Effinciency_and_Environment_03_2020
134 Efficiency & Environment - Marzo 2020 Speciale Packaging innovativo Le idee non arrivano sempre dall’alto Il tema degli imballaggi soste- nibili ha suscitato interesse un po’ ovunque. È il caso per esempio di una star- tup, IUV, che ha dato vita a imballaggi edibi- li. L’idea è venuta a un giovane che, durante gli anni universitari, ha deciso di studiare e mettere sul piatto una tecnologia che, parten- do da una formula e da un mix di sostanze di ori- gini prevalentemente vege- tali, chiamate biopolimeri, ha dato vita a imballaggi biodegra- dabili e compostabili. Il ceo e fonda- tore di IUV, si chiama Cosimo Palopoli e ha spiegato: “Questi biopolimeri hanno la caratteri- stica di trasformarsi in carbonio organico senza che vi sia un processo forzato. Abbiamo iniziato a fare una ricerca fin dal 2011 con l’intuizione di partire dal rifiuto e dallo spreco per rinnovare il mercato. Da qui è partita la sfida alla ricerca dei sistemi di confezionamento sostenibili, green e orientati a favorire il benessere delle generazioni future. Attraverso studi realizzati in Università a Firenze ho brevettato la formula e scoperto un tipo di imballaggio che potesse avere applicazio- ni sia nel food sia nel non food: nel food affinché fosse atta a favorire anche la conservazione dei cibi freschi e anche fosse sostenibile per il confe- zionamento dei liquidi, delle farine, dei prodotti monouso e, infine anche del non food come per esempio i prodotti di cosmesi”. “Partendo dal Co- lumbus’ egg, la tecnologia su cui sono basati i prodotti IUV, abbiamo elaborato due linee” spie- ga il ceo dell’azienda a SmartGreen Post “quella delle pellicole edibili e biodegradabili e quelle dei film. Le pellicole sono rivestimenti incolore, inodore e insapore che si applicano sui freschi e consentono di conferire al prodotto confezio- nato specifiche tecniche versatili, quali numero strati, dimensioni, spessore, colore, aroma e sa- pore attraverso l’impiego di sottoprodotti e scarti dell’industria agroalimentare”. “Si tratta” – conti- nua Palopoli “di materiali atti a favorire la durata commerciale e migliorare l’aspetto degli additi- vi tipici dell’industria”. Sulla base delle esigenze del cliente è possibile migliorare ulteriormente la shelf-life dell’alimento attraverso l’inclusione di antimicrobici naturali o di sintesi, autorizzati dalla legislazione vigente. Inoltre, è possibile ar- ricchire il rivestimento con prodotti funzionali al benessere del consumatore, quali probiotici e prebiotici. “I film sono adatti al confezionamento del monouso e possono sostituire gli imballaggi in plastica, ad esempio, nei monoporzione, in merendine, snack e pasta. Essendo solubili, oltre che biodegradabili, è possibile scio- glierli in acqua”. Tuttavia i rivestimenti e i film edibili, attualmente, non sono destinati a sostituire i materiali tra- dizionali per il confezionamento e la conservazione prolungata degli alimenti, ma sono concepiti come un’integrazione. Secondo quanto riporta SmartGreen Post, le soluzioni di packaging proposte da IUV hanno colpito in particolar modo per deter- minate qualità, oltre che per il loro im- patto positivo sull’ambiente: la scalabi- lità, imprescindibile perché la tecnologia venga adottata da aziende che producono su volumi massivi; la versatilità, estremamente vantaggiosa per chi opera su più linee di prodotto; la personalizzazione, in grado di garantire la massima compatibilità e sinergia tra involucro e contenuto. Le aziende produttrici di alimenti freschi, nonché le aziende della grande distribuzione organizzata, sono poi interessate a un altro dei principali vantaggi assicurato dalla tecnologia di IUV: il miglio- ramento della qualità conservativa degli alimenti e il prolun- gamento della shelf-life degli stessi. Infine, secondo SmartGre- en Post, il vantaggio dell’ottimizzazione del peso del prodotto finito (contenuto più involucro) che porta con sé un duplice beneficio: un risparmio di costi e un minor impatto ambientale entrambi derivanti dalla minore massa da trasportare. Nulla si distrugge, tutto si ricicla Spiega poi FutureBrand che “Con l’ipersegmentazione del mercato, dove le scelte di consumo hanno una connotazione sempre più emozionale, il packaging sostenibile diventa uno strumento per condividere la coscienza ecologica della marca. Così, i brand sono in grado di interpretare e in parte risolve- re le preoccupazioni del proprio pubblico”. In breve, il riciclo può diventare un elemento di coolness delle marche, entrando come ingrediente base nel processo creativo e di design. Lo prova il caso di Ecobirdy, la startup olandese che sta trasfor- mando i giocattoli di plastica smaltiti in mobili di design per bambini. Ecco dunque che sorgono vere e proprie realtà che stanno dando una seconda vita alla plastica esausta. Una sorta di riciclo evolutivo in cui nulla si distrugge e tutto si riutilizza. La presa di posizione delle grande marche significa non solo l’adozione di imballi organici, ma soprattutto la creazione di una vera e propria filiera del riutilizzo. I brand diventano così come parte di un ecosistema, in cui un approccio simile deve passare per la cooperazione tra aziende diverse, collaborazio- ne che diventa essa stessa elemento di attrattività e di narra- zione. “Vengono create estensioni dell’offerta per ampliare la filiera del riutilizzo, è il caso della linea di accessori da viaggio Fashion Unplugged firmata da Sony e Auria. La collezione ri- cicla i fili degli auricolari e altre componenti in plastica, che diventano dettagli su borse e accessori. La collezione coincide con il lancio della gamma di cuffie wireless Sony di Sony” con- clude Buschi di FutureBrand. Image by Markus Spiske from Pixabay
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