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112 | SETTEMBRE 2022 AUTOMAZIONE OGGI 440 al primo robot degli anni ‘50 alle attuali forme di collaborazione uomo-macchina: potremmo definire l’ingegneria automobili- stica come il ‘parco giochi’ della robotica. Del resto, quasi nes- sun altro settore è così versatile come quello della costruzione di veicoli automatizzati. A questo proposito, i robot sono un ele- mento essenziale. Dalla fantascienza alla realtà Ben prima che la tecnologia diventasse re- altà, fantastiche idee sui robot popolavano l’immaginario e la letteratura. Il termine robot è nato addirittura da un’opera teatrale dello scrittore ceco Karel Čapek, pubblicata nel 1920, e il termine robotica è stato utilizzato per la prima volta da Isaac Asimov nel 1942 nel suo racconto Runaround. Ispirandosi al mondo della fantascienza, nel 1956 gli in- gegneri statunitensi Devol ed Engelberger unirono le loro forze. Il primo di questi due, anni prima, aveva già brevettato un braccio meccanico. Insieme svilupparono il primo robot al mondo: l’ Unimate #001 , il cui primo prototipo venne installato presso la General Motors GM già nel 1959. Nel 1961, l’Unimate era parte integrante della linea di produ- zione. Il suo compito era quello di saldare le parti fuse della carrozzeria delle auto. Uno sviluppo repentino negli anni ‘70 Nel decennio successivo, i sistemi robotici di grandi dimensioni furono impiegati in modo trasversale nell’industria automobilistica. Ciò fu possibile grazie al fatto che le strutture ro- botiche divennero più mobili, potendo così eseguire in modo flessibile un’ampia varietà di operazioni. Due fattori furono il presuppo- sto di tutto questo: da un lato, le possibilità di progettare con maggiori livelli di libertà e la tecnologia di azionamento adatta, dall’altro il potenziale di programmazione sul versante IT. Nel 1973, venne lanciato sul mercato il Famulus dell’azienda tedesca Kuka, il primo robot a sei assi e ad azionamento puramente elettromeccanico. Questo tipo di struttura rappresenta ancora oggi lo status quo. Il se- condo componente innovativo era costituito dalla programmazione assistita dal compu- ter. Nel 1974, l’azienda svedese Asea (oggi ABB) sviluppò un braccio robotico a cinque assi che fu programmato per la prima volta con un microcontrollore Intel. Un salto nel presente: la trasformazione dell’industria automobilistica Quasi nessun’altra industria è così dinamica come il settore automobilistico. Da qualche tempo si sta passando dalla produzione di massa alla produzione di auto personalizzate. Con la diminuzione delle dimensioni dei lotti e l’aumento delle richieste di precisione ed efficienza nella produzione, le sfide per le case automobilistiche e i fornitori del settore sono sempre più grandi. Anche la robotica sta dando il suo contributo. Le ultime generazioni di robot sono apparse nel primo decennio degli anni 2000. I Cobot sono robot collabora- tivi. Non sono più separati da recinti protettivi, ma lavorano direttamente a contatto con gli esseri umani. A differenza dei robot industriali specializzati in un solo compito, i cobot sono veri e propri tuttofare, in quanto funzionano più che altro come estensione e supporto del lavoro umano. Inoltre, la produzione assistita da cobot offre vantaggi anche per i dipen- denti: il lavoro è meno ripetitivo e quindi più sicuro e meno soggetto a errori. Uno sguardo al futuro prossimo Probabilmente già nel 2025, i computer e le macchine intelligenti svolgeranno il 52% di tutte le ore lavorative; gli esseri umani solo il 48%. Questo è quanto prevede il World Econo- mic Forum (WEF) in uno studio del 2017. Tutta- via, non c’è motivo di preoccuparsi: si ipotizza che i posti di lavoro continueranno ad esistere, ma le descrizioni del lavoro si concentreranno sulla gestione dell’AI. Da dove scaturisce tale sviluppo? La carenza di competenze, l’auto- mazione e l’Industria 4.0, così come le elevate esigenze del prodotto, richiedono la robotizza- zione in molti settori. Mentre i sistemi robotici precedenti venivano utilizzati principalmente nelle grandi aziende industriali, ora sono le piccole e medie imprese a costituire sempre più il gruppo target del robot flessibile. E con- siderando che l’attuale situazione del mercato evidenzia che i registri degli ordinativi sono più corposi che mai, ma difficili da evadere a causa dei problemi connessi alla catena di approvvi- gionamento e all’aumento dei prezzi dell’ener- gia, con una vita media dei robot di almeno 15 anni, l’acquisto di un sistema di seconda mano è una valida alternativa: soprattutto per le PMI con budget di investimento ridotti, con la ne- cessità di implementare sistemi in tempi brevi e in una produzione già esistente. Le offerte di macchine usate si trovano soprattutto online, ad esempio su Surplex.com , una delle principali case d’asta industriali europee che si occupa della compravendita dei macchinari usati e delle attrezzature di fabbrica in tutto il mondo. D Dennis Kottmann, Surpex ( www.surplex.com ) AUTOMAZIONE OGGI AO DOMANI Robotica Fonte: Andrey Suslov/Shutterstock.com

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