Effinciency_and_Environment_05_2020

136 Efficiency & Environment - Maggio 2020 Speciale edifici ad energia quasi zero operare in maniera sinergica le soluzioni scelte per ottimizzare tutti i componenti tecnologici e l’interazione con l’utente. Cuore di Heart è infatti una piattaforma di elaborazione dati basata sul Cloud, con funzionalità decisionali e di gestione energetica oltreché di monitoraggio di eventuali comportamenti non ottimali degli occupanti, per rimediare con pratiche di sensibilizzazione. Il si- stema fa quindi uso di sensori Narrow Band IoT applicati a tutte le soluzioni tecnologiche impie- gate, per abilitare la raccolta dati e la comunica- zione con gli impianti. Il progetto è stato avviato nel 2017 e si concluderà nel 2021, e il caso studio è uno stabile in provincia di Reggio Emilia che conta 12 unità abitative in classe G, che verrà portato in classe A, soddisfacendo gli standard di consumo energetico quasi zero. Dopo il 2021, il progetto porrà le basi per un approccio repli- cabile anche per la riqualificazione energetica di altri edifici, convertendoli in smart building nZEB e fungendo da riferimento per progettisti e in- stallatori. Altro interessante progetto è la piatta- forma Cravezero, creata da progettisti e aziende attivi nella realizzazione di nZEB, in collaborazio- ne con istituti di ricerca. La piattaforma mira alla condivisione di know-how, per il monitoraggio e il calcolo delle performance degli edifici, non solo relativamente ai costi di costruzione, offren- do tool per la valutazione più completa di tutte le possibili scelte progettuali, ma guardando an- che ai costi di gestione e mantenimento durante il ciclo di vita di un nZEB. Il progetto dovrebbe completarsi nel 2020, dopodiché il consorzio di imprese intende organizzare alcuni webinar per spiegare ai professionisti del settore edile tutte le funzioni offerte dalla piattaforma. I protocolli Passivhaus e CasaClima Sebbene il DM 26 giugno 2015 indichi i requisi- ti prestazionali minimi per poter considerare un edificio a energia quasi zero, tali requisiti minimi e metodi di calcolo sono ancora in fase di studio ed elaborazione. Alla lentezza normativa ovviano però alcuni protocolli cresciuti in parallelo, come Passivhaus e CasaClima, che consentono di cer- tificare come ZEB edifici che rispettano criteri standard di progettazione e realizzazione. Le Pas- sivhaus sono una tipologia di edificio progettato e realizzato seguendo un protocollo ideato nel 1996 da Wolfgang Feist, fondatore dell’Interna- tional Passive House Institute (PHI) di Darmstadt. Feist all’epoca sintetizzò alcune esperienze in ambito di edifici iperisolati e di edifici a utilizzo passivo dell’energia, compilando un elenco di criteri per giungere alla definizione di edificio passivo. Il protocollo del PHI prevede inoltre la verifica di tutti i requisiti energetici per la certifi- cazione Passivhaus mediante l’apposito software Phpp, Passive house planning package. Malgrado sia prece- dente all’introduzione degli nZEB nella normativa Europea, tuttavia la definizione di Passivhaus rappresenta una risposta molto valida alla richiesta di edifici a basso consumo energe- tico in Europa. Affermazione tanto più valida per l’Italia, dove la normativa non introduce criteri di comfort degli ambienti interni, quali assenza di spifferi e qualità dell’aria, né un obbli- go di controllo qualità di progetto e di realizzazione in opera, tutti elementi invece chiave nella realizzazione di Passivhaus. In sintesi, lo standard Passivhaus richiede che siano soddisfatti i seguenti obiettivi di performance energetica: domanda di ca- lore inferiore o uguale a 15 kWh/mc/anno; carico termico per il riscaldamento (ossia la misura di quanto calore/h è necessario per riscaldare uno spazio o mantenere la temperatura) inferio- re o uguale a 10 W/mq; domanda di energia primaria inferiore o uguale a 120 kWh/mq/anno. Lo standard impone anche limi- ti sulla tenuta d’aria dell’involucro edilizio, che secondo la EN 13829 dovrebbe rispondere al test di pressurizzazione a 50 Pa con un tasso di ricambio d’aria non superiore a 0,6 volumi/h. I criteri tengono poi conto delle differenze climatiche, e per realizzare una casa passiva in un Paese del Sud dell’Europa come l’Italia la certificazione apporta adattamenti al proget- to originale tedesco. Ad esempio, la maggiore insolazione e la necessità di difendersi dal calore estivo, e dal freddo invernale meno intenso, comporta una minore tenuta all’aria e un limite di consumo per raffrescamento di 15 kWh/mq, identico quindi al limite per il riscaldamento. Alla certificazione è stata inoltre aggiunta di recente una nuova procedura basata sull’Energia primaria rinnovabile (EPR), per cui in relazione al fabbisogno di EPR e alla quantità di energia rinnovabile prodotta è possibile ottenere una delle tre classi Classic, Plus e Premium per en- trambi gli standard Passivhaus e EnerPHit, protocollo specifico per le ristrutturazioni. La certificazione Passivhaus è rilasciata dall’istituto o da enti da esso accreditati presenti anche in Italia. Molti sono infine i punti in comune del protocollo tedesco con altri, quale ad esempio il certificato energetico CasaClima che attesta le caratteristiche energetiche, la sostenibilità e la qua- lità di un edificio, in linea con l’Epbd europeo. Il documento viene rilasciato dall’agenzia CasaClima, ente di certificazione pubblico e indipendente. Secondo la tabella per la classifica- zione energetica degli edifici di CasaClima, corrispondono alla definizione di nZEB ai sensi della direttiva gli edifici in classe energetica CasaClima A o CasaClima Gold. Image by Martin Pyško from Pixabay

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