Effinciency_and_Environment_03_2020

133 Efficiency & Environment - Marzo 2020 Speciale Packaging innovativo stile di vita più intelligente e fresco ma non per questo privativo, come propone Melamin, il sito che raccoglie e propone informazioni, prodotti e stili di vita più eco. Non per questo, sempre se- condo LifeGate, sondaggi condotti dall’istituto di ricerche di mercato Lux Research hanno stimato che gli imballaggi biodegradabili possono com- petere con quelli derivati dal petrolio e garantire prestazioni migliori. Cosa dicono alcuni produttori Entrando nel dettaglio di alcune realtà specifi- che che si occupano proprio di imballaggi, vi è un’indagine condotta a livello mondiale da Te- trapak da cui emerge che nell’ambito delle be- vande c’è una crescente importanza al packaging eco-friendly da parte degli acquirenti. I due ter- zi dei seimila intervistati in dodici paesi hanno affermato di scegliere prodotti che rispettino l’ambiente, anche quando costano di più. L’in- dustria e, in particolare, la grande distribuzione non sono rimaste alla finestra e si stanno dan- do da fare per rispondere a questa nuova do- manda di sensibilità. Secondo alcune ricerche, il mercato degli imballaggi alimentari biodegra- dabili dovrebbe raggiungere quota 7 miliardi di dollari entro il 2023. Secondo Francesco Buschi, strategy director di FutureBrand, “l’industria fa passi avanti verso un sistema più sostenibile, come per esempio la creazione di buste e altri imballaggi più semplici da riciclare o con solu- zioni che mantengano i materiali non riciclabili il più a lungo possibile fuori dal flusso di rifiuti”. È il caso, solo per citarne alcuni, dei format distri- butivi muniti di dispenser per riempire più volte gli stessi contenitori che, guardando dalla parte dell’organizzazione distributiva, producono van- taggi economici e logistici non indifferenti. Nel Regno Unito e in Islanda, entro cinque anni, gli imballaggi in plastica delle Private Label spari- ranno, sostituiti da vassoi e sacchetti di carta o cellulosa. Nel 2020, Ikea inizierà a eliminare dai suoi negozi e ristoranti tutti i prodotti monouso in plastica, come piatti, tazze e sacchetti per il congelatore. Tuttavia, l’opportunità reale per le marche non risiede nel vantaggio economico e logistico di un imballaggio semplificato, ma nella creazione di un’affinità di relazione con il merca- to. Le marche che avranno preferito rendere più chiare e trasparenti le proprie scelte in materia di sostenibilità, vedranno crescere il favore dei con- sumatori. Sempre secondo FutureBrand, il Wrap, il patto della plastica britannico, è un’iniziativa pioneristica creata da esperti di sostenibilità per dar vita a un’economia circolare della plastica. Il progetto ha riunito l’80% dei marchi produttori di imballi in plastica destinati ai supermercati del Regno Unito. Unilever, Nestlé e Coca-Cola hanno sottoscritto l’accordo, impegnandosi a riutilizza- re il 100% dei loro imballi in plastica entro il 2025. Nell’accordo sono entrati anche supermercati tra cui Sainsbury’s, Waitrose e Tesco. Le aziende chiedono aiuto nella ricerca E, proprio una di queste realtà, Nestlè, ha sottoscritto lo scorso anno una collaborazione con l’Università Federico II di Napoli per un progetto che va nell’ottica di identificare strategie inno- vative per l’adozione di nuovi packaging sostenibili. La collabo- razione, al via da settembre 2019, nasce dall’impegno preso da Nestlé che punta a rendere il 100% dei suoi imballaggi riciclabi- li o riutilizzabili entro il 2025. In Italia, Nestlé ha già raggiunto il 95% di materiale riciclabile all’interno dei packaging dei propri prodotti, trovandosi in linea con gli obiettivi. In questa direzio- ne, l’Università mette a disposizione il Dipartimento di Scienze Chimiche, un centro d’eccellenza nel campo della scienza dei polimeri, che dispone delle risorse e del know-how necessari per svolgere attività di ricerca scientifica nel campo dello svi- luppo di materiali polimerici innovativi. Il contributo della Fe- derico II fa parte di una serie di partnership internazionali, tra le quali figurano quella con PureCycle Technologies, azienda con base a Chicago e specializzata nella rimozione di colori, odori e contaminanti dai rifiuti di plastica per trasformarli in una resina vergine e con Danimer Scientific, azienda della Ge- orgia che sta sviluppando una bottiglia riciclabile e biodegra- dabile in mare. L’impegno di Nestlé nasce anche dall’inaugu- razione, sempre nel 2019, dell’Institute of Packaging Sciences. In particolare, questo istituto si concentra su una serie di aree scientifiche e tecnologiche, come imballaggi ricaricabili o riu- tilizzabili, materiali di imballaggio semplificati, materiali di im- ballaggio riciclati, tipi di carta altamente performanti in termini di conservazione e sicurezza dei prodotti e materiali a base biologica, compostabili e biodegradabili. Infatti, il ceo di Nestlè, Mark Schneider, sul tema ha così dichiarato: “La nostra visione è un mondo in cui nessuno dei nostri imballaggi finisca in di- scarica o nella raccolta indifferenziata. A tal fine, introduciamo soluzioni di imballaggio riutilizzabili e materiali di imballaggio ecologici all’avanguardia. Inoltre, sosteniamo lo sviluppo di in- frastrutture di riciclo locali e schemi di deposito su cauzione per aiutare a costruire un mondo privo di rifiuti”. Rafforzando il tema, il cto della società, Stefan Palzer ha ricordato: “Gli esperti Nestlé stanno co-sviluppando e testando nuovi materiali e si- stemi di imballaggio ecocompatibili insieme ai nostri centri di sviluppo, fornitori, istituti di ricerca e start-up. Situato presso le nostre strutture di ricerca Nestlé a Losanna, in Svizzera, l’I- stituto sfrutta anche le nostre capacità di ricerca in materia di sicurezza alimentare, analisi e scienze alimentari”. Image by Pablo Valerio from Pixabay

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