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NOVEMBRE-DICEMBRE 2024 AUTOMAZIONE OGGI 458 | 27 tivo, capace di adattarsi alle fluttuazioni della do- manda e di supportare la competitività globale. Da un lato l’IoT, con la sua rete di dispositivi con- nessi e sensori, permette di monitorare in tempo reale prestazioni, efficienza e personalizzazione degli impianti, dall’altro la AI sfrutta questi dati per fornire soluzioni immediate ed efficienti. Scetticismo e responsabilità Nonostante l’ottimismo generale e i vantaggi che molti hanno riscontrato, c’è chi è ancora scettico: secondo osservatori come Goldman Sachs, per esempio, non è chiaro se l’AI riuscirà ad avere realmente lo stesso impatto rivolu- zionario di Internet o dei telefoni cellulari. Altri analisti si interrogano invece sull’effettivo ri- torno dei forti investimenti fatti da colossi come Amazon, Google e Microsoft nella costruzione di infrastrutture per l’AI. Ci sono anche altre due criticità che sono portate frequentemente sul tavolo del dibattito: quella delle cosiddette ‘al- lucinazioni’ dell’AI generativa, ovvero, quando i modelli producono output incoerenti o errati, e quella della sicurezza e dell’uso etico dell’AI. Di fatto, se è vero che l’AI può guidare l’industria verso una nuova era di innovazione sostenibile, è altrettanto evidente che c’è la necessità di adottare un approccio e un impiego responsa- bile, che consideri non solo l’efficienza operativa, ma anche l’impatto etico e sociale sia all’interno dell’azienda sia verso un contesto globale. L’opinione delle aziende Secondo lo studio BCG AI Radar: From Potential to Profit with GenAI, il 90% dei CEO riconosce le potenzialità rivoluzionarie dell’intelligenza artifi- ciale generativa, ma solo poche imprese stanno attualmente sperimentando questa tecnologia. Quali sono, a suo parere, i primi effetti positivi che si stanno vedendo grazie all’uso dell’AI e come si colloca la vostra azienda in questo contesto? RobertoCarrozzo, headof Intelligence&Data, Minsait in Italia ( www.minsait.com ) : Sebbene lo studio che Minsait ha realizzato con l’università Luiss Guido Carli mostri come l’implementa- zione dell’AI nelle aziende italiane sia ancora agli albori, i primi effetti positivi dell’adozione dell’AI si manifestano principalmente in quattro aree chiave. La prima, che corrisponde anche alla motivazione principale per l’implementazione di sistemi di AI per il 25% delle aziende, riguarda l’ottimizzazione dei processi e delle attività ripe- titive. L’AI, infatti, consente di analizzare i dati e individuare modelli ricorrenti, automatizzando compiti di routine e migliorando l’efficienza operativa. Questo permette ai dipendenti di con- centrarsi su attività più strategiche e a maggiore valore aggiunto. Un altro impatto significativo, nonché motivazione principale per l’adozione dell’AI per un’azienda su cinque, concerne la personalizzazione di prodotti e servizi: grazie alla capacità dell’AI di analizzare grandi quan- tità di dati sui clienti, le aziende possono offrire esperienze sempre più su misura, migliorando l’interazione con i consumatori e aumentando la loro soddisfazione. L’intelligenza artificiale, inol- tre, sta rivoluzionando l’esperienza del cliente at- traverso assistenti virtuali, chatbot e strumenti di co-pilot basati sull’AI, fornendo risposte rapide, accurate e personalizzate, sia attraverso canali digitali sia fisici. L’ultima area chiave, ma non per importanza, riguarda la capacità dell’AI di mi- gliorare l’efficienza decisionale: l’analisi rapida e accurata di grandi volumi di dati garantisce che le decisioni siano prese su basi più solide e con maggiore affidabilità. Marco Betti, senior account solution archi- tect, Red Hat ( www.redhat.com ): È importante distinguere tra le aziende del settore IT, già avanti con l’intelligenza artificiale, e altri settori ancora in fase di sperimentazione o di prima adozione, come quello bancario-assicurativo, dei media, automotive e manifatturiero. L’avvento dell’AI generativa ha introdotto un cambiamento radicale nel modo in cui par- liamo di informatica: non si tratta più soltanto di applicazioni, ma anche di modelli. Questi ul- timi sono la chiave per ottenere risultati unici e personalizzati, ma richiedono enormi quan- tità di dati e infrastrutture sofisticate per essere addestrati e sviluppati, un investimento che solo poche aziende possono permettersi. La sfida per le imprese è quindi duplice: valutare l’usabilità dei modelli disponibili e investire nella loro personalizzazione per casi d’uso spe- cifici. Nel contesto dell’AI, Red Hat si muove su tre direttrici principali. Primo, mette a disposi- zione piattaforme che permettono di lavorare con modelli di AI, offrendo l’integrazione con l’hardware di accelerazione, strumenti speci- fici e modelli open-source. Secondo, Red Hat arricchisce i propri prodotti con funzionalità di AI generativa, distribuite sotto il nome di Lightspeed, per aumentare la produttività e semplificare il lavoro degli specialisti IT. Infine, Red Hat abilita lo sviluppo e la distribuzione di applicazioni AI-enabled di terze parti, offrendo gli strumenti per sviluppare, gestire e scalare applicazioni AI in modo sicuro e agile. Adriano Ceccherini, chief business officer, SAP Italia ( www.sap.com/italy ) : Per SAP, AI signi- fica business, perché l’intelligenza artificiale può avere un impatto su tutte le moderne piatta- forme tecnologiche aziendali e su ogni applica- zione enterprise. La nostra visione è di integrare l’AI nelle nostre soluzioni per aiutare i clienti a ot- tenere maggiore produttività, efficienza e soste- nibilità in modo semplice. Secondo un recente studio che abbiamo svolto con IDC, il 63% dei dirigenti della supply chain e il 52% dei dirigenti delle operation hanno già una strategia di AI le- gata agli obiettivi. Il cinquantuno per cento dei 2.000 leader coinvolti nella ricerca sta integrando l’AI nei loro processi aziendali di pianificazione della supply chain e nelle applicazioni chiave a Panorama Roberto Carrozzo, head of Intelligence & Data, Minsait Marco Betti, senior account solution architect, Red Hat
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