Effinciency_and_Environment_05_2019

28 Efficiency & Environment - Maggio 2019 Speciale Economia circolare per un uso efficiente e sostenibile delle risorse Gestione dei rifiuti L’Italia è quindi prima a pari merito con la Ger- mania nella gestione dei rifiuti: in Italia nel 2016 la produzione pro-capite di rifiuti urbani è stata di 497 kg/ab (scesa a 489 kg/ab nel 2017), poco sotto la media europea di 483 kg/ab. La Danimarca è lo Stato membro che produce più rifiuti pro capite (777 kg/ab), seguita da Ci- pro (640 kg/ab) e dalla Germania (627 kg/ab). Il tasso medio di rifiuti urbani riciclati in Eu- ropa è invece stato del 45,3% nel 2016, media con cui è in linea l’Italia con un tasso pari al 45,1%. Germania, Slovenia e Austria hanno riciclato oltre il 55% dei propri rifiuti urbani, Bel- gio e Paesi Bassi oltre il 50%. La percentuale di riciclaggio della totalità dei rifiuti prodotti (urbani e speciali gene- rati da famiglie e imprese, con esclusione dei principali rifiu- ti minerali) in Europa nel 2014 è stata invece in media del 55%, con l’Italia che ha segnato un valore del 67%, pri- ma tra le cinque maggiori economie. Interessante anche rilevare che mentre tra 2010 e 2014 il tasso è cresciuto di due punti percentuali in Eu- ropa, in Italia l’incremento è stato di sette punti, contro i tre della Francia, due della Spagna e -1 e -2 rispettivamente di Regno Unito e Germania. Smaltimento e materie seconde Il report esamina quindi il tasso dello smalti- mento in discarica, osservando che il conferi- mento in discarica rappresenta per l’economia circolare uno spreco di risorse che altrimenti potrebbero essere riciclate. Per questo la Com- missione Europea ha fissato un target massimo del 10% da raggiungere entro il 2030. Nell’UE 28 il tasso medio di rifiuti urbani inviati in discarica nel 2016 è stato pari al 24%, e l’Italia si trova in linea con un valore pari al 25%. Valore molto eleva- to se paragonato a Paesi come Svezia, Belgio, Germania, Da- nimarca e Paesi Bassi, dove la percentuale arriva solo all’1%. Altri Paesi che hanno già raggiunto l’obiettivo al 2035 sono quindi Austria e Finlandia (3%), Lussemburgo (6%) e Slovenia (8%). Nel 2016 la Francia ha invece smaltito in discarica il 23% dei rifiuti urbani, il Regno Unito il 19% e la Spagna il 57%. Un altro dato significativo è quindi rappresentato dal tasso di Utilizzo Circolare di Materia (CMU), ovvero la quantità di materiale recuperato e reintrodotto nell’economia, riducendo la generazione di rifiuti e limitan- do l’estrazione di materie prime vergini (anche pertanto mercato delle Materie Prime Seconde, MPS). Il riutilizzo di materia in Europa nel 2016 è sta- to pari all’11,7%, e in Italia nello stesso anno è stato del 17,1%. Il valore italiano risulta inferio- re solo a quello di Paesi Bassi (29%), Belgio (20,6%), Francia (19,5%) e Regno Unito (17,2%). Mentre però Francia e Regno Unito hanno avuto un costan- te incremento tra 2010 e 2016, in Italia l’utilizzo circolare di ma- teria è cresciuto fino al 2014 a un massimo di 18,5%, per poi scendere negli anni successivi. Brevetti e occupazione Nel confronto con le cinque grandi economie euro- pee, l’Italia risulta infine poco attiva sul fronte brevetti depo- sitati relativi al riciclo dei rifiuti e alle MPS, con solo 15 brevet- ti nel 2015 che ci posizionano all’ultimo posto tra le maggiori economie e al sesto nella UE 28. Se sono pertanto bassi gli investimenti sul fronte ecoinnovazione, l’Italia è però prima tra le grandi economie alla voce occupazione in alcuni set- tori dell’economia circolare, con un’occupazione del 2,08% rispetto al totale occupati (media UE 28 1,71%). Il numero di persone occupate in settori dell’economia circolare in Italia nel 2016 è stato 510.000, sul totale di 3,9 milioni dell’UE 28 e secondo solo al valore della Germania, con 641.000 occupati. Indice complessivo di circolarità 2019: classifica dei cinque principali Paesi europei e confronto con l’indice di performance 2018 Foto tratta da www.pixabay.com

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