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Panorama AUTOMAZIONE OGGI 28 | APRILE 2023 AUTOMAZIONE OGGI 445 Prima che la batteria venga riutilizzata, il for- nitore può fruire dei dati per generare uno storico dello stato di salute, costruendosi così un livello di fiducia standardizzato per il mer- cato delle batterie. I wBMS forniscono anche la possibilità di distribuire aggiornamenti sof- tware via radio e servizi a valore aggiunto, per migliorare le prestazioni del pacco batteria, consentire la ricarica rapida, migliorare l’auto- nomia ecc. Si tratta di elementi fondamentali per garantire un migliore costo totale di pro- prietà per i clienti dei veicoli elettrici”. La mobilità a idrogeno Non solo elettrico: la transizione verso una mobilità sostenibile ha aperto a nuovi modelli anche nell’ambito della mobilità a idrogeno. Simplifhy ( https://simplifhy.com ) si occupa della costruzione di infrastrutture per l’idro- geno, come ci spiega Sergio Torriani , CEO dell’azienda: “Progettiamo e costruiamo im- pianti per la produzione, lo stoccaggio e il rifornimento dell’idrogeno per la mobilità, ren- dendo disponibili le tecnologie dell’idrogeno in modo accessibile e strutturato per un utilizzo industriale, nella mobilità pesante e per le co- munità”. A che punto siamo? “Il mondo della mobilità a idrogeno in cui noi operiamo è al centro di que- sto cambio di paradigma. La mobilità sosteni- bile deve essere necessariamente multimodale e con multifuel, senza un’unica soluzione per tutte le applicazioni, e con modelli di business evoluti e innovativi” spiega Torriani . “Oggi, l’i- drogeno è efficiente rispetto all’elettrico solo sulle applicazioni ad alta intensità e sulle lun- ghe distanze del trasporto pesante. Per poter affermare questi modelli servono incentivi, per costruire una rete infrastrutturale che consenta l’adozione di queste tecnologie, ma esistono interessanti esempi di soluzioni che hanno una loro redditività: da chi offre il servizio taxi a idrogeno (Hype, Parigi), che si integra verti- calmente dalla produzione dell’idrogeno fino alla manutenzione dei mezzi, o sistemi analo- ghi per il trasporto merci. Come Simplifhy in Italia stiamo assistendo a diversi approcci con- correnti: dal trasporto pubblico, che definisce gare per la fornitura di idrogeno e la gestione delle infrastrutture, oppure che si organizza in autonomia per la produzione di idrogeno per i propri mezzi, a privati che si stanno attrezzando per prodursi il carburante in autonomia”. Le criticità In base al rapporto Osmm (Optimal Sustaina- ble Mobility Mix), nel nostro Paese esistono diverse criticità e un gap considerevole con il resto dell’Europa. Vediamo quali sono i pro- blemi principali che rendono il nostro Paese meno efficiente. Secondo Govi : “Questo è un tema complesso: spesso si ha la tendenza a vedere il bicchiere ‘mezzo vuoto’, guardando l’Italia come un Paese che necessariamente mostri qualche carenza rispetto ad altri in Europa. Tuttavia, va considerato che non sempre i dati o i precon- cetti riescono a fornire un’immagine veritiera. In Italia esistono certamente forti criticità; se si dovesse puntare il dito su quella più impat- tante, probabilmente si dovrebbe menzio- nare una certa difficoltà di programmazione strategica a livello di Paese, con troppi ritardi e incertezze da parte della politica e delle isti- tuzioni nel creare i presupposti normativi af- finché lo sviluppo di una mobilità sostenibile possa davvero guardare avanti senza indugi. Ma non è tutto qui. L’Italia è anche un Paese molto diverso rispetto agli altri cui spesso viene paragonata: è composta da un tessuto urbanistico unico, molto vario e frammentato rispetto a centro e nord Europa. Nonostante queste difficoltà, esiste una fetta importante del Paese che guarda avanti, avendo intravisto il potenziale dello sviluppo economico legato alla mobilità sostenibile. Possiamo contare su numerose aziende, start-up, progetti, ini- ziative industriali e scelte già fatte da parte di grandi gruppi, che porteranno a un impor- tante sviluppo di tutti i settori legati alla mo- bilità sostenibile”. Anche sul fronte della mobilità a idrogeno i problemi sono evidenti, come spiega Torriani : “I parametri dell’Osmm sono principalmente associati all’ambito urbano, mentre molte delle possibili applicazioni dei mezzi a idrogeno sono in campo extraurbano e sulla lunga di- stanza. Parlando di mobilità a idrogeno le criti- cità sono diverse e si esprimono con i numeri di stazioni disponibili nelle tre principali nazioni europee: Germania 115, Francia 25 (con un piano per arrivare a 250 in 2 anni), Italia 2 (con un progetto di 40 stazioni entro il 2026). Siamo drammaticamente indietro dal punto di vista infrastrutturale. Toglierci una delle opzioni dei processi di decarbonizzazione è folle ed estre- mamente rischioso per il sistema-Paese: se la mobilità pesante nel nord Europa si muove verso l’idrogeno e noi non abbiamo l’infrastrut- tura, questo comporterà costi aggiuntivi per la nostra logistica”. Tecnologie avanzate Una mobilità sostenibile (e sicura) non può pre- scindere dall’uso di tecnologie digitali avan- zate, come l’IoT (Internet of Things), i sistemi di trasporto cooperativi (C-ITS), l’intelligenza artificiale, il deep learning e i big data: “Tutte le tecnologie menzionate fanno già parte del processo come condizione imprescindibile” afferma Govi . “La sfida maggiore, infatti, non consiste solo nell’ideare nuove soluzioni di Alessandro Govi, energy automation - sales director di Keba Sergio Torriani, CEO di Simplifhy

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