AO_442
NOVEMBRE-DICEMBRE 2022 AUTOMAZIONE OGGI 442 | 95 i è laureato in Fisica alla Sapienza, ha conseguito il dottorato in Fi- sica dellaMateria presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati - Sissa di Trieste, è stato postdoc nel Regno Unito a Man- chester e nel Theory of Conden- sedMatter Group del Laboratorio Cavendish del Dipartimento di Fisica di Cambridge. Rientrato in Italia all’Istituto Nazionale Fi- sica per la Materia - INFM, è stato primo ricercatore dell’Istituto dei Sistemi Complessi CNR, profes- sore di II e I fascia in Fisica della Materia a IMT Lucca e ora pro- fessore di I fascia alla Ca’ Foscari. Stiamo parlando del tech boy di questo mese, Guido Cardarelli, anche autore di quattro libri e circa 200 pubblicazioni dal 2018 al 2021. Chiediamo al professore alcune considerazioni e degli ap- profondimenti. Perché la formazione accademica è così centrale per il lavoro nell’ambito delle sue discipline? “Le discipline Stem (science, technology, engineering, mathematics) consentono di familiarizzare con quel vocabolario di nozioni indispensabili alla comprensione del nostro mondo, sia sociale sia naturale. Ovviamente, al crescere della complessità tecnologica che ci circonda, questo voca- bolario e questa capacità di comprendere e interpretare il reale diventa sempre più ne- cessaria. In particolare, le scienze applicate come l’ingegneria beneficiano moltissimo degli avanzamenti culturali della fisica, della chimica, della matematica, ed è cruciale che questa parte del lavoro sia sempre aggior- nata rispetto ai progressi della ricerca. A tale scopo, per esempio, a Venezia abbiamo cre- ato un corso di laurea in Ingegneria Fisica che cerca di formare studenti che possano direttamente applicare quanto appena sco- perto”. La fisica applicata alla tecnologia? “Sicuramente i progressi della fisica indiriz- zano le nuove tecnologie, lo si è visto anche con i recenti premi Nobel per l’informazione quantistica nel 2022 e per la complessità nel 2021. Prima di essere strumenti per tutti, le tecnologie rendono visibile ciò che deriva dalle scoperte scientifiche. Quindi, la com- prensione del diverso comportamento di un sistema quando il numero delle sue parti cresce, può, per esempio, diventare una for- mula per avvisare quando i mercati finanziari sono in crisi. Lo studio dell’entanglement, per esempio, può aiutarci a trasmettere in- formazione in maniera più esatta e prepa- rarci ai calcolatori del futuro. Al momento si tratta di modelli: in Italia il trasferimento di conoscenza fra ricerca e industrie purtroppo è abbastanza impervio, ma per chi riesce a capire le nuove scoperte e ha di queste una visione congeniale al mercato, si prospetta un enorme successo, vista anche la penuria di competitor”. Come entrano realmente nel nostro quoti- diano i processi informatici e automatici? “Il nostro mondo è totalmente dipendente dalle strutture di calcolo e di connessione fra aziende, fra persone, addirittura fra oggetti, che si sono sviluppate in questi anni. Se ‘salta la corrente’, il problema non è tanto che manchi la luce, ma che non funzioni Internet, che non si possa pagare con la carta di cre- dito, ordinare la cena, prenotare degli svaghi, o lavorare da casa, e molto altro ancora”. Cosa vuol dire ‘rivoluzione tecnologica’ in termini pratici e applicativi? “Significa la possibilità di elaborare dati in maniera pervasiva, nelle nostre tasche, nei cir- cuiti integrati dei nostri telefoni mobili, nelle amministrazioni pubbliche; il che, assieme all’enorme disponibilità di memorie, ha reso possibile il salvataggio di ogni singolo aspetto della nostra vita. Cosa compriamo, cosa leg- giamo, i siti web che visitiamo, a chi telefo- niamo, chi messaggiamo e così via, tanto da creare una mole di dati che indichiamo con Big Data. La grandezza di questa quantità di informazioni è tale che nei prossimi otto o nove mesi duplicheremo tutta l’informazione prodotta dall’umanità, dalle prime tavo- lette sumere alle telefonate fatte ieri. Il fatto che ognuno di noi possa essere considerato come un vertice di questa rete quasi infinita di contatti e connessioni ci ha consentito di de- scrivere quantitativamente la società e di pro- durre modelli di studio estremamente utili.” Che cosa ci riserva ancora il futuro? “Non lo sappiamo, nessuno lo sa; ma di certo questa complessità è qui per rimanere e au- mentare. Assisteremo alla messa in rete di tutto ciò che di inanimato ci circonda (Internet of things), così come l’interessantissimo pro- getto sul centro di ricerca della Fondazione Futuro, diretta dal neurobiologo vegetale Ste- fano Mancuso che porterà nella nostra ‘rete di segnali e di informazione’ anche le piante che ci circondano e che probabilmente salve- ranno il nostro pianeta dalla crisi climatica.” S Lucilla La Puma AUTOMAZIONE OGGI TECH BOYS AND GIRLS Guido Cardarelli
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