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34 | MARZO 2023 AUTOMAZIONE OGGI 444 Attualità AUTOMAZIONE OGGI L a supply chain dei componenti elettro- nici e delle materie prime continua a navigare in mari agitati e si sta prepa- rando a un’ulteriore trasformazione. Al- cuni fra i maggiori produttori mondiali di prodotti elettronici si sono resi conto che, a causa dei mercati divenuti instabili, nonché i re- centi eventi geopolitici ed economici degli ulti- mi cinque anni, la soluzione per poter ristabilire un certo equilibrio sarebbe stata quella di un (iniziale) ritorno di parte della produzione nelle vicinanze delle aree produttive. Il fenomeno è in netta contrapposizione con ciò che ha avuto ini- zio oltre vent’anni fa, ossia una delocalizzazione verso le aree produttive localizzate per lo più nei paesi asiatici. Un altro fattore determinante è quello del recente pacchetto di norme varato dall’Unione Europea, il Chips Act, che incentiva il ritorno (in realtà una parte, come vedremo di se- guito) alla produzione nel Vecchio Continente. Le ragioni di questa transizione sono state già state ampiamente discusse e sono numerose, una su tutte l’impatto sui mercati della guerra in corso, ma vanno anche ricercate in ciò che si stava profilando all’orizzonte anni prima per quanto riguarda le materie prime. Ancora prima del periodo pandemico era oramai chiaro che l’aumento di domanda di chip, i mutati scena- ri energetici come anche la digitalizzazione, avrebbero portato a una situazione imprevedi- bile. Imprevedibile perché, ad esempio, vent’an- ni fa nessuno avrebbe predetto che il trasporto su gomma avrebbe prepotentemente richiesto la trazione elettrica e di conseguenza un incre- mento esponenziale nella domanda di veicoli elettrici. A quei tempi, nessuno avrebbe preso in considerazione in modo serio i cambiamenti climatici e ciò che ha comportato (vedi Agenda Zero Emission 2050). Nessuno avrebbe previsto gli sconquassi e le problematiche dei combu- stibili fossili che avrebbero culminato lo scorso anno nelle vicende del gas naturale. Tutto ciò ha obbligatoriamente accelerato la corsa alle energie rinnovabili, a nuove tecnologie e alla richiesta di batterie. E nel 2023, come si presenta la situazione? Ne parliamo con Luca Negri, country manager di Gpbm Italy. Il pacchetto Chips Act è stato varato all’inizio del 2022. Quali impatti, se ci sono già, sta avendo sulla produzione europea? Luca Negri : Faccio una premessa. C’è oramai la consapevolezza di una necessariamaturità delle industrie di fronte ai mutati scenari internazio- nali e l’European Chips Act è il primo segnale scritto che lo conferma o, per lo meno, è l’inizio di un intento più che serio. Purtroppo, l’Europa sta scontando un ritardo nel proseguire il cam- mino della transizione digitale, ma in particolar modo ora, viste le condizioni politico-economi- che, anche su quella energetica. Come era già evidente lo scorso anno, sarebbe stato più che logico aspettarsi il forte aumento di domanda di semiconduttori e batterie, non solo quelli desti- nati ai veicoli elettrici ma anche per il resto dei dispositivi elettronici. Detto questo, va aggiunto che il mondo, con la transizione digitale, sta an- dando verso la gestione di enormi quantità di dati e questi ultimi, ahimè, richiedono un quan- titativo di energia più che proporzionale per essere prodotti e conservati. Gli obiettivi dell’Eu- ropean Chips Act sono molteplici: entro il 2030 il pacchetto di norme prevede di raddoppiare la quota di produzione europea dei semicondut- tori, dal 10 al 20%. Tanto per dare un’idea, nel 2020 nel mondo sono stati prodotti circa mille miliardi di microprocessori, di cui per l’appunto il 10% in Europa. L’European Chips Act prevede incentivi per un totale di 43 miliardi di euro per tutta una serie di operazioni, fra le quali investi- menti nelle tecnologie di prossima generazione, favorire gli investitori per la creazione di impianti produttivi nell’area europea, rispondere alle carenze e garantire più sicurezza nell’approv- vigionamento, incentivare prototipazione, test e sperimentazione di semiconduttori all’avan- guardia. Pertanto, è trascorso un anno dall’ema- nazione dell’European Chips Act e qualcosa sta iniziando a muoversi, quindi questo pacchetto di normative avrà senz’altro un impatto sull’in- dustria europea, ma ci vuole tempo. Per quanto riguarda le materie prime e la loro carenza, quali cambiamenti porterà il Chips Act? Negri : La domanda di dispositivi elettronici e batterie è in costante incremento e si prevede che, nel caso del litio, la richiesta possa aumen- tare di oltre 20 volte entro i prossimi trent’anni. Reshoring e Chips Act: l’Europa è pronta? I segnali del cambiamento sono stati lanciati e percepiti, ma ora per le aziende è giunto il tempo di agire Lucrezia Campbell Ancora prima del periodo pandemico era chiaro che l’aumento di domanda di chip, i mutati scenari energetici, come anche la digitalizzazione, avrebbero portato a una situazione imprevedibile Fonte: foto Pixabay
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