AO 457

OTTOBRE 2024 AUTOMAZIONE OGGI 457 | 111 i chiama Plantvoice ( www.plant- voice.it ) la pluripremiata start-up italiana che ha lanciato sul mer- cato un’innovativa tecnologia sensoristica in grado di rilevare in tempo reale lo stato di salute delle piante, attraverso un’accu- rata analisi biochimica della linfa. Raccogliendo e analizzando i dati grazie all’intelligenza artifi- ciale nativa, si ottiene l’impronta digitale di ogni tipologia di stress della pianta, da quello cau- sato dalle infestazioni, fino a quello dovuto alla siccità. È così possibile non solo prevenire la diffusione di malattie delle colture, ma anche migliorare la resa e la qualità delle coltivazioni, oltre che ottenere un risparmio economico di- retto, in termini di efficienza del consumo di risorse idriche, fertilizzanti e fitofarmaci. La tecnologia di Plantovoice può essere uti- lizzata in campo agricolo, ma anche nella gestione del verde urbano, con l’obiettivo di migliorare anche l’assorbimento di CO 2 da parte delle piante e di calcolare l’impronta car- bonica dell’area urbanizzata interessata. A fondare la società lo scorso anno è statoMat- teo Beccatelli, chimico, inventore specializzato nella realizzazione di tecnologie brevettate, con esperienza in diverse start-up e progetti di ricerca e sviluppo tra Italia e Stati Uniti nell’am- bito della sensoristica (New Jersey Institute of Technology, Università di Parma e CNR), as- sieme al fratello Tommaso Beccatelli, tecnico elettronico, imprenditore agricolo ed esperto di additive manufacturing. “Molto importanti per lo sviluppo della tecnolo- gia” spiegaMatteo “sono state le collaborazioni accademiche con Eurac Research, Fondazione Edmund Mach e Università di Milano, che hanno seguito le sperimentazioni sul campo e si sono occupate della validazione scientifica del brevetto. L’azienda ha poi stabilito il suo headquarter nel NOI Techpark Südtirol/Alto Adige, il parco scientifico e tecnologico della provincia autonoma di Bolzano, che ospita attualmente 3 Istituti di ricerca, 4 facoltà della Libera Università di Bolzano, 45 laboratori scientifici, 90 fra aziende e start-up, e diverse altre istituzioni italiane e straniere, tutte impe- gnate in attività di ricerca e sviluppo”. Il 70% del consumo idrico mondiale dell’uomo è destinato all’agricoltura, ma il 60%dell’acqua utilizzata in questo settore viene sprecata a causa di sistemi di irriga- zione inefficienti. L’agricoltura è anche re- sponsabile del 17%delle emissioni globali di anidride carbonica. “Insomma” continua Tommaso “ci siamo posti di fronte all’urgenza di adottare pratiche agri- cole più sostenibili. Ricordiamoci che al con- sumo idrico si aggiunge anche il problema dello sfruttamento del suolo. Plantvoice nasce proprio dall’osservazione di questi due prin- cipali problemi in agricoltura e dalla volontà di risolverli. Si è quindi ideato uno strumento che non invade la natura e non la modifica, ma grazie all’utilizzo dell’AI fornisce informa- zioni utili alle aziende agricole per gestire al meglio tutte le risorse. L’acqua è ormai un bene prezioso, i pesticidi hanno impatti su ambiente e salute umana, i fertilizzanti hanno effetti in termini di impoverimento del suolo: per questo Plantvoice ha creato un dispositivo che, grazie all’elaborazione intelligente di dati finora inaccessibili, rende possibile ridurre l’u- tilizzo di acqua e di sostanze chimiche”. L’agricoltura 4.0 è la nostra risorsa per un futuro sostenibile? “L’agricoltura 4.0, il settore in cui si inserisce l’attività di Plantvoice, è in forte crescita” con- tinua Tommaso. “McKinsey calcola che questo mercato oggi abbia un valore di 31,5 miliardi di euro e possa segnare un aumento del 16% annuo fino al 2031. Anche in Italia i dati ricavati dall’Osservatorio Smart Agrifood del Polimi e dal Centro Studi TIM rivelano previsioni pro- mettenti: nel 2023 il fatturato delle aziende che offrono soluzioni 4.0 per l’agricoltura ha raggiunto la cifra di 2,5 miliardi di euro, con un aumento del 23% rispetto all’anno pre- cedente. Un trend che con tutta probabilità proseguirà, in quanto l’agricoltura 4.0 sembra essere l’unica strada percorribile in un conte- sto in cui la popolazione mondiale aumenta, ma il terreno coltivabile va esaurendosi”. Come funziona l’applicazionedi Plantvoice? “Plantvoice” spiega Matteo “è una tecnolo- gia sensoristica ‘as-a-service’ avanzata, che si traduce in un dispositivo fitocompatibile non invasivo, grande come uno stuzzicadenti, che viene introdotto direttamente nel fusto del vegetale, permettendo di avviare un monito- raggio in tempo reale dei dati fisiologici interni della pianta, per esempio la salinità e il flusso della linfa. La rilevazione viene fatta adottando un approccio a ‘pianta sentinella’, che si rea- lizza sensorizzandouna pianta rappresentativa dell’appezzamento agronomico omogeneo in cui è inserita, della dimensione media di metà ettaro. Una volta captati i dati, il sensore li invia in cloud a un software di AI che li analizza uti- lizzando algoritmi personalizzati per fornire informazioni dettagliate, per esempio su un eventuale insufficiente apporto d’acqua, o su un attacco di batteri e funghi. Queste informa- zioni aiutano le aziende agricole a prendere decisioni tempestive per preservare la salute e la resa qualitativa delle coltivazioni e a ot- timizzare l’uso dell’acqua. A differenza delle altre principali tecnologie agricole, come sen- sori meteorologici, di suolo, di irraggiamento e temperatura, immagini satellitari di droni ecc., che forniscono agli agricoltori dati esterni alla pianta, relativi all’ambiente che la circonda, la tecnologia Plantvoice raccoglie direttamente i dati interni alla pianta, quasi come ‘un’elettro- cardiogramma’ della pianta, attinenti alla sua fisiologia, consentendo così una rilevazione rapida delle anomalie dello stato di salute, mi- nimizzando la latenza rispetto alle tecnologie concorrenti”. A completare il quadro di una start up vin- cente e competitiva sotto tanti aspetti c’è anche la scelta di una tecnologia che è essa stessa sostenibile: i sensori sono ‘bio’, realiz- zati con materiali biocompatibili e compo- stabili, e possono resistere all’interno della pianta per un’intera stagione vegetativa, consentendo quindi un utilizzo prolungato. La realizzazione avviene con tecniche di ad- ditive manufacturing, poco energivore. Un grande risultato, che ci fa ben sperare nel fu- turo anche delle prossime generazioni. S Il ‘medico’ delle piante Lucilla La Puma AUTOMAZIONE OGGI START-UP

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