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GENNAIO-FEBBRAIO 2023 AUTOMAZIONE OGGI 443 | 31 M attinata ricca di spunti sul tema della servitizzazione quella trascorsa al Palazzo delle Stel- line di Milano per il convegno intitolato ‘Nuovi modelli di business per l’automazione. Dall’asset fisico al servizio’, organizzato da Anie Automazione. Un centinaio i partecipanti, che hanno avuto modo di confrontarsi con chi sta facendo da pioniere nella sperimentazione dei nuovi modelli di bu- siness che l’era del digitale sta portando nel ma- nifatturiero. “Digital transformation non signifi- ca solo raccogliere i dati da macchine e impianti per migliorare il controllo di processo, ma an- che analizzarli in un’ottica più commerciale, per esplorare spazi ‘virtuali’ dove il profitto è legato ai ‘bit’piuttosto che al ‘metallo’”conferma Anto- nio Parodi, consigliere delegato di Anie Auto- mazione. “Il valore di un bene sta diventando sempre meno dipendente dai chili di materia utilizzati per crearlo e via via più legato alla sua dimensione virtuale e digitale. La pandemia ha accelerato questo processo di dematerializza- zione, anche consentendo un uso più efficien- te del materiale dal punto di vista meccanico” ha proseguito Parodi. “L’hardware oggi è ‘sotto pressione’; la crescente competitività sui costi e la minore capacità di creare valore dalla sola meccanica, con l’aggiunta magari di funzio- nalità o ‘intelligenza’ al prodotto, assottiglia i margini dei fornitori di tecnologia. Secondo alcuni dati, il valore ‘estratto’ dai produttori dal solo hardware, pari al 31% nel 2021, scenderà al 23% nel 2030, perdendo quasi un punto per- centuale all’anno, recuperabile tramite il digita- le. Il valore tratti dai servizi, infatti, passerà dal 31% del 2021, al 40% nel 2030. Per questo, la vendita dell’asset fisico deve procedere di pari passo con l’offerta di servizi a valore aggiunto, per esempio di manutenzione, assistenza da remoto, fino ad arrivare a modelli di vendita a noleggio, a consumo o per unità di tempo”. Verso un modello 'service dominant' Un caso emblematico di modello orientato ai servizi è quello adottato da Rolls Royce nella vendita di motori a propulsione. Parliamo di un player all’avanguardia, ma non certo l’unico ad avere intuito il potenziale del modello di business EaaS (Equipment as a Service). Fra questi Goglio, che con Lavazza ha stretto un contratto a per- formance garantite, sulla base di un parametro come l’MME (tempo che intercorre fra i guasti), che lega prodotto e servizio, fornitore e cliente, in un patto di cooperazione e fiducia. “Il progetto è nato per soddisfare la richiesta del cliente” in- terviene Luciano Sottile, general manager divi- sioneMacchine di Goglio. “Avevamo già pensato di collegare le macchine per ricavarne dati, ma con Lavazza siamo andati oltre, ripensando il modello di business. E alla base di tutto è stato fondamentale il rapporto di fiducia fra noi, così come la buona relazione fra gli addetti delle no- stre aziende è l’arma vincente che ci ha permesso di raggiungere gli attuali livelli di performance”. Racconta Michele Galbiati, Manufacturing Inter- national director di Lavazza: “Il nostro knowhow è legato al caffè; sappiamo tutto di aroma, lavo- razione, gusto…È Goglio ad avere tutte le com- petenze relative alle macchine per il packaging. Da qui l’idea: il personale di Goglio collabora con i nostri tecnici per far funzionare al meglio le macchine e ne garantisce prestazioni ed effi- cienza, intervenendo quando ritiene sia meglio per evitare guasti e fermi, attuando strategie di manutenzione predittiva, sostituendo i pezzi Meno atomi, più bit Un convegno organizzato da Anie Automazione ha fatto luce sul tema della servitizzazione: la digitalizzazione porta all’introduzione di nuovi modelli di business anche nel settore dell’automazione, dove il valore di un prodotto è sempre meno legato alla meccanica e più al virtuale Ilaria De Poli @depoli_ilaria Si è tenuto a Milano il convegno ‘Nuovi modelli di business per l’automazione. Dall’asset fisico al servizio’ organizzato da Anie Automazione Attualità AUTOMAZIONE OGGI

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