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Tutorial APRILE 2023 AUTOMAZIONE OGGI 445 | 87 terno degli ambienti cloud pubblici è una disciplina relativamente nuova per le orga- nizzazioni IT che hanno trascorso decenni a proteggere applicazioni, dati e utenti utiliz- zando approcci ‘firewall’ basati sul concetto di perimetro. Dall’altro i rischi per la sicurezza aumentano con il passaggio di applicazioni e dati da un ambiente all’altro. La maggior parte degli utenti IT sposta, infatti, settimanalmente carichi di lavoro e dati tra ambienti on-premise e cloud pubblico. Il secondo aspetto consiste nel governo della complessità operativa. La natura stessa del cloud ibrido richiede ai di- partimenti IT di gestire domini diversi di cloud pubblico e on-premise, considerando infra- strutture di computing, di rete e di storage. Ogni risorsa di cloud pubblico e on-premise ha i propri strumenti indipendenti di visibilità, monitoraggio e governance. Inoltre, mentre i gruppi IT tradizionali sono tipicamente cen- tralizzati, ogni linea di business può avere il proprio team di sviluppo app, operazioni cloud e DevOps, rendendo più difficile la col- laborazione. Di conseguenza le organizzazioni si attrezzano creando team inter-funzionali con rappresentanti tecnici e di business cen- tralizzando spesso le funzioni di CloudOps e NetOps per garantire l’efficienza operativa e il raggiungimento di obiettivi aziendali, come l’ottenimento di maggior efficienza da parte dei provider e dei fornitori di cloud pubblico a parità di costo. Alcuni studi hanno rilevato che, sebbene le aziende si aspettino di ottenere vantaggi, come per esempio una maggiore agilità e un processo di innovazione più rapidi, la maggior parte delle organizzazioni evidenzia come la ri- duzione dei costi non sia il primario beneficio atteso. Un fattore che contribuisce all’aumento dei costi è la grande varietà di luoghi fisici o virtuali e tipologie di infrastrutture in cui le applicazioni possono essere eseguite. In parte si basa sul fatto che molte applicazioni, come quelle ad alta intensità di dati o AI/ML, richie- dono hardware specializzato per ottenere le prestazioni e la scalabilità richieste. Il cloud come modello operativo cela una sfida intrinseca che porta i tre temi della sicurezza, della complessità operativa e dell’ottimizza- zione dei costi a dover essere gestiti in modo interconnesso. La soluzione più adatta richiede la definizione di una strategia infrastrutturale a livello aziendale basata sull’evoluzione verso un nuovo modello operativo che acceleri l’a- dozione del hybrid/multi-cloud e di una pia- nificazione in ottica cloud-native. Un modello operativo cloud di successo può offrire van- taggi importanti, come la possibilità per l’IT di fornire un accesso self-service all’infrastruttura, lo sfruttamento di un kit di strumenti cloud-na- tive con innovazioni prontamente disponibili nei cloud pubblici e la riduzione dei costi ope- rativi, pagando le risorse e i servizi solo in base al loro consumo. Le organizzazioni con mo- delli di questo genere stanno continuando a innovare potenziando i loro processi operativi IT. Ad esempio business continuity e backup a costi operativi inferiori utilizzando i cloud pubblici per il disaster recovery e l’archivia- zione dei dati offsite, sfruttamento dei servizi cloud-native, tra cui la gestione tramite API di hardware, software, container, microservizi per massimizzare l’agilità e la flessibilità, accesso predicibile e conveniente a risorse e capacità attraverso un modello di consumo flessibile, sia che si tratti di un servizio on-premise sia di un cloud pubblico. Le modalità con cui ogni azienda organizza le proprie risorse cloud e struttura il proprio ambiente ibrido sono uniche. I fornitori of- frono soluzioni diverse e quando si parla di architettura cloud non esiste un modello universalmente valido. I team IT moderni re- alizzano i cloud ibridi concentrandosi sullo sviluppo e sul deployment delle app come raccolte di servizi di piccole dimensioni, in- dipendenti e con basso accoppiamento. La mancanza di un approccio coerente e quindi di armonia fra i servizi e le piattaforme genera ridondanza, inefficienza, aumento dei costi e soprattutto confusione. Oggi gli strumenti per l’integrazione dei dati e delle applicazioni sono indispensabili. Per garantire il successo delle organizzazioni moderne, le applicazioni e i dispositivi centrali per la strategia aziendale devono essere connessi gli uni agli altri. È pos- sibile ottenere un ambiente di elaborazione coerente gestendo le risorse cloud intercon- nesse tramite piattaforme di orchestrazione unificate con evidenti benefici. L’automazione nel cloud ibrido L’automazione del cloud ibrido si riferisce all’orchestrazione o alla razionalizzazione dei flussi di lavoro dei diversi ambienti e tecno- logie. Ad esempio, l’automazione del cloud ibrido migliora l’accessibilità dei dati in tutta l’azienda. I dati salvati nei data center pos- sono essere condivisi con il software che opera sul cloud, diminuendo il lavoro manuale e il tempo impiegato per il trasferimento dei dati. Ma perché le aziende dovrebbero scegliere il cloud ibrido? Ci sono vari aspetti per questa scelta, e uno di quelli core riguarda la gestione delle informazioni sensibili. L’approccio al Secondo il report ‘Security Services View’ di IDC, la maggior parte delle organizzazioni nel panel mondiale analizzato ha già un ambiente multicloud/hybrid altamente complesso che necessita di una gestione fortemente automatizzata (Fonte IDC: Security Services View, February 22)

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