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Tutorial AUTOMAZIONE OGGI 106 | OTTOBRE 2023 AUTOMAZIONE OGGI 449 filiera dell’allevamento animale (28% del totale dei progetti blockchain secondo l’Osservatorio Smart Agrifood), seguita da quella del caffè e del cacao (16%), due ambiti dove storicamente l’adesione alle buone pratiche del commercio equo e solidale riveste un certo peso per i con- sumatori, cui fanno seguito l’ortofrutta (10%) e la produzione di cereali e vino (entrambi al 6%). Blockchain a tutela delle eccellenze Il fenomeno dell’Italian ‘sounding’ alimentare sta assumendo contorni sempre più preoccupanti: secondo le stime di Coldiretti, il valore a livello globale di questo mercato di contraffazione raggiunge i 120 miliardi di euro a fronte di un export del food made in Italy stimato in circa 60 miliardi di euro. Italian sounding è tutto ciò che sembra italiano nell’aspetto e nel gusto, ma non lo è davvero, in quanto prodotto all’estero con materie prime non di origine italiana e senza ri- spettare le ricette e i procedimenti disciplinati. Formaggi, salumi, olio EVO, vino, tartufi, con- serve, ma anche piatti cucinati come i famigerati spaghetti alla bolognese e pasta alla carbonara, con innesto di panna da cucina. Senza contare il problema della sofisticazione alimentare, con il volume di affari delle agromafie che, sempre secondo Coldiretti, sfiora i 24 miliardi di euro. La blockchain potrebbe fornire un contributo decisivo per contrastare le imitazioni dei pro- dotti italiani e arginare la piaga delle agroma- fie. Infatti, poiché le informazioni registrate nei blocchi sono tracciabili, immutabili e con- divise, diventerebbe molto difficile adulterare la natura di un prodotto. E il consumatore sa- rebbe consapevole dell’origine di quanto sta mangiando, quindi del valore di un prodotto alimentare con una determinata storia, tradi- zione e adesione a principi etici. Per quanto riguarda la tutela delle eccellenze del made in Italy è la qualità dell’informa- zione fornita a fare la differenza. Le imitazioni dei prodotti di successo, purtroppo, esistono e continueranno a esistere: per contrastarle una delle armi a disposizione dei produttori è certificare la provenienza e la lavorazione con un sistema oggettivamente affidabile come la blockchain, quindi assicurare che si stia acqui- stando un prodotto realmente italiano e non un qualsiasi ‘tarocco’. A proposito di correttezza, un’altra questione di primo piano nel settore agroalimentare riguarda il pagamento equo dei prodotti e delle materie prime, in un’ottica di sostenibilità etica ed economica per tutti gli attori della filiera (fair trade). Anche in questo caso la blockchain potrebbe costituire una so- luzione: nata proprio per abilitare pagamenti si- curi e in tempo reale, permetterebbe di pagare il giusto compenso, direttamente e immediata- mente, rimuovendo la necessità di intermediari terze parti, e attivando smart contract (forme contrattuali digitali) tra i soggetti coinvolti. Luci e ombre nel futuro della blockchain Sulla carta, le potenzialità e i vantaggi della blockchain applicati al settore agroalimentare sono innegabili, e aprono scenari innovativi e interessanti dal punto di vista dell’interconnes- sione tra le filiere produttive e del rapporto tra produttori e consumatori. La tecnologia però non è pienamente matura, e le applicazioni in questo senso sono ancora in una fase embrio- nale, limitandosi a progetti pilota e a pochi casi di studio, solitamente appannaggio di grandi aziende, che hanno capacità di investimento maggiori rispetto alle piccole realtà locali. Inoltre, un grosso vincolo alla diffusione della blockchain in Italia è dato dalla modesta alfabe- tizzazione digitale delle imprese del settore, in particolar modo i piccoli produttori che non ri- escono a vedere un payback immediato e sono quindi riluttanti a investire nel digitale. Il rischio, in questo senso, è che la blockchain diventi appannaggio soltanto delle aziende più importanti e dei grandi gruppi, spingendo ancora di più la produzione su larga scala dei prodotti alimentari e relegando in un angolo le realtà locali, meno attrezzate in ottica 4.0 e tradi- zionalmente restie a fare squadra, in un settore altamente competitivo qual è quello dell’indu- stria della produzione alimentare. Stanno però nascendo piattaforme che hanno come obiet- tivo proprio quello di colmare questo gap e semplificare l’accesso alla blockchain da parte anche delle impresemeno esperte e avvezze alla tecnologia, ma la strada è ancora lunga. In conclusione, allo stato attuale delle cose la blockchain si pone rispetto al sistema agroa- limentare come una rivoluzione annunciata ma non ancora pronta a trasformare il settore, portando la digitalizzazione a un livello di pe- netrazione tale da trasformare profondamente agricoltura e allevamento. I processi di certificazione e tracciabilità lungo la supply chain, dalla coltivazione alla distribuzione del cibo, assumono sempre più importanza soprattutto in ottica anticontraffazione La condivisione dei dati relativi alla sostenibilità ambientale e sociale delle aziende, nel rispetto dei valori ESG, sta diventando sempre più importante Fonte: foto Shutterstock Fonte: foto Shutterstock
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