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Panorama APRILE 2023 AUTOMAZIONE OGGI 445 | 29 mobilità in termini di veicoli, dispositivi o solu- zioni, ma nel riuscire a renderli uno strumento davvero razionale al fine di aumentare l’effi- cienza e ridurre gli sprechi. Parliamo di appli- cazioni intelligenti che oggi permettono, per esempio, di selezionare in autonomia la fonte energetica ideale per alimentare la ricarica di un veicolo elettrico, scegliendo tra l’energia in arrivo da un pannello solare, quella dalla rete, o quella accumulata da altre fonti, modificando ogni azione in qualsiasi momento da remoto, con semplici istruzioni da un qualunque smartphone o PC. Soluzioni che, mentre discu- tiamo, stanno acquisendo nuove funzionalità per migliorare ulteriormente la sinergia tra tutte le opzioni possibili. Spesso si sente dire che nel nostro Paese, caratterizzato in ambito privato da una rete monofase con 3 kWmedia- mente a disposizione per ogni contatore, pen- sare di alimentare tutti i veicoli elettrici sarebbe impossibile. La corretta gestione delle risorse, invece, dimostra che sarà possibile puntando proprio sull’uso di tecnologie avanzate”. Anche Torriani non ha dubbi: “Nel momento in cui si introducono nuove tecnologie di trazione è inevitabile fare sempre più uso delle tecno- logie descritte, che abilitano un impiego più sicuro ed efficiente della mobilità. Nell’ambito dell’idrogeno sono proprio alcune di queste soluzioni che consentono una gestione del ri- fornimento intelligente (prenotando il ‘pieno’ alla stazione più vicina, ottimizzando l’uso dei compressori) e la manutenzione e la sicurezza delle stazioni da remoto. Alcune società stanno sviluppando modelli di business che ottimiz- zano i viaggi dei trasportatori, definendo il per- corso ottimale in funzione dei consumi previsti e delle condizioni del traffico. È evidente che questo approccio porta a sicurezza e risparmi”. I dati, un patrimonio per la mobilità Secondo Michele Dicati , chief technology of- ficer di ParkingMyCar ( www.parkingmycar.it ), l’analisi dei dati è fondamentale per ridurre il traffico e ottimizzare gli spazi, soprattutto in città ormai sature di veicoli come Roma, Fi- renze e Milano. “Le applicazioni, unite a sistemi di predizione del traffico dotate o meno di AI, possono agevolare l’esperienza della mobilità per come la conosciamo adesso. Le applica- zioni evolute, insieme a una mole considere- vole di dati, fanno la differenza in un processo di auto-alimentazione dell’algoritmo di appren- dimento e miglioramento costante. Se immagi- niamo un tempo non troppo lontano in cui le macchine a guida autonoma, tarate sui nostri usi e consumi, riusciranno anche a ricercare, prenotare e pagare un parcheggio, oltre che a comunicare con le strutture cittadine, abbiamo un complesso sistema integrato, che potrebbe abbattere drasticamente lo stress cittadino e incrementare notevolmente la sicurezza su strada. Potremmo pensare, per esempio, a un veicolo che non solo riconosce il semaforo, ma dialoga con esso riuscendo a sapere ancora prima quando questo cambierà colore. Per avere una probabilità prossima alla certezza è necessario avere più dati possibili, che vadano ad alimentare l’algoritmo di AI che permette di prendere decisioni nel minore tempo possibile in base alla statistica. Ovviamente deve essere tutto supportato da una rete di instradamento dei dati e da un’intercomunicazione non solo tra i dispositivi mobili, intesi come i veicoli, ma anche tra i dispositivi e le strutture che hanno un ruolo centrale nella mobilità cittadina, come semafori, paline intelligenti, sensoristica di mo- nitoraggio del traffico o parcheggi”. Anche Palmer pone l’accento sul ruolo fonda- mentale dei dati: “I requisiti fondamentali per realizzare il potenziale delle tecnologie digitali avanzate per una mobilità sostenibile e sicura sono la disponibilità di un accesso preciso e in tempo reale ai dati provenienti dai vari sistemi del veicolo, la capacità di accedere a tali dati e di analizzarli, e la capacità di apportare senza interruzioni miglioramenti al veicolo sulla base delle conoscenze acquisite”. ADI fornisce all’ecosistema automotive e mobility tutte e tre le possibilità per rendere il veicolo un ‘edge node’ connesso e personalizzato. Le capacità di elaborazione edge di ADI consentono di prendere decisioni rapide e localizzate per le applicazioni mission critical, come quelle per l’Adas e la sicurezza. La tecnologia dei sensori di precisione, come il BMS e il rilevamento vo- cale e acustico, consente di acquisire dati di alta qualità e in tempo reale. “I progressi negli algoritmi incorporati” spiega Palmer “che completano il nostro robusto hardware assicu- rano capacità avanzate di elaborazione edge. Il portfolio scalabile di soluzioni di connettività ‘sensor to cloud’ ad alta larghezza di banda e bassa latenza, attraverso sistemi dati, audio e video, garantisce la disponibilità di dati che l’e- cosistema può analizzare e utilizzare in modo efficace. Le piattaforme tecnologiche software defined di Analog Devices consentono ai part- ner dell’ecosistema di implementare le loro soluzioni, chiudendo così il cerchio del pro- cesso sopra descritto. Inoltre, con l’aumento del materiale elettronico a supporto dei trend di elettrificazione, connettività e autonomia dei veicoli, il rischio di un attacco di natura informatica aumenta e minaccia la sicurezza funzionale del veicolo e il benessere dei pas- seggeri. ADI riconosce che la cybersecurity è più di un insieme di funzioni e deve includere un processo e una mentalità olistici, applicati fin dal principio dello sviluppo del concetto e mantenuti per tutta la durata della distribu- zione, fino alla dismissione del sistema. Stiamo adottando misure concrete per garantire la conformità ai più elevati standard di cyberse- curity del settore automobilistico. ADI ha otte- nuto la certificazione ISO/SAE 21434:2021, che si applica ai processi di sviluppo automotive in tutto il mondo e al sistema di gestione delle batterie wireless (wBMS) per EV”. Il contributo delle aziende Molte aziende hanno già colto le opportunità offerte da questa trasformazione. Qual è il con- tributo delle aziende nell’ambito della mobilità sostenibile? Govi : “Da questo punto di vista crediamo che Keba si sia spinta un po’ più avanti rispetto ad altri, cercando di dare il più possibile forma a quella che è una visione in cui crediamo for- temente. Produciamo soluzioni di ricarica in- telligenti per veicoli elettrici, sviluppando al massimo l’innovazione, basandoci sul know Michele Dicati, chief technology officer di ParkingMyCar
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