Automazione Oggi 455

LINEA DIRETTA In BREVE AUTOMAZIONE OGGI GIUGNO-LUGLIO 2024 AUTOMAZIONE OGGI 455 | 21 Cambio al vertice Dal 1° giugno 2024 Davide Zardo è subentrato ad Aldo Colombi nel ruolo di presidente e AD di Schneider Electric Italia ( www.se.com/it ) . Dopo 35 anni nel Gruppo, di cui 17 anni come presidente e AD, Colombi si è infatti ritirato dall’attività lavorativa. Zardo, veneziano, classe 1970, laureato in ingegneria mec- canica, è entrato in Schneider Electric nel dicembre 2010 a seguito dell’acquisi- zione di Uniflair. Un cambiamento nella continuità Control Techniques ( www.ControlTechniques.com ) e KB Electronics, entrambe facenti parte di Nidec Group, hanno intrapreso un percorso di rebranding: a partire dal 1° maggio le due aziende sono presenti sul mer- cato come Nidec Drives, con l’obiettivo di unificare e potenziare tutte le aziende del Gruppo Nidec. Tale cambiamento non influirà sui prodotti e servizi attualmente forniti da Control Techniques e KB Elec- tronics, che manterranno lo stesso elevato livello di qualità, innova- zione e assistenza a cui i clienti sono abituati. I cambia- menti di immagine riguarderanno i so- cial media, il bran- ding di prodotto e la documentazione. Nulla muterà dal punto di vista dell’assetto societario: dietro ogni azionamento e ogni innovazione vi sarà sempre lo stesso team ‘Drive Obsessed’. Yaskawa investe in Slovenia Si è tenuta lo scorso 24 aprile a Kočevje, nel sud della Slovenia, la cerimonia di posa della prima pietra della costruzione di un nuovo centro europeo di distribu- zione e assemblaggio per sistemi di saldatura robotiz- zata da parte di Yaskawa ( www.yaskawa.it ) , frutto di un investimento da 31,5 milioni di euro. Il centro costituirà un punto nevralgico per la rice- zione e l’evasione degli ordini di robot in Europa, Medio Oriente e Africa; in tal modo Yaskawa intende rafforzare la propria capacità di produzione e distri- buzione di robot nel Vecchio Continente. Entro l’anno fiscale 2027 Kočevje gestirà almeno l’80% degli ordini della regione Emea. “Il centro migliorerà la nostra produt- tività ed effi- cienza, quindi la soddisfazione dei clienti” ha affermato Mar- cus Mead, AD e presidente di Yaskawa Emea. Nonostante oggi le attività del settoremachinery siano ancora per lo più legate allamanifattura, i risultati dell’Osservatorio ‘Digital Servitization nel settoreMachinery’ mostrano come il 70%delle imprese ritenga che, entro 3 anni, i servizi saranno determinanti per la vendita dei macchinari Lucia Milani Senza ‘service’ non ci sarà ‘machinery’ I l fatturato delle imprese del comparto ma- chinery derivante dall’attività relativa ai ser- vizi vale attualmente circa il 25% del totale, il che dimostra come il modello di business dominante del settore sia ancora quello tra- dizionale, incentrato sulla vendita di macchinari. Questo assetto appare in modo più marcato nelle PMI, dove il service contribuisce per poco meno di 1/4 al totale del fatturato, valore che sale a 1/3 per le grandi aziende. Più della metà delle imprese (53%), però, si attende che il fatturato del business dei servizi aumenterà significativamente nel futu- ro. E anche in questo caso sono le grandi realtà a credere maggiormente in questa affermazione (70%) rispetto alle PMI (47%). Sono questi alcuni dei risultati emersi dall’Osserva- torio ‘Digital Servitization nel settore machinery’ di Digital IndustriesWorld ( www.digital-industries.org ) , realizzato in collaborazione con Asap, Service Mana- gement Forum, Acimac, Acimall, Acimit, Aita, Ama- fond, Amaplast, Siri, Ucima e Fondazione Ucimu, condotto su un ampio panel di imprese del machinery (circa 200 aziende), per dare una fotografia del grado di maturità digitale dell’industria del bene strumen- tale nel Belpaese. Il rapporto evidenzia, inoltre, come più della metà dei produttori di macchinari (57%) abbia implementato una strategiamirata allo sviluppo del business dei ser- vizi, anche se l’approccio strategico al tema del service è profondamente differente nella visione delle grandi aziende rispetto alle piccole. La definizione di una strategia per i servizi riguarda l’83% delle grandi re- altà e il 48%delle PMI. D’altra parte, la traduzione della strategia in attività operative risulta ancora piuttosto limitata: solo il 41% ha definito ruoli dedicati alle atti- vità correlate al business dei servizi e ancora meno, il 34%, ha definito ruoli e responsabilità specifiche per lo sviluppo di nuovi servizi; infine, solo il 29% ha allocato un budget dedicato. Andando più in dettaglio, le attività di service si con- cretizzano per lo più in servizi di tipo transazionale, quali vendita di ricambi, consumabili e accessori che, a ben guardare, sono assimilabili alla vendita di pro- dotti (16%). I servizi post-vendita includono quelli legati ad assistenza tecnica, formazione, upgrade e revamping, che rappresentano l’8% del fatturato to- tale. I servizi relazionali e ricorrenti, come i contratti di manutenzione, incidono per il 3%; i servizi digitali e connessi, quali la vendita di software e dati e la con- nessione ai macchinari, rappresentano solamente l’1% del totale dei ricavi. I modelli di vendita ‘as a service’ del prodotto sono ancora in una fase embrionale di sviluppo: sono of- ferti da quasi il 20% delle imprese, ma i ricavi derivanti sono trascurabili, anche se il 35% degli intervistati dichiara di avere intenzione di implementarli nel prossimo futuro. Il ruolo che i servizi possono avere in termini di riduzione dell’impatto ambientale, infine, è ancora limitato, sebbene vi sia una maggiore sensibi- lità tra le grandi aziende. In prospettiva, i più ritengono che l’offerta di servizi digitali risulterà sempre più determinante nelle scelte di acquisto dell’utilizzatore di macchinari: quasi il 70% delle imprese considera che, entro 3 anni, questi ser- vizi saranno determinanti per le decisioni di acquisto di un bene strumentale, considerazione ancora più forte tra le grandi imprese (92%).

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