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Tavola rotonda MARZO 2023 AUTOMAZIONE OGGI 444 | 83 Piciocco : Per il 2023 prevediamo un periodo ancora molto complesso. Grazie al nostro ampio portfolio prodotti, ci aspettiamo co- munque un miglioramento della situazione nel secondo semestre. Infatti, a partire da settembre prevediamo di poter avere un qua- dro chiaro su come gestire lo shortage, così da creare una nuova normalità. Non sarà più possibile tornare alle tempistiche di consegna precedenti in quanto il volume del mercato è aumentato e continua a crescere. Tuttavia, l’obbligo alla pianificazione porterà sicura- mente a un sistema più funzionale, con un riposizionamento del livello di produzione che sarà più basso ma sicuramente più orga- nizzato. Bolsi : Anche noi, nel corso degli ultimi mesi del 2022, abbiamo rilevato questo migliora- mento e questo ci fa ben sperare per il nuovo anno. Tuttavia, la reperibilità di materiali e chip continuerà ad essere contrassegnata da alti e bassi almeno per tutto il primo trimestre del 2023, ma siamo confidenti che con l’arrivo dell’estate, o al più tardi dell’autunno, si possa tornare a una sorta di normalità. Resterà poi, a quel punto, da capire se la domanda del mercato sarà orientata al consolidamento dell’esistente o se le nuove applicazioni con- tinueranno ad avere un effetto trainante. USA e UE stanno predisponendo piani che pun- tano al rafforzamento tecnologico e alla mag- giore autonomia progettuale e produttiva di microchip, ma si attueranno a lungo termine. Quali ostacoli e opportunità intravedete negli scenari futuri? Mascetti : Il reshoring si è dimostrato una scelta necessaria dettata dal forte impatto della pandemia. Possiamo infatti constatare che la decisione di riportare parte della pro- duzione di componentistica elettronica, non solo microchip, nelle vicinanze delle aree di richiesta è già stata presa da tempo. L’U- nione Europea ha varato quasi un anno fa il Chips Act che come pacchetto legislativo europeo dedicato ai semiconduttori prevede 43 miliardi di euro di incentivi per raddop- piare entro il 2030 la produzione europea di semiconduttori. Lo scopo è quello di garan- tire molta più autonomia produttiva per non essere più dipendenti dalle forniture extra UE. Certamente nessuno ha la bacchetta magica per predisporre un impianto e ren- derlo funzionante nell’arco di qualche mese, occorreranno progetti coerenti e molti anni di lavoro. Tuttavia, i benefici che ne derive- ranno potranno essere numerosi, ad esem- pio un’offerta più ampia grazie al fatto che la produzione dei chip non sarà più localizzata soltanto in alcune aree del globo. Resta l’in- cognita del costo dei componenti che, come possiamo immaginare, potrebbe essere net- tamente più alto rispetto a quello attuale e questo potrebbe riflettersi sui prezzi finali dei vari prodotti. Piciocco : Le aziende che producono micro- chip oggi sono concentrate in aree geografi- che ben definite: Estremo Oriente, Paesi del sud-est asiatico e in America nella Silicon Val- ley. Delocalizzare nuovamente i siti produttivi di chip verso altre aree è un processo che, a fronte di una disponibilità maggiore di com- ponenti, richiederà tempi molto lunghi e ge- nererà costi di impianto e di lavoro superiori rispetto al passato. Questo andrà inevitabil- mente a riflettersi su tutto il mercato. Negri : L’European Chips Act è il primo segnale scritto che conferma la consapevolezza di una necessaria maturità delle industrie di fronte ai mutati scenari internazionali. Purtroppo, l’Eu- ropa paga un certo ritardo nella transizione digitale e in quella energetica. Già nel 2022 vi era il forte aumento nella domanda di semi- conduttori e batterie, non solo per gli EV ma anche per il resto dei dispositivi. Inoltre, con la transizione digitale aumenta la già enorme quantità di dati a cui, per essere prodotti e conservati, serve una quantità di energia al- trettanto enorme. I target dell’European Chips Act sono tanti: le norme contenute prevedono entro il 2030 il raddoppio della produzione europea dei semiconduttori, dal 10 al 20%. Per di più il pacchetto di normative prevede incentivi per circa 43 miliardi di euro a favore degli investitori per creare impianti produttivi in Europa, investire nelle tecnologie di pros- sima generazione, nella prototipazione, nei test e nella sperimentazione di semicondut- tori all’avanguardia. Questa è un’opportunità concreta per rispondere allo shortage e predi- sporre una supply chain più stabile. Dall’ema- nazione dell’European Chips Act qualcosa sta iniziando a cambiare e, sebbene sia necessario ancora parecchio tempo, questo pacchetto di normative avrà senz’altro un impatto positivo su tutta l’industria del Vecchio Continente. Il reshoring deve avvenire senza andare a scon- volgere i delicati equilibri dell’attuale supply chain, poiché in caso contrario si avrebbero ripercussioni ancora maggiori su tutta la fi- liera dell’elettronica industriale e consumer. Quello del reshoring è un processo lungo e complesso che va pianificato con coerenza e condivisione perché la sua buona riuscita sarà un grande beneficio per tutti. Luca Negri, country manager di Gpbm Italy Elio Bolsi, general manager di wenglor sensoric italiana

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