Automazione Oggi 455

Tavola rotonda GIUGNO-LUGLIO 2024 AUTOMAZIONE OGGI 455 | 81 Personalizzazione dei servizi: attraverso l’analisi dei dati dei clienti, è possibile adattare i servizi offerti in base alle esigenze specifiche dei singoli clienti. Ad esempio, UR offre servizi di formazione personalizzati o assistenza remota basata sull’a- nalisi dei dati operativi del cliente e, attraverso il Customer SuccessManager, guida il cliente attra- verso la grande varietà di servizi offerti. La mia opinione è che l’integrazione di queste tecnologie digitali nella servitizzazione offra vantaggi significativi sia per le aziende sia per i clienti. Le aziende possono migliorare l’effi- cienza operativa, ridurre i costi di manutenzione e offrire servizi più personalizzati e orientati al cliente. Allo stesso tempo, i clienti beneficiano di una maggiore affidabilità dei prodotti e di un miglior supporto post-vendita, migliorando complessivamente l’esperienza complessiva. L’Europa ritiene che il modello della servitiz- zazione sia più in linea rispetto ai target di transizione ecologica e digitale fissati dal Next Generation EU e agli obiettivi di sviluppo sosteni- bile dell’Agenda 2030. Qual è il suo commento? Rigotti : Credo che la risposta a una produzione più sostenibile sia in una fabbrica smart, evo- luta, connessa. La servitizzazione, così come la digitalizzazione dei processi, sono solo alcuni degli aspetti di questo tipo di produzione. In sintesi: non sono sufficienti la digitalizzazione o l’approccio pay per use a fare di una fabbrica una produzione sostenibile. Ma in un’ottica di ripensamento del processo, di attenzione al lato ambientale, sociale ed economico, sono senza dubbio aspetti importanti che contribuiscono a fare di una manifattura una realtà sostenibile. È anche una questione di cultura della produ- zione, di sguardo olistico a diversi aspetti. La robotica collaborativa facilita l’introduzione in fabbrica di diversi punti di vista. Quello sociale (perché è una forma di automazione che non erode il tasso occupazionale, qualifica il lavora- tore e ne migliora le condizioni ergonomiche), quello ambientale, perché riduce i consumi e gli sprechi, quello economico, perché aumenta pro- duttività ed efficienza delle aziende. Feletti : Il tema della servitizzazione è profonda- mente legato alla sostenibilità. I nuovi modelli di business as a service portano i costruttori di mac- chine a ripensare l’intero ciclodi vita del prodotto. In questi modelli l’OEM resta possessore del bene e deve farsi carico delle spese di gestione dello stesso; pertanto, il suo obiettivo sarà allungarne il più possibile la vita utile e minimizzare i costi associati al suo funzionamento e manutenzione, come i costi dei ricambi e quelli dell’energia; ne consegue una ricerca di efficienza energetica e un uso più accorto degli asset, con un impatto positivo anche in termini ambientali oltre che di TCO. La servitizzazione comporta anche una re- visione del fine vita dellamacchina: principi di cir- colarità come la riparabilità e il riuso sono parole chiave che devono diventare parte integrante di un nuovo modo di progettare le macchine che conviene dal punto di vista economico e riduce l’impatto sul pianeta. Il fatto poi che l’adozione di servizi digitali consenta di intervenire sulle mac- chine anche da remoto con efficacia aiuta anche a ridurre le trasferte del personale, che comportano costi ed emissioni legate ai trasporti. L’operatività dell’azienda è legata alla sua ca- pacità di trasformarsi in azienda di servizi, e deve dotarsi di piattaforme tecnologiche atte a monitorare, gestire e fatturare il servizio fornito. Le cosiddette PMI italiane sono pronte a questa trasformazione? Rigotti : Distinguerei. Dal punto di vista del for- nitore di servizi/prodotti, come Universal Robots siamo pronti da tempo e abbiamo adeguato la nostra offerta in questo senso, con una vasta gamma di opzioni di fornitura del bene, così come di servizi a corredo. Dal punto di vista delle aziende clienti credo invece che ci sia an- cora molta strada da fare. Credo che il tessuto imprenditoriale e manifatturiero italiano sia an- cora molto indietro rispetto a questa transizione e che questo dipenda in gran parte da resistenze culturali a formule alternative all’acquisto. Deve essere un processo graduale. UR sostiene da anni un modello basato sull’acquisto di servizi e sul pay per use, ma ha introdotto per tempo figure che possano accompagnare le aziende verso questa nuova forma di business. Feletti : La capacità delle PMI di avviare percorsi di trasformazione è sicuramente un punto cri- tico. Va coltivata e aiutata, perché nel confronto con i nostri clienti, ai quali parliamo ormai da anni di questi temi, vediamo che l’interesse per l’implementazione di nuovi servizi (non necessariamente arrivando a livelli estremi di servitizzazione) sta diventando sempre più im- portante e ci sono segnali di crescita, seppure timidi. Le principali complessità sono legate al tema del ritorno sugli investimenti e alla man- canza nell’organico aziendale di figure già do- tate delle competenze tecnologiche necessarie, ma va anche detto che, a differenza del passato, oggi sono prontamente disponibili sul mercato soluzioni commerciali che facilitano l’adozione di nuove tecnologie e la creazione di servizi. Schneider Electric, per aiutare le PMI ad affron- tare il cambiamento, propone una valutazione iniziale del loro livello di maturità digitale, se- guita dalla strutturazione di un percorso di cre- scita personalizzato. In genere partiamo da un progetto pilota, realizzato a quattro mani con il supporto dei nostri tecnici, che permette di toccare con mano il valore aggiunto delle so- luzioni disponibili, e poi restiamo come partner di fiducia accanto al cliente che decide di im- plementare su larga scala le tecnologie innova- tive. In questo percorso un ruolo fondamentale spetta al nostro ecosistema di partner, che comprende anche realtà in grado di supportare le PMI nell’ottenere finanziamenti e incentivi di- sponibili per la trasformazione digitale. Olding : La prontezza delle PMI italiane a questa trasformazione varia notevolmente, a mio pa- rere. Da un lato vi sono aziende che hanno già abbracciato pienamente l’innovazione tecno- logica e hanno investito nella digitalizzazione dei loro processi. Dall’altro lato invece vi sono altre aziende che potrebbero non aver ancora compreso appieno i vantaggi di questa trasfor- mazione, oppure averli compresi ma incontrare ostacoli legati a risorse finanziarie limitate, man- canza di conoscenza tecnologica o resistenza al cambiamento. Tuttavia, grazie al supporto di programmi di incentivazione governativi e l’ac- cesso a servizi di consulenza specializzati, molte PMI italiane credo saranno in grado di adottare progressivamente questa evoluzione per miglio- rare la propria competitività e rimanere rilevanti in un mercato sempre più orientato ai servizi ma prima di tutto in cui il valore per il cliente ricopre uno spazio sempre più centrale. Elisa Feletti, digital machines marketing manager di Schneider Electric

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