Effinciency_and_Environment_05_2018

19 Efficiency & Environment - Maggio 2018 Speciale Economia circolare al lavoro delle aziende coinvolte nelle operazioni di raccolta e frantumazione: una rete selezionata sulla base di parametri come qualità del servizio offerto, capacità, efficienza ed esperienza. Infine la fase del recupero e del riciclo. In molti settori industriali si sta diffondendo l’attitudine a minimizzare laproduzionedi rifiuti eaconsiderare risorse molti dei residui di lavorazione che erano sempre stati ritenuti solo scarti da smaltire. Nelle acciaierie, ad esempio, si è visto che molti materiali derivanti dai processi di produzione dell’acciaio, come la loppa di altoforno, la scoria da convertitore, le scorie da formo elettrico, possonoessere adeguatamentegestiti ediventare sostitutivi o complementari dei materiali che si prelevano dalle risorse naturali. In questa prospettiva si sta muovendo Feralpi, nell’ambito di un programma avviato da Federacciai, con un progetto che recupera e rimette in ciclo materiali utilizzabili nell’ambito delle costruzioni edili e stradali. La valorizzazione di materiali di recupero di origine siderurgica vede oggi varie possibilità, quali: applicazioni nei manti di usura o nei conglomerati cementizi, costruzione di strati portanti in misto cemento, realizzazione di sottofondi stradali non legati, utilizzo delle scorie nei filtri per le acque di scarico allo scopo di rimuovere il fosforo. Tutto ciò con ulteriori vantaggi ambientali dovuti alle peculiarità di questi materiali che, ad esempio nelle strade, consentono di aumentare la durabilità delle pavimentazioni o di contribuire alla sicurezza di guida grazie alle migliori caratteristiche di aderenza del manto stradale. Tante storie Sta aumentando in Italia il numero di storie che si possono raccontare per documentare la realizzabilità e i vantaggi di questo nuovo modo di produrre e di gestire le risorse. A far conoscere e diffondere questi racconti ci hanno pensato Ecodom, Consorzio italiano per il recupero dei Raee, e Cdca, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in Italia, con il supporto dei ricercatori del Consorzio Poliedra - Politecnico di Milano: insieme hanno lanciato l’Atlante Italiano dell’Economia Circolare, una piattaforma web e interattiva e geo-referenziata che censisce e racconta le esperienze delle realtà economiche e associative impegnate ad applicare, in Italia, i principi dell’economia circolare. La circolarità di ogni esperienza è valutata attraverso una serie di indicatori che tengono conto di tutte le fasi del processo produttivo: dalla scelta delle materie prime alla progettazione, dall’efficienza energetica alla logistica, dalla gestione degli scarti alla creazione di valore sociale condiviso, dalla valorizzazione territoriale all’analisi dell’intera filiera. Tra le tante storie che si possono scoprire navigando nel sito dedicato all’Atlante, ci limitiamo a citarne tre a puro titolo esemplificativo, localizzate in tre diverse aree geografiche. Reset (Renewable Energy Solutions Environmental Technology) è una start up nata nel 2015 a Cittaducale (RI) con l’obiettivo di realizzare innovazione nella cogenerazione da fonti rinnovabili. Ha introdotto sul mercato gli impianti termoelettrici Syngasmart, basati sul processo di pirogassificazione delle biomasse che trasforma un combustibile solido (ad esempio cippato di legno) nel syngas, un gas di sintesi utilizzato in normali motori a combustione interna. L’unico sottoprodotto del processo di pirogassificazione è il Biochar, cioè carbone vegetale composto per oltre il 70%da carbonio che agisce come potente fertilizzante naturale in grado di accelerare la crescita di colture agroalimentari, piante e fiori; è riconosciuto dal Mipaf come ammendante agricolo e viene reimmesso nei terreni in cui si raccoglie la biomassa per reintegrare la parte di carbonio prelevata dalla vegetazione: un esempio quindi di circular economy. Un esempio nel campo della bioedilizia è quello della Guglielmino di Misterbianco (CT) che opera sulla base di una tradizione produttiva iniziata in Sicilia nel 1870 come fornace di laterizi. Oggi è impegnata a offrire soluzioni ecocompatibili per l’edilizia quali: intonaci di cocciopesto, battuto di cocciopesto, intonaci in terra cruda, tadelakt, calce canapulo e pittura a calce. Il cocciopesto delle malte in calce, proviene dagli scarti della lavorazione del cotto fatto a mano e industriale, tutti gli inerti utilizzati provengono da cave siciliane e il ciclo di vita dei prodotti è chiuso. Il canapulo impiegato per gli intonaci in calce e canapa è ottenuto come sottoprodotto della coltivazione di canapa industriale da parte di società agricole siciliane. Il terzo caso riguarda l’ambito dell’ecodesign: parliamo di Lessmore, che produce e commercializza un’intera collezione di arredi e complementi studiati secondo i criteri dell’economia circolare. Si usano diversi materiali, primo fra tutti il cartone al cento per cento riciclabile, ma anche il legno e il metacrilato che vengono combinati tra loro per dare vita a prodotti resistenti e molto duraturi. I materiali impiegati sono spesso già riciclati, o certificati FSC, come nel caso del legno. La maggior parte degli elementi usati sono combinati tra loro a incastro oppure avvitati o incollati per produrre monomateriale; ciò rende più facili le operazioni di manutenzione e di riparazione e allunga il ciclo di vita dei prodotti inmaniera considerevole. Nel realizzare i vari prodotti, implementa una metodologia che prevede di intervenire solo sulle finiture e i colori, sulla‘pelle’ esterna, senza sostituire il prodotto intero; in tal modo i materiali possono essere successivamente scomposti, disassemblati e riciclati per poi essere reinseriti in un ciclo produttivo diverso. Lessmore opera nell’ambito dell’ecodesign

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