Effinciency_and_Environment_05_2018

Approfondimenti l’idrogeno, in realtà è deuterio (un pro- tone, un neutrone) e trizio (un protone, due neutroni), quindi, da un punto di vista teorico il processo è noto, ma in realtà le condizioni che si devono otte- nere richiedono ancora sforzi tecnolo- gici, economici e finanziari, ingenti. È insomma necessario ancora compren- dere al meglio la tecnologia ottimale per realizzare la fusione e per sfruttarla, e il progetto che vede Iter ha, in verità, proprio questo scopo: da questa inizia- tiva scientifica non si riuscirà infatti a originare energia di alimentazione per esigenze industriali e/o commerciali da fusione nucleare, ma, solo, si approderà a una tecnologia necessaria per poterla ottenere e rendere adottabile dagli Stati coinvolti nell’esperimento. Tale neces- sità tecnologica, purtroppo, ha elevato notevolmente i costi complessivi, dagli iniziali 10 miliardi di dollari, si è passa- ti ai 20 miliardi attuali. La maggiore incidenza economica è dovuta alla costruzione del ‘sole- noide centrale’, al cui centro è sospeso il pla- sma grazie a un elettromagnete, con diametro pari a 18 metri. Si ritiene che i primi risultati tangibili e valutabili arriveranno tra il 2025 e il 2035, e solo in un secondo tempo, si comincerà a ottenere energia da fu- sione. Oltre al progetto Iter, parla anche del progetto Demo, con inizio dopo il 2050, e che ha obiettivi ancora più ambi- ziosi di produttività ed efficienza energetica. Dose occupazionale annuale per il reattore sperimentale. Fonte, rielaborazione sperimentale (simulazione tramite software del CEA), presso Enea, CR_Frascati

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