AO 458

30 | NOVEMBRE-DICEMBRE 2024 AUTOMAZIONE OGGI 458 non è chiaro quali competenze saranno richie- ste e quali opportunità si renderanno disponibili grazie alla nuova tecnologia. Dal nostro punto di vista, le competenze e i profili professionali chiave per affrontare l’evoluzione dell’AI sono quelli di data scientist e machine learning en- gineer, che devono avere una profonda cono- scenza di tecniche di machine learning (ML), data analytics e linguaggi di programmazione come Python e R; devono essere in grado di lavorare con grandi set di dati, costruire e ad- destrare modelli di AI. Mentre i data scientists sono essenziali per creare modelli di AI, gli ML engineer si occupano dell’integrazione e del deployment di questi modelli in infrastrutture come Red Hat OpenShift AI, che permette di gestire il ciclo di vita delle applicazioni AI su larga scala. A questi si affiancano gli esperti di DevOps, che devono ampliare le proprie com- petenze sui processi e strumenti di MLOps per la gestione del ciclo di vita dei modelli e delle applicazioni con l’obiettivo di automatizzare e gestire l’intero processo di sviluppo, test, tuning e deployment delle soluzioni AI, supportando ambienti ibridi omulti-cloud. L’adozione dell’in- telligenza artificiale generativa richiederà anche la presenza di ethical AI specialist per compren- dere a fondo come i modelli di AI interagiscono con le decisioni umane e come mitigare i rischi legati a discriminazione o uso improprio dei dati. Infine, gli sviluppatori e ingegneri del sof- tware dovranno acquisire competenze nella progettazione di sistemi basati su AI e nell’inte- grazione con le soluzioni aziendali esistenti. Le tecnologie open-source sono al centro di molte implementazioni AI, e strumenti di Red Hat fa- cilitano l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale nelle architetture aziendali. Ceccherini : Come ci si può aspettare, ingegneri dell’AI, sviluppatori, data scientist sono figure molto richieste, ma ci possono essere altre op- portunità per entrare nel mondo del lavoro ‘moderno’. L’ascesa dell’AI sta trasformando sen- sibilmente il panorama delle opportunità di car- riera, creando nuovi lavori che richiederanno un mix di competenze tecniche e umane. Ci sono alcuni suggerimenti per trovare un percorso professionale verso una prima, seconda, o anche terza carriera. In primo luogo, le persone offrono ai sistemi di AI i dati di cui hanno bisogno per funzionare. Ma se forniscono dati sbagliati, allora l’AI funzionerà in modo parziale. Per esempio, se nelle soluzioni a supporto dei processi di assun- zione sono stati inseriti dati di parte, il sistema di AI potrebbe fare raccomandazioni discriminato- rie per i colloqui. AI ed etica devono essere for- temente connessi per mitigare i rischi potenziali e garantire equità, trasparenza e rispetto per la privacy. Occuparsi di etica dell’AI vuol dire pro- muoverne i benefici mitigando al contempo i ri- schi potenziali e garantendo equità, trasparenza e rispetto per la privacy. Poi bisogna considerare che lo sviluppo e l’implementazione di progetti di AI di successo richiedono project manager qualificati. Devono comprendere i concetti fon- damentali dell’AI e spesso tradurli tra utenti busi- ness e team tecnici. Anche saper gestire i diversi tipi di dati, i metodi di raccolta e le tecniche di elaborazione dei dati rappresenta una profes- sionalità che sarà sempre più richiesta, perché l’AI ha successo solo quando i dati su cui si basa sono di elevata qualità. Infine, con l’ascesa dell’AI in tutti i settori e Paesi, ci sarà bisogno di persone che comprendano i principi di sicurezza, e gover- nance, e le normative, tra cui come stabilire me- triche, standard e pratiche di responsabilità per analizzare il comportamento di un sistema di AI. Ariano : AI@Scale rappresenta per Schneider Electric un approccio pragmatico, che mette l’AI al servizio della sostenibilità, della decarboniz- zazione, dell’efficientamento produttivo e della riduzione dei consumi, oltre che aiutare gli OEM a ridurre il time-to-market accelerando i loro processi. Come per altre tecnologie digitali è ne- cessario che aziende manifatturiere e costruttori introducano nuove figure specializzate con com- petenze ICT; inoltre è importante, anche se sap- piamo che è difficile, individuare persone capaci di orientare la digitalizzazione in azienda anche in ottica AI, e abbiamo competenze integrate tra IT e OT, per fare inmodo che le aziende sfruttino rapidamente nelle attività quotidiane i benefici che questa tecnologia pervasiva e rivoluzionaria porterà. C’è poi il tema dell’aggiornamento del personale già presente, perché sia in grado di interagire con efficacia con gli strumenti basati su AI che gli si mette a disposizione. Pensiamo a un programmatore che utilizzi strumenti ba- sati su GPT, ma anche agli esperti di servizi che dovranno saper personalizzare gli algoritmi che analizzano i dati provenienti dai sistemi elettrici o di produzione, in modo che supportino le spe- cifiche esigenze del cliente. Una nostra ricerca commissionata a Omdia all’inizio di quest’anno ha evidenziato che la digitalizzazione creerà nuovi posti di lavoro e nuove figure professionali anche nell’ambito tradizionale delle tecnologie operative. Abbiamo coinvolto aziende di tutto il mondo che hanno evidenziato come priorità proprio gli investimenti per acquisire personale e competenze nell’area dei dati, ma anche nella programmazione. Sappiamo che sono difficili da trovare, in questo senso facciamo nostro il suggerimento di questa ricerca, che indica nella collaborazione di tutto l’ecosistema industriale l’unica strada per aumentare il più rapidamente possibile la disponibilità di tali competenze nel mercato del lavoro. Rigotti : Sono necessarie figure professionali che sappiano gestire i dati. Dal data sourcing iniziale, al data management, al data value extraction. E questo, in un sistema economico e imprendi- toriale come quello italiano, può essere fatto applicando una logica a doppia velocità. Il dato può essere stoccato in versione ‘calda’, basato su dati di pronto accesso, mettiamo, degli ultimi 30 giorni. E in versione fredda: archiviando tutto lo storico dei dati generati con costi di esercizio e conservazione estremamente bassi. Sono que- sti ultimi a costruire l’ossatura del knowledge aziendale e la linfa dell’AI. Servono professio- nalità che sappiano poi istruire l’AI sulla base del dato, costruendo il giusto prompt. Servono integratori e sviluppatori che sappiano costruire l’interfaccia fisica perché AI e automazione dia- loghino. Come si può capire, l’AI porta con sé un indotto di professionalità di vasta portata e sono certo che, seppure assorbirà e renderà obsolete figure professionali poco specializzate, come la robotica nella sua prima fase di sviluppo, por- terà a creare nuovi posti di lavoro, più qualificati e remunerati. Esattamente come hanno fatto il computer e la robotica prima di essa. E miglio- rerà la qualità del lavoro degli operatori. Proprio come i cobot. AUTOMAZIONE OGGI Panorama Adriano Ceccherini, chief business officer, SAP Italia

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