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Building automation OTTOBRE 2022 AUTOMAZIONE OGGI 441 | 85 quest’ultima deve essere riportata ai sistemi di pertinenza per l’esecuzione, attraverso gli stes- si percorsi di comunicazione. Lo stato attuale degli edifici intelligenti Se vi trovate nella sfortunata situazione di es- servi persi nella jungla, o bloccati su un’isola deserta, la regola del 3 vi manterrà in vita. Que- sta regola stabilisce che per sopravvivere avete 3 ore per trovare un riparo, 3 giorni per trovare acqua e 3 settimane per trovare cibo, prima di soccombere. In questo scenario, il riparo è la priorità assoluta per la sopravvivenza. Tuttavia, anche se al momento non siamo sperduti nella natura selvaggia, il modo in cui soddisfiamo l’u- mano bisogno di un riparo passando a edifici in- telligenti è fondamentale per il futuro del nostro pianeta e dell’umanità. Per rendere intelligente un edificio nuovo o preesistente si ricorre alla digitalizzazione. Si tratta del processo di tra- sformazione dei fattori che influenzano il fun- zionamento e la manutenzione di un edificio in segnali digitali, che possono essere misurati in tempo reale e comunicati al cervello della strut- tura, per essere analizzati e poi gestiti. Il modo in cui digitalizziamo gli edifici nuovi ed esistenti per renderli più efficienti e sostenibili dal punto di vista energetico è la chiave per garantire il futuro della nostra specie per quanto riguarda l’impatto ambientale. Ci sono 4 aree chiave da considerare, quando si parla del futuro degli edifici intelligenti. Le vediamo qui di seguito. - Salute e sicurezza: lo spazio è progettato con l’intento di aumentare lo stato di benessere dei suoi occupanti? Se questi si sentono sicuri e l’ambiente è progettato per migliorare il loro stato d’animo e la loro qualità di vita, saranno più produttivi. Questo aspetto è ancora più importante in epoca di Covid-19, quando le persone ritornano in ufficio. - Sostenibilità: lo spazio è efficiente, come deve essere, per ridurre le emissioni di CO₂? Questo tema non solo migliora la vita dei condomini, facendo risparmiare sulle bollette e riducendo i costi di manutenzione, ma ha anche benefici ambientali, economici e sociali per tutta la popolazione. - Resilienza: lo spazio è stato progettato pen- sando al futuro, per resistere alla prova del tempo? Gli immobili attuali sono costruiti per durare 150 anni o più. Non sappiamo quali in- novazioni o tecnologie verranno scoperte in futuro, ma possiamo pianificare in modo che le infrastrutture informatiche (IT) e operative (OT) delle nostre costruzioni siano in grado di gestire l’aumento del traffico dati previsto per il futuro, quando un numero sempre maggiore di sistemi inizierà ad andare online e diventare indirizzabile via IP. - Economia: senza i giusti incentivi finanziari è molto difficile implementare il cambiamento. Il denaro è valore e si può ricavare valore dagli edifici rendendoli intelligenti. All’inizio, tutta- via, prima di poter ottenere dei risparmi sono necessari investimenti di capitale. Saranno ne- cessari modelli di finanziamento innovativi per consentire ai proprietari di immobili di trasfor- marli in strutture intelligenti. Questi 4 temi possono essere affrontati attra- verso l’automazione degli edifici, oggi basata in gran parte su sistemi chiusi e compartimentati ‘a silos’, che lavorano in modo isolato per svol- gere la loro funzione senza influenze da altri sistemi o attivazioni reciproche. In un edificio questi sistemi sono l’Hvac, l’illuminazione, il controllo degli accessi, l’allarme antincendio, gli ascensori e il rilevamento delle presenze, solo per citarne alcuni. I sistemi a silo sono in gran parte inefficienti e contribuiscono ad au- mentare le emissioni di anidride carbonica. Perché sono necessari gli edifici intelligenti? La figura 1 mostra la canalizzazione delle in- fluenze. Si tratta di una descrizione approssima- tiva dell’ecosistema che nel mondo moderno condiziona il fabbisogno di edifici intelligenti. Innanzitutto partiamo dai macro-trend del mondo, che sono l’urbanizzazione e il cambia- mento climatico. L’urbanizzazione è la migra- zione della popolazione mondiale dalle aree rurali alle aree urbane, come le città. Le persone vi si trasferiscono per avere uno stile di vita mi- gliore. Le città offrono prospettive di lavoro e un migliore accesso a beni, servizi, assistenza sanitaria e istruzione. Anche la crescita de- mografica contribuisce all’urbanizzazione e si stima che entro il 2050 oltre il 65% della popo- lazione mondiale vivrà in un ambiente urbano. Si prevede che la superficie globale degli edifici raddoppierà entro il 2060, che equivale, a livello mondiale, all’aggiunta di una città come New York ogni mese, per 40 anni. Il cambiamento climatico consiste in una variazione dei modelli climatici globali o regionali, con particolare rife- rimento a quella che si è manifestata tra la metà e la fine del XX secolo, che è stata attribuita in gran parte all’aumento dei livelli di anidride car- bonica nell’atmosfera dovuto all’uso di combu- stibili fossili. Secondo le stime dell’AIE, il 40% delle emissioni mondiali di anidride carbonica è attribuibile agli edifici, di cui il 28% è impu- tabile alla sola attività di gestione e manuten- zione degli stessi. La stima più allarmante è che il 50% dell’energia attualmente utilizzata dagli edifici va sprecata. Negli ultimi anni il consumo energetico e, di conseguenza, le emissioni di CO₂ degli edifici si sono a malapena stabilizzati, a dimostrazione del fatto che con l’aumento del numero di edifici che entreranno in funzione il loro impatto sull’ambiente non potrà che peg- giorare, a meno che non si riesca a migliorare l’efficienza energetica. Molti autorevoli think tank, come lo United Nations Environment Programme e la World Bank, oggi si concen- trano sulle politiche per migliorare l’efficienza energetica in edilizia, fornendo incentivi per investire in immobili sostenibili e intelligenti,

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