AO 443

Panorama GENNAIO-FEBBRAIO 2023 AUTOMAZIONE OGGI 443 | 25 citarne solo alcune. Questi sono i robot indu- striali. I robot di servizio sono invece robot che svolgono attività utili per gli esseri umani e per le apparecchiature, a uso professionale e anche personale. Si trovano nei settori della logistica, agricoltura, pulizia, costruzioni, trasporti, si- curezza, ispezione e nella medicina. Quelli ad uso personale operano invece nell’assistenza, trasporto, sorveglianza domestica e nell’intrat- tenimento; un esempio è l’ormai diffusissimo robot aspirapolvere, che pulisce in autonomia mentre siamo fuori casa, oppure gli assistenti vocali basati sull’intelligenza artificiale che in- teragiscono con la nostra voce (smart speaker). Nel 2021 sono stati venduti 121.000 robot di servizio per uso professionale; di questi, più di un terzo era destinato al settore della logi- stica, a indicare un comparto sempre più au- tomatizzato per gestire in modo efficiente lo spostamento di grandi volumi di merci. Forte incremento anche nel settore hospitality (+85% sul 2020), pur con un numero conte- nuto di unità (circa 20.000). Costante il conso- lidamento nel medicale (robot chirurgici e per la riabilitazione) +23% e nel cleaning +31%; le installazioni nell’agritech sono ancora limitate (circa 8.000 unità), ma le potenzialità del settore sono importanti, con la digitalizzazione che sta letteralmente trasformando il modo in cui si coltiva e si alleva. Un altro dato interessante che viene dal do- cumento di IFR è che l’87% dei produttori di robot di servizio globali sono produttori storici (aziende fondate prima del 2017), mentre è dra- sticamente diminuito il numero delle start-up; questo perché il settore ha raggiunto un certo livello di maturità (si pensi agli AMR), e perché molte applicazioni coinvolgono l’uso di robot collaborativi nati per il mondo industriale po- tenziati con applicazioni software e IoT specifi- che per il settore consumer. Less is more, anche nella robotica Siamo insomma di fronte a una sorta di ibrida- zione, dove l’uscita dei robot dall’ambito indu- striale impone di ripensare la progettazione cinematica e l’interfaccia del braccio robotiz- zato in ottica user-friendly, e dove la configu- razione diventa sempre più semplice (plug and play), adatta a utilizzatori meno avvezzi alla programmazione tradizionale a codice. I robot industriali stanno diventando più facili da ap- procciare e da utilizzare, e i robot di servizio stanno potenziando le proprie prestazioni e possibilità avvantaggiandosi dei progressi tec- nologici e della digitalizzazione. I robot sono sempre più alla portata di tutti, quindi, a prescindere dal background di com- petenze. Ma questo tipo di approccio non porta con sé il rischio di assistere a un’ecces- siva semplificazione a discapito, magari, delle prestazioni? Fabio Rossi , CEO di AutomationWare ( https://automationware.it ), lo esclude, poiché “lo sviluppo di robot è sempre più sofisticato, in grado di elaborare una mole enorme di dati e di assistere l’uomo in numerose attività, da quelle più tecnologiche a quelle più alla portata di tutti”. Dietro la facciata di un’interfaccia ami- chevole si cela una ricercatezza straordinaria: rendere agevoli le complessità è un’arte. Lo sviluppo tecnologico corre, come rimarca Va- lerioD’Angelo , business development specialist di ABB Robotics Italia ( https://new.abb.com/it ) “Alzare l’asticella della complessità del processo e spingere la produttività, senza compromettere la facilità di impiego, è compito degli uffici di Ri- cerca e Sviluppo dei costruttori e degli istituti di ricerca accademica. I progressi sono rapidi e si cominciano a vedere casi concreti in moltissimi ambiti, dalla visione 3D con algoritmi di ricono- scimento che sfruttano il machine learning, allo sviluppo di interfacce di programmazione intui- tiva per l’impiego di robot in saldatura”. La semplificazione può rivelarsi un asset pre- zioso, come illustra Samuel Daldoss , sales pro- duct manager Assembly Technology di Bosch Rexroth ( www.boschrexroth.com ): “Non si sta correndo il rischio di una programmazione semplificata che abbia come ricaduta un defi- cit a livello di performance. Non vedo pericoli, perché se è vero che aumenta costantemente il numero di tool in grado di facilitare la program- mazione, è altrettanto vero che queste utility la- sciano sempre una porta aperta, così da poter accedere a livelli più profondi di programma- zione. Le due soluzioni coesistono: ci sono tool facili da utilizzare, ma la programmazione stan- dard, da riga di codice, rimane. Ciò che accade è che viene diversificata l’esperienza dell’utilizza- tore, facilitandolo nello svolgimento delle sue mansioni”. Mirko Daniele Comparetti , engineering sales consulting di Kuka Roboter Italia ( www.kuka.com/it-it ), fa notare come i robot siano diventati più intuitivi, ma non per questo più semplici: “L’uso di un’interfaccia intuitiva richiede, al contrario, un potenziamento della tecnologia: questa deve essere in grado di adat- tarsi a tutte le possibili situazioni e gestirle in sicurezza attraverso canali di programmazione e configurazione delle macchine che guidino l’utente, anche meno esperto, verso le scelte corrette per l’applicazione”. Alessandro Delucchi , sales manager di MiR Italia ( www.mobile-industrial-robots.com ), pone l’attenzione sul fatto che la tecnologia non è semplificata in sé e per sé, bensì nasce per semplificare: “Facile da usare e facile da integrare non sono assolutamente sinonimo di tecnologia semplice. Gli AMR sono dotati di sensori, telecamera 3D, Lidar e scanner laser che consentono al robot di effettuare autono- mamente qualsiasi manovra proprio perché può osservare ciò che accade attorno a sé. Allo stesso modo l’AMR è in grado di map- pare l’area in cui deve operare rendendo le cose molto più semplici per l’utente che vuole implementare un robot. I robot mobili sono destinati a migliorare continuamente le loro performance come anche le loro caratteristi- che user friendly, flessibilità, plug and play per renderli sempre più ready to use”. Simone Farruggio , product specialist engineer Robot di Mitsubishi Electric Factory Automa- tion ( https://it.mitsubishielectric.com ), centra il punto, evidenziando come non ci troviamo di fronte a una semplificazione della tecnologia ma a una semplificazione dell’utilizzo della tec- nologia: “Per quanto riguarda la facilità di uti- lizzo, il tema è diventato un elemento strategico grazie soprattutto alla robotica collaborativa, ma si sta gradualmente applicando anche a quella industriale. Contemporaneamente assi- stiamo a una trasformazione delle competenze degli operatori, che si stanno evolvendo sem- pre più in un’ottica di analisi dati e di gestione. Tuttavia, non credo che in questo nuovo con- testo ci sia il rischio di incorrere in un’eccessiva semplificazione della tecnologia, perché spesso la facilità di utilizzo è accompagnata dall’inte- grazione di algoritmi di intelligenza artificiale che, oltre a rendere il sistema più semplice da utilizzare lato utente, aumentano l’autonomia del robot e contestualmente anche le perfor- mance e la flessibilità del sistema”. Operatori che diventano robot operator. I robot collaborativi prosperano, ma i robot industriali non stanno certo a guardare. Lo pensa Peter Lange , business development manager Robo- tics di Omron ( https://omron.it ): “Gli operatori umani e specializzati sono fondamentali per la produzione. Per far fronte alla carenza di mano- dopera è però necessario che le risorse umane

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