Automazione Oggi 451

Tutorial GENNAIO-FEBBRAIO 2024 AUTOMAZIONE OGGI 451 | 93 qualsiasi soggetto pubblico o privato che vuole realizzare una CER. Dal momento che, per legge, lo scopo di una Comunità Energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’asso- ciazione non riconosciuta o della cooperativa. La condivisione dell’energia elettrica prodotta deve avvenire utilizzando la rete di distribuzione elettrica esistente e l’autoconsumo avviene sulla base del fabbisogno dei singoli membri. Ma quali sono i benefici che si possono avere da una tale comunità? Innanzitutto benefici am- bientali: non emettono gas serra né emissioni inquinanti a livello locale, sono a km 0 e quindi evitano sprechi di energia, dovuti alle perdite della distribuzione. Benefici economici : ogni membro riceve periodicamente dalla comunità un importo per la condivisione dei benefici ga- rantiti. Questo compenso equivale di fatto a una riduzione del costo della bolletta. Benefici sociali : sviluppano un indotto produttivo e nuova oc- cupazione a livello locale; consentono la pro- duzione autonoma e locale di energia elettrica. Attraverso una serie di incentivi economici e fa- cilitazioni normative, consentono di valorizzare le risorse locali e allo stesso tempo di affrontare il problema della cosiddetta‘povertà energetica’, cioè l’impossibilità da parte di famiglie o indivi- dui meno abbienti, di far fronte al pagamento delle bollette energetiche. Le CER si configurano quindi come uno strumento di solidarietà, ag- gregando diversi utenti sotto un’unica fornitura, usufruendo dei vantaggi connessi. Si possono avere anche incentivi economici. Una volta che l’impianto è in esercizio, la Co- munità può fare richiesta, anche tramite un’a- zienda esterna delegata, al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previ- sti dalla legge per l’energia condivisa. I membri della comunità ottengono benefici che non co- stituiscono reddito dal punto di vista fiscale. Si tratta di circa 110 euro/MWh per 20 anni, per l’e- lettricità prodotta e utilizzata dalla CER. L’elettri- cità prodotta ma non utilizzata viene immessa in rete a ‘prezzo zonale orario’, che si può assu- mere pari a circa 50 euro/MWh. Inoltre, viene aggiunto un ulteriore corrispettivo di circa 8 euro/MWh relativo ai costi evitati di vettoria- mento e distribuzione dell’elettricità, essendo prodotta localmente. A questi si aggiungono incentivi nella fase di costruzione degli impianti (i dati sono aggiornati a giugno 2023). Gli incentivi sono riconosciuti solo per l’energia condivisa all’interno della Comunità, cioè quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. Se la produzione è superiore al consumo, per l’energia eccedente viene ricono- sciuto alla Comunità soltanto il valore econo- mico dell’energia, senza altri benefici. È quindi necessario, da un punto di vista economico, in- crementare il più possibile l’auto consumo, at- traverso la scelta oculata dei soggetti aderenti alle CER e l’introduzione di adeguati sistemi di accumulo energetico, purtroppo ancora co- stosi, per compensare la variazione di disponi- bilità delle fonti non dispacciabili. Le fonti ammesse La legge di recepimento della RED II – UE 2018 che si occupa di comunità energetiche (DLgs 199 del 8 novembre 2021) ha recentemente reso meno stringenti i requisiti, stabilendo che possano avere una potenza complessiva fino a 1 MW ed essere connessi alla rete elettrica attra- verso la stessa cabina primaria. La stessa legge prevede per le CER le seguenti fonti: energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energia eolica, solare termico e fo- tovoltaico, geotermica, energia dell’ambiente, energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina, energia idraulica, bio- massa, gas di discarica, gas residuati dai pro- cessi di depurazione e biogas. Importante operare una diversificazione dei consumi, tra loro complementari, nell’obiettivo prioritario dell’autoconsumo. Massimizzazione dell’autoconsumo nelle applicazioni CER Per ottimizzare i benefici delle CER è neces- sario massimizzare l'autoconsumo, che può avvenire con l’aggregazione di più utenti con caratteristiche di complementarietà in termini di consumi, evitando il più possibile la cessione alla rete dell’elettricità prodotta, remunerata con tariffe piuttosto basse che da sole non sarebbero in grado di ripagare l’investimento. A questo scopo è interessante l’introduzione del trasporto elettrico, individuale ma anche potenzialmente collettivo che funziona come accumulo energetico. Inoltre è consigliato l’uti- lizzo di un mix di fonti energetiche ottimizzato, in termini di disponibilità, in particolare solare fotovoltaico ed eolico, con un rapporto energe- tico tra le due fonti di circa 1:8, associato all’in- troduzione di sistemi di accumulo. Altra opzione è l’adozione del vettore elettrico che rappresenta la forma più flessibile, più efficiente e meno invasiva di vettoriamento energetico, seppur anche quello termico, tipo teleriscaldamento, applicato in maniera vir- tuosa in molte città del Nord Italia, rappresenti un’opzione possibile. Ovviamente anche l’ac- cumulo energetico è molto importante per la massimizzazione dell’autoconsumo. Un buon mix tra solare ed eolico consente, in certe con- dizioni, di ridurre fino al 25% l’accumulo ener- getico nel servizio giornaliero. La tecnologia di accumulo idonea è rappresentata dalle batte- rie. Il mix energetico adottato può consentire anche un adeguato bilanciamento energetico a livello stagionale con un accumulo del 10 - 15%: si tratta di quantità di energia da accu- mulare piuttosto rilevante ed eventualmente da stoccare per lungo tempo. La soluzione Fonte: foto Shutterstock Le CER si configurano come uno strumento di solidarietà, aggregando diversi utenti sotto un’unica fornitura, usufruendo dei vantaggi connessi

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