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OTTOBRE 2022 AUTOMAZIONE OGGI 441 | 93 ariarosaria Taddeo, una persona il cui pensiero si accosta a quello filosofico per tracciare le linee guida sulla rivoluzione digitale e la sua etica. Laureata in filoso- fia, ricercatrice senior a Oxford, Mariarosaria è tra le prime 50 donne italiane che lavorano sui temi della tecnologia e della sua governance. È tra le 100 donne più influenti nella tecnologia del Regno Unito e tra le prime 100 donne che lavorano sull’etica dell’intelligenza artificiale nel mondo. Professore associato e ri- cercatrice senior presso l’Oxford Internet Institute, il suo lavoro si concentra principalmente sull’analisi etica dell’intelligenza artificiale, dell’innovazione digi- tale, della sicurezza informatica e dei conflitti informatici. “Con il digitale abbiamo imparato che è reale anche ciò che non è tangibile” ci dice con fermezza la professoressa. “Intanto è bene dire che sono una filosofa, ho studiato filosofia a Bari, dove agli inizi degli anni 2000 mi sono appassio- nata subito allo studio della logica e della filosofia dell’intelligenza artificiale. Ho pro- seguito poi gli studi a Padova, dove ho preso un dottorato in filosofia etica e pratica, con una tesi sulle implicazioni etiche della fiducia tra agenti artificiali”. Quale progetto le ha dato maggiori soddisfazioni nell’ambito della ricerca? “Non è tanto una questione legata a un progetto singolo” ci racconta Mariarosaria. “Quando ho iniziato a studiare filosofia, l’ho fatto perché volevo capire le trasformazioni del mio tempo. Erano i primi anni della ri- voluzione digitale (la rivoluzione dell’infor- mazione, come la chiamavamo all’epoca). Il progetto che ho condiviso con il mio ma- estro, il prof. Floridi, era quello di lavorare per indentificare e analizzare le implicazioni concettuali ed etiche di questa rivoluzione e, se possibile, anche contribuire a indiriz- zarla. Vent’anni possiamo dire di essere stati lungimiranti”. Ci parli della ‘sua’ etica digitale… “Non credo che si possa definire la ‘mia’ etica del digitale. Assieme al mio gruppo di ricerca a Oxford abbiamo negli anni sviluppato un approccio più specifico di quello di altri colleghi, ma la ricerca, che sia in etica o in biologia o in fisica, cerca di avvicinarsi quanto più possibile alla verità. Pertanto, non possono esserci teorie ‘mie’. Il nostro approccio si basa su due elementi importanti: l’aver compreso e chiarito che il digitale non trasforma solo le cose che fac- ciamo, per esempio con lo smartworking o i film sulle piattaforme, ma cambia il modo in cui comprendiamo il mondo intorno a noi. La rivoluzione digitale è, per meglio dire, una rivoluzione concettuale. Pensiamo al concetto di guerra. Per millenni la guerra è stata quella di azioni aggressive unite alla violenza fisica, oggi, con la cyberwar, la guerra separa queste due cose. Può essere un’attività aggressiva ma non fisicamente violenta. Il primo passo è capire quali sono queste trasformazioni concettuali e com- prenderle. Il secondo passo è capirne le ricadute etiche. Per tornare al nostro esem- pio, abbiamo regolato per millenni la guerra in quanto attività fisicamente violenta, con leggi internazionali, la teoria della ‘guerra giusta’, che sono tentativi di ridurre le morti, gli spargimenti di sangue, i danni fisici. Ora però come possiamo regolare una guerra che non è fisica? L’altro elemento è l’inter- disciplinarità. L’etica del digitale si occupa di capire l’impatto etico, ma anche sociale e legale della rivoluzione digitale. È necessa- rio che a essa lavorino eticisti, insieme a so- cial scientist e giuristi e anche agli ingegneri che sviluppano questa tecnologia”. Che impatto avrà sulle prossime generazioni questo tipo di pensiero? “L’impatto immediato, nel caso della ricerca che sviluppo, riguarda le collaborazioni con i legislatori inglesi ed europei. L’attenzione a comprendere la rivoluzione del digitale e le sue implicazioni etiche, sociali e legali (Elsi) è cresciuta negli ultimi anni, e molto spesso la ricerca condotta in quest’area ha un impatto sulle regolamentazioni che vengono defi- nite. Il mio lavoro, per esempio, sull’etica del digitale per la difesa nazionale è stato ripreso di recente dal Ministero della Difesa inglese per definire i principi etici sull’uso dell’intel- ligenza artificiale in questo contesto. C’è poi un’eredità più ampia, che è quella di aver mo- strato ai non addetti ai lavori che la filosofia è una materia viva e non obsoleta. La filosofia rimane analisi concettuale di problemi che spesso sono centrali nel momento storico che viviamo. Infine, quando penso alle nuove ge- nerazioni, la domanda chemi pongo spesso è cosa posso imparare da loro. Specialmente le generazioni più giovani oggi portano avanti battaglie cruciali, come l’ambiente, la giusti- zia sociale, che la mia generazione ha perso o evitato di combattere. Quindi guardo alle nuove generazioni con molta speranza e anche per trarne ispirazione”. M Lucilla La Puma AUTOMAZIONE OGGI TECH BOYS AND GIRLS Mariarosaria Taddeo

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