AO_441

38 | OTTOBRE 2022 AUTOMAZIONE OGGI 441 N egli ultimi due anni il mondo sem- bra essere entrato in una nuova epoca di grande e costante insta- bilità, con profonde ripercussioni sul commercio internazionale e sui consumatori. Tutti questi disordini hanno portato molti a chiedersi: è questa la fine della globalizzazione e del capitalismo come lo co- nosciamo? Lo scorso marzo, il chief di BlackRock, società di fund management, ha annunciato in una let- tera agli azionisti che era “la fine della globaliz- zazione che abbiamo conosciuto negli ultimi tre decenni”. Il motivo di questo messaggio è stato il conflitto in Ucraina, che ha improvvisamente sconvolto l’ordine mondiale che durava dagli anni ‘90 e, con esso, molti dei legami commer- ciali esistenti tra le nazioni. Il monito è arrivato a quasi due anni di distanza dall’inizio di un’altra grande crisi globale, la pandemia da Covid-19, che ha messo a dura prova molte delle regole e delle istituzioni mondiali consolidate. Inol- tre, ha portato a riconsiderare il consenso dei modelli capitalistici globalizzati più duraturi. Il fattore comune è sicuramente l’improvvisa consapevolezza del rischio insito nella dipen- denza da singoli mercati o da provider mo- nopolistici di beni, che si tratti di dipendenza energetica, alimentare, sanitaria o economica. Il mondo sta sperimentando le falle di un sistema che, per quanto virtuoso sotto molti aspetti, si basa comunque su un equilibrio che nell’ultimo decennio è diventato sempre più fragile. Riorganizzazione, resilienza e sicurezza Resilienza e sicurezza sono diventate le parole d’ordine in un contesto di crescente com- plessità e instabilità. Sebbene alcuni abbiano sostenuto la necessità di rendere onshore i processi produttivi e le reti della supply chain, ciò non significa necessariamente che il protezionismo e l’unilateralismo siano le ri- sposte giuste. Piuttosto è necessario stabilire un nuovo equilibrio, ed è proprio ciò che sta accadendo oggi. In soli due anni, una minima parte nella storia recente del commercio inter- nazionale, molte aziende si sono riorganizzate per mettere in sicurezza le linee di produzione, le reti di distribuzione e cercare di mantenere i costi a un livello che, nonostante l’aumento dell’inflazione globale, è rimasto relativa- mente gestibile. Si tratta di un vero e proprio tour de force organizzativo e logistico, la cui enormità non è sempre pienamente apprez- zata dai consumatori. Più che la capacità di adattarsi, forse è la velo- cità con cui questo adattamento è richiesto a costituire un’impresa notevole. Quanti anni, o addirittura decenni, avrebbero impiegato le aziende alla fine del secolo scorso per riorga- nizzare i loro flussi operativi in una crisi globale simile? Sarebbe stato possibile senza i sistemi connessi, i processi digitalizzati e i rapidi cicli di innovazione di cui disponiamo oggi? La rispo- sta è quasi certamente no. Globalizzazione 2.0 Siamo arrivati alla“fine della globalizzazione che abbiamo conosciuto negli ultimi tre decenni”. Quale sarà allora il nuovo approccio al commercio globale? La globalizzazione come la si conosceva è stata stravolta negli ultimi due anni, e crisi ripetute stanno provocando la rottura del modello Attualità AUTOMAZIONE OGGI Carlotta Veloso

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