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Panorama AUTOMAZIONE OGGI 28 | MAGGIO 2023 AUTOMAZIONE OGGI 446 Fonte: foto shutterstock Spazio alla ripresa! L’aumento della domanda di imprese connesse, tecnologie IoT e AR e il passaggio all’Industria 5.0 stimolano la crescita del mercato dell’automazione nei prossimi anni Silvia Beraudo I n uno scenario economico incerto, in cui il segno meno negli ultimi tempi ha con- notato numerose industrie, l’automazione ha mostrato i muscoli. Nel 2021 ha recu- perato in ampia misura le perdite del 2020 e del 2019. L’Osservatorio dell’Industria Italia- na dell’Automazione di Anie segnala, infatti, un fatturato complessivo di 5.645 milioni di euro e una crescita media del 20,8% rispetto al 2020 e dell’8,2% rispetto al 2019. Secondo quest’analisi, i settori di destinazione dei com- ponenti e sistemi per l’automazione industria- le sono meccanica (16%), packaging (10%), alimentare (9%), logistica e materiali handling (6%), componenti elettronici (4%), legno, pla- stica e gomma (3%), ceramica, cemento, late- rizi e automotive (2%). Anie ha anche eviden- ziato i principali segmenti dell’industria con al vertice i quadri bordo macchina (26%), motori brushless (25%), encoder rotativi (19%), se- guiti dagli azionamenti e Rfid (entrambi 18%), riduttori fissi 17%, HMI (16%), networking industriale (15%), PLC-I/O (14%), Scada e IPC (12%). Positivi anche i risultati a livello euro- peo: Precedent Research ha valutato il setto- re a 63,7 miliardi di dollari nel 2021, con una crescita del 27% rispetto all’anno precedente. Più restrittivi, invece, i dati pubblicati da For- tune Business Insight che attesta il valore del mercato del vecchio continente a 61,85 miliar- di di dollari. Per entrambi a trainare i risultati positivi è stata l’automazione per l’industria automobilistica, seguita da quella per la ma- nifattura pesante e l’elettronica. Avanti a tutta forza! Per quanto concerne il 2022, sempre Anie segnala che i risultati, seppur positivi, potreb- bero non essere altrettanto favorevoli: già all’inizio dell’anno scorso gli indicatori con- giunturali qualitativi hanno, infatti, rilevato un rallentamento dell’attività industriale. Lo conferma anche un’indagine di IHS-Markit, secondo cui il sentiment del settore imprendi- toriale italiano sulle prospettive future è il più debole dall’ottobre 2020. Il motivo risiede in gran parte nell’aumento dei costi, nelle diffi- coltà di approvvigionamento di materie prime e materiali, nella carenza di manodopera e nello shock energetico. Guardando all’anno in corso, un’indagine realizzata sempre da Anie mostra che il 76% degli imprenditori intervi- stati ritiene che sarà un anno di crescita. Circa il 32% si aspetta un incremento compreso tra il 4 e il 6% e circa il 24% crede che il balzo in avanti sarà ancora maggiore (tra il 7 e il 10%). Sol- tanto per il 12% degli intervistati i risultati del 2023 saranno peggiori di quelli degli anni pre- cedenti, con la grande parte di queste imprese che si aspetta una flessione contenuta tra lo
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