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82 AUTOMAZIONE OGGI 450 SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA S SI intelligenza artificiale dell’AI ‘embedded’, ovvero già incorporata in tecnologie come i robot o i sistemi di sicurezza. Da questo punto di vista l’intelli- genza artificiale è pervasiva anche tra le imprese più piccole: la usa il 90% delle Pmi, spesso senza rendersene conto (fonte: Os- servatorio Polimi). Usi attuali dell’AI in azienda: la realtà fuori dal mito Anche se spesso non ci salta direttamente all’occhio, perché le principali notizie che parlano di intelligenza artificiale si riferi- scono a quegli utilizzi che fanno più scalpore (copiare il volto o la voce di un personaggio famoso, scrivere un articolo o una sce- neggiatura, creare fake news, e via dicendo) l’AI ha già dimostrato il suo valore in molteplici settori aziendali. Ad esempio, molte im- prese utilizzano l’intelligenza artificiale per migliorare la business intelligence: mentre in passato le decisioni aziendali erano spesso basate sull’analisi di dati storici da parte dell’occhio umano, oggi l’AI consente una prospettiva proattiva. È possibile, per esempio, utilizzarla per prevedere le tendenze di vendita future e svilup- pare strategie prescrittive per massimizzare i profitti. Altre applicazioni già ampiamente diffuse nelle organizzazioni includono sistemi di raccomandazione, che aiutano le aziende a suggerire prodotti o contenuti ai clienti in base alle loro prefe- renze, migliorando così l’esperienza dell’utente. O ancora, l’AI è impiegata per il rilevamento di frodi e la valutazione del rischio in ambiti come mutui e prestiti, automatizzando processi ripetitivi e passibili di errore che richiederebbero altrimenti un considerevole lavoro umano. Tante sono le imprese che utilizzano chatbot e sistemi intelligenti per l’assistenza ai clienti e, infine, l’intelligenza artificiale inizia a diffondersi anche nel settore delle risorse umane, in quanto, ad esempio, può aiutare nell’identificazione dei candidati migliori per le posizioni aperte (affiancando i professionisti). Anche se a oggi, secondo una ricerca di Future Workplace, solo il 6% delle funzioni HR utilizza l’AI per facilitare il processo di recruiting. Questi sono solo alcuni degli usi principali: sicuramente meno fan- tascientifici rispetto alle funzioni più famose di cui abbiamo letto online o che abbiamo sperimentato, ma decisamente più diffusi e utili. Non è un caso se, secondo l’Osservatorio del Politecnico, solo nel 2022 le imprese italiane hanno acquistato dai vendor tecnolo- gici soluzioni AI per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro (+32% rispetto al 2021). Una rivoluzione silenziosa che è già in corso, è qui per restare e soprattutto può migliorare la vita azien- dale sotto molteplici punti di vista. AI e bias: un problema vero che si può arginare Non bisogna però dimenticare che l’AI, inclusa ChatGpt, non è immune a problemi di bias (vale a dire, la tendenza a perpetuare dei pregiudizi). Questi bias possono emergere quando i modelli di intelligenza artificiale sono addestrati su dati che riflettono pre- giudizi umani esistenti. Insomma, quando l’IA impara da Internet o da dati storici obsoleti rispetto alla società odierna, non fa che rispecchiare quello che lì dentro può trovare. Questo perché l’in- telligenza artificiale non è altro che una potente combinazione di dati e algoritmi. Questi ultimi richiedono enormi quantità di dati per essere allenati e mettersi al lavoro. E se ricevono dati di scarsa qualità, anche i risultati lo saranno. Come si dice: garbage in, gar- bage out. In particolare sono già emersi chiaramente tre rischi a li- vello sociale: la perpetuazione di preconcetti legati a stereotipi (es. con ChatGPT: se c’è uno scenario con un medico e un infermiere, dà per scontato che il medico sia uomo e l’infermiere donna), la disparità fra generi ed etnie e l’inclusività (ad es. ChatGPT non per- forma altrettanto bene con lingue che non siano l’inglese). Però c’è una speranza: qualsiasi forma di AI si può allenare e si può anche lavorare sulla tipologia e qualità dei dati sui quali impara. È re- sponsabilità degli sviluppatori, degli utenti dell’AI e delle autorità re- golatorie attuare misure per mitigare i bias e garantire che i modelli siano equi e rappresentativi. E in effetti a livello regolatorio qualcosa si sta già muovendo (si pensi all’AI Act europeo). L’attenzione all’e- tica e alla giustizia nell’IA è fondamentale per garantire che questa tecnologia continui a essere efficiente e questa, certamente, è una preoccupazione reale che non può essere relegata al mondo della fantascienza. Clearbox AI - www.clearbox.ai L’intelligenza artificiale inizia a diffondersi anche nel settore delle risorse umane, in quanto ad esempio può aiutare nell’identificazione dei candidati migliori per le posizioni aperte Fonte: foto Shutterstock

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