimenti) intorno al 2050, con obiettivo intermedio al 2030 di dimezzarle rispetto ai valori del 1990. Il trend delle emissioni globali, prima della pandemia da Coronavirus era ben lontano dalla drastica riduzione necessaria. In questo quadro la decar- bonizzazione del settore civile resta una priorità. I consumi medi di un’abitazione italiana normalizzati rispetto alle condi- zioni climatiche medie europee, sono alti, 1,91 tep/anno, con- tro, ad esempio, i 1,66 tep/anno della Germania, i 1,58 tep/anno della Danimarca, o i 1,28 tep/anno della Svezia, solo il Belgio (1,95 tep/anno) e il Lussemburgo (2,36 tep/anno) fanno peggio dell’Italia. Nel dossier vengono proposte buone pratiche green nel settore residenziale per contrastare i cambiamenti climatici, aumentando l’efficienza e riducendo i consumi di energia, au- mentando la produzione e l’uso nel settore residenziale delle fonti rinnovabili per elettricità e usi termici. Mobilità sostenibile Le città sono praticamente prive di traffico da quando il Co- ronavirus ha costretto tutti a restare a casa. Per evitare che a crisi finita si ritorni al traffico congestionato e inquinante del- le nostre città si deve approfittare per aprire una riflessione sul modello di mobilità urbana e su come cambiarlo quando il Coronavirus se ne sarà andato. Le misure di confina- mento mettono allo stesso tempo in discussione comportamenti e abitu- dini consolidate. La situazione spinge anche a riflettere sui fattori che deter- minano le scelte di mobilità, come ad esempio l’utilità dello spostamento, la scelta tra diverse possibili modalità in base all’efficienza, le alternative allo spostamento. Aver dovuto limitare il raggio d’azione a qualche centinaio di metri intorno alla propria abitazione ha fortemente ridotto il ricorso all’auto, interrompendo un’abitudine. Il dossier indi- ca anche buone pratiche green per rendere più sostenibile la mobilità nelle città, per ridurre gli spostamenti non necessari, per ridurre l’uso dell’auto nelle città e per promuovere l’uso di mezzi più ecologici. L’abitare Nella seconda parte del Dossier si avanzano alcune riflessioni e analisi che partono dal come è cambiato l’utilizzo degli spazi nelle abitazioni durante questa pandemia per pensare a come questi cambiamenti possano influire sulla nostra visione e pro- gettazione dell’abitare anche dopo la pandemia. Gli spazi attrez- zati per lo smart working all’interno dell’abitazione, quest’ultima concepita non più come solo dormitorio, ma anche luogo di la- voro, di studio e di cultura, di svago e di socialità. La pandemia ha insegnato l’importanza di balconi, terrazzi, cortili e giardini anche condominiali, tutti gli spazi intermedi in generale che possono svolgere ruoli importanti, anche dal punto di vista am- bientale, con il green building approach. L’emergenza Covid-19 ha fatto anche ripensare all’importanza dello spazio urbano, a una struttura urbanistica che assicuri prossimità delle residenze ai servizi, alle strutture lavorative e ricreative, così da ridurre gli spostamenti da una zona all’altra della città e i pendolarismi. Image by Queven from Pixabay

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