Automazione Oggi 455

Panorama GIUGNO-LUGLIO 2024 AUTOMAZIONE OGGI 455 | 27 commerciali completamente nuove, come l’e- strazione di risorse spaziali, il turismo spaziale, i servizi in orbita e altre ancora. Innovazione e trasferimento tecnologico Ad accendere i motori della new space eco- nomy è certamente l’innovazione tecnologica che nel caso dello spazio assume una dimen- sione ancor più rilevante e si sviluppa in più direzioni: c’è tutta la tecnologia necessaria per le missioni spaziali, sia quelle a carattere strettamente scientifico sia quelle più legate ai servizi; ma ci sono anche tutte le tecnolo- gie abilitanti che rendono possibili le missioni stesse e consentono di realizzare progetti ambiziosi, al limite del fantascientifico. Negli ultimi anni assistiamo sempre più a un intrec- cio delle tecnologie, a quella che si chiama la cross-fertilization degli ambiti tecnologici terrestri con quelli spaziali, resa possibile dalla rapidità di evoluzione delle tecnologie e dall’avanzata della digitalizzazione. L’innovazione però diventa realmente fattore di crescita economica e di sviluppo mediante il cosiddetto trasferimento tecnologico, cioè il sistema di scambio e valorizzazione delle cono- scenze che consente di passare dai puri risultati della ricerca scientifica alle soluzioni utili ai fini produttivi e gestionali. Nel caso dello spazio, le attività di trasferimento tecnologico sono clas- sificabili in due tipologie, in un certo senso sim- metriche: da spazio a terra (spin-out) e da terra a spazio (spin-in). La prima si configura come un’attività di nicchia, ma di una certa rilevanza: comprende tecnologie pensate per l’ambito spaziale che vengono adattate e reinterpre- tate per un utilizzo terrestre; è un processo che si apre su mercati ‘di terra’ spesso estranei a quello spaziale ma generatori di innovazione e business. Il secondo, spin-in, è indirizzato a fornire un adeguato sostegno a sviluppi tecno- logici innovativi di componenti ed elementi co- stitutivi, attualmente a basso livello di maturità tecnologica, in grado di garantire evoluzioni dei sistemi spaziali. Spesso le due tipologie diventano complemen- tari: le tecnologie spaziali vengono portate a terra per poi essere industrializzate e perso- nalizzate dando vita ad applicazioni future in mercati 'di terra', ma anche per essere nuova- mente messe a disposizione delle applicazioni spaziali. Si comprende quindi come il trasferi- mento tecnologico costituisca uno strumento per promuovere l’innovazione delle imprese di settori diversi da quello spaziale, contribuendo al processo di sviluppo economico e alla com- petitività attraverso la cooperazione fra strut- ture scientifiche e imprese. L’ecosistema spaziale italiano Il trasferimento tecnologico non è né automa- tico né semplice: non bastano buone intenzioni e neppure solo buone idee. È una questione più sistemica, che dipende da una visione comples- siva e da una chiara strategia di politica indu- striale; e dove entrano in gioco enti, strutture, istituzioni e organizzazioni deputate a queste azioni e dotate delle necessarie risorse umane e organizzative. Per l’Italia dobbiamo parlare dei classici enti, come Cnr ed Enea, che anche per altri settori hanno nella loro missione il Technology Transfer; ma anche le Università stanno mostrando interesse concreto a seguire il cammino dei risultati della ricerca scientifica e a favorire il passaggio dalla scoperta all’inno- vazione. Per lo spazio poi giocano un ruolo di primo piano enti come Inaf (Istituto Nazionale di AstroFisica) e Infn (Istituto Nazionale di Fi- sica Nucleare), e soprattutto una realtà come l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), i cui piani pro- grammatici prevedono un’attività sistematica di sostegno a trasferimento di conoscenze tecnico-scientifiche verso le imprese, sia grandi che PMI, e con rilievo crescente per iniziative di sostegno alle imprese start-up; promozione di investimenti aggiuntivi, pubblici e privati, che agiscano sulla leva di ricaduta delle politiche spaziali nazionali sul mercato privato; mec- canismi di trasferimento e applicazione delle tecnologie spaziali negli altri settori produttivi e viceversa. Si tratta insomma di attivare un ecosistema che è già ben radicato nel nostro Paese e che chiede solo di incrementare le interconnessioni e le collaborazioni. Volendo descrivere questo ecosistema possiamo dire che il comparto spa- ziale nazionale è rappresentato da un insieme di circa 200 imprese, dieci Distretti Tecnologici localizzati nelle regioni italiane, un Cluster Na- zionale Tecnologico per l’Aerospazio (Ctna), tre Associazioni Industriali Nazionali (Aiad, Aipas e Asas), la piattaforma Spin-IT, che comprende circa 110 membri tra industria e università ed enti di ricerca, e un vasto e articolato sistema di Ricerca, rappresentato da circa 60 centri, tra Università/Dipartimenti e Centri di Ricerca con riconosciute punte di eccellenza. In questo stesso spirito di cooperazione e interscambio La dimensione delle costellazioni, esistenti e previste, composte da diverse migliaia di satelliti, aumenta la densità in orbita e solleva preoccupazioni per il rischio di collisioni, di generazione di detriti, nonché di inquinamento luminoso, che disturba la stessa attività astronomica Fonte: foto di 12019 da Pixabay

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