Automazione Oggi 451

LINEA DIRETTA In BREVE AUTOMAZIONE OGGI GENNAIO-FEBBRAIO 2024 AUTOMAZIONE OGGI 451 | 21 Un impegno green Phoenix Contact ( www.phoenixcontact.com/it-it ) ha messo a dimora 250 alberi nettariferi, che nutriranno ogni anno 375.000 impollinatori per la produzione di circa 280 kg di nettare e assorbiranno oltre 13 ton di CO 2 . Un impegno tangibile e misurabile, parte di un più ampio progetto di rigenera- zione della biodiversità sviluppato in partner- ship con la climate tech 3Bee ( www.3bee.com ) . La filiale italiana ha dato vita alla sua Oasi della Biodi- versità insieme a 3Bee lo scorso 17 novembre in una zona circoscritta all’interno del comune di Mezzago, in provincia di Monza e Brianza. Più forza in Europa Gruppo Seco ( www.seco.com/it ) ha rafforzato la pro- pria posizione in Europa fra i fornitori di edge com- puting, IoT e intelligenza artificiale con la nomina ad amministratore dele- gato di Luca Buscherini, italiano, con 25 anni di esperienza in ruoli di- rigenziali presso note aziende tecnologiche internazionali. “Con Buscherini ab- biamo un AD in Germania che guiderà in modo signi- ficativo il potenziale dell’azienda nei prossimi decenni” ha commentato Massimo Mauri, CEO del Gruppo. Next to ME: un podcast sull’innovazione Si chiama ‘Next toME’ il podcast lanciato da Mitsubishi Electric ( https://it.mitsubishielectric.com/fa ) , in5puntate, che affronta temi chiave di rilevanza sociale come la so- stenibilità, il futuro del lavoro, lo sport come strumento di inclusione sociale, la ricerca della felicità lavorativa e la creazione di una smart society. Ogni episodio consiste inuna conversazione tra un rappresentantedell’azienda e un ospite, esperto del tema trattato. Con un format di- namico, in stile talk, il podcast è disponibile per l’ascolto su tutte le principali piattaforme di streaming. PlantSwitch ricicla i rifiuti agricoli derivati da qualsiasi scarto vegetale ottenendo una plastica bio che si lavora conmacchinari tradizionali: è davvero una ‘svolta’ per le confezioni monouso in plastica chemilioni di noi utilizzano ogni giorno Gary Minchell Posate in plastica sì, ma ‘vegetale’ L a plastica derivata dal petrolio è oggi ri- tenuta a livello internazionale un rifiuto pericoloso: la microplastica ha invaso ogni angolo del Pianeta, persino il nostro corpo. E la ricerca di soluzioni alternative, realizzate con materiali compostabili ma il cui uti- lizzo resti comunque efficace, non ha finora pro- dotto risultati soddisfacenti. Di recente però mi è giunta all’orecchio una storia fantastica; parla di una plastica compostabile ricavata da rifiuti agri- coli di ogni tipo, che si può lavorare con le macchi- ne per lo stampaggio a iniezione oggi esistenti, e che si trasforma rapidamente in compost: davvero un’idea brillante. La protagonista di questa storia si chiama PlantSwitch ( www.plantswitch.com ) ed ecco il suo racconto. Nel 2019 il 22enne Dillon Baxter, senior della Southern Methodist University e studente di ingegneria, sta svol- gendo uno stage presso una società di private equity, ed è proprio sulla sua scrivania che arriva un progetto per sviluppare un’alternativa alla plastica. L’affare non è andato in porto, ma Baxter resta affascinato dal quell’idea. “Avevo capito che uno dei motivi per cui chi realizzava materiali alternativi alla plastica non aveva mai avuto successo” spiega Baxter “era che non aveva saputo conquistare l’interesse delle grandi imprese, in quanto non offriva una soluzione ‘pronta all’uso’. Le aziende che stampano i prodotti in plastica hanno investito molto nei macchinari in uso” prosegue. “Non avrebberomai adottato unmateriale alternativo che ri- chiedesse l’impiego di nuovi macchinari, aumentando i costi e compromettendo i profitti”. Per offrire una via alternativa alla plastica davvero praticabile, avrebbe dovuto progettare quella che lui stesso chiama una ‘so- luzione drop-in’, ovvero i pellet di plastica ‘alternativa’ dovevano essere compatibili con i macchinari usati per lavorare la plastica ‘tradizionale’. È allora che Baxter si mette in contatto con Maxime Blandin, un compagno di studi della SMU che aveva già stretti legami dei produttori: i due si mettono al lavoro e scoprono davvero, alla fine, un metodo che permette di riciclare rifiuti agricoli di qualsiasi tipo, de- rivati dagli scarti del riso, dalle fibre del grano e da altri sottoprodotti agricoli ricchi di cellulosa, combinandoli con un polimero per produrre poi bioplastica, sosteni- bile e scalabile. Il risultato imita in toto la struttura, la durata e le prestazioni della plastica tradizionale, rica- vata dal petrolio; si inserisce nei macchinari esistenti per la lavorazione della plastica classica e costa meno di qualsiasi altra alternativa alla plasticamai introdotta sul mercato. E soprattutto, è l’unica alternativa alla pla- stica di origine vegetale che si decompone comple- tamente in poche ore in un normale contenitore per il compostaggio domestico. La PlantSwitch, fondata nel 2020, vanta un processo di produzione a emis- sioni di carbonio addirittura negative. Il suo impianto di produzione, di 52.000m 2 , ha la capacità di produrre 22 mila tonnellate di bioplastica all’anno: “Il nostro obiettivo è sostituire la plastica per realizzare confezioni monouso, e non solo, a base di petrolio, con… piante, attraverso la produzione e la distribuzione della nostra resina bioplastica compostabile” conclude Baxter. L’azienda ha recentemente stipulato contratti-quadro con diverse catene di ristoranti e negozi di alimentari a livello nazionale in USA, che inizieranno a fornire i pro- dotti in plastica bio già da gennaio 2024. Fonte: foto Pixabay_TheDigitalArtist

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