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Attualità GIUGNO/LUGLIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 439 | 47 cienti, non solo dal punto di vista tecnico ma anche in relazione agli aspetti energetici. Il MES può essere il punto di partenza per raggiungere la massima efficienza aziendale? Marco Baruffato, industrial performance manager di Lindt & Sprüngli ( www.lindt.it ): La peculiarità della produzione di Lindt & Sprüngli, in particolar modo dello stabilimento di Induno Olona, in provincia di Varese, dove vengono prodotte oltre 60.000 tonnellate di Lindor, è l’altissima velocità delle macchine di produzione. Per processi di questo tipo è es- senziale avere un sistema affidabile per una raccolta dati continua e puntuale. Con i dati che arrivano dalla sorgente fino ai livelli superiori si elaborano i problemi in ma- niera accurata: questa analisi della produtti- vità è un efficace supporto al decision making, per innescare progetti di miglioramento. “In generale il gruppo Lindt si basa sul total pro- ductive mainteinance, il MES funge da punto di partenza, una delle idee alla base di questa filosofia sono i dati e non le sensazioni. Le quan- tificazioni sono alla base di tutti i progetti che facciamo partire per analizzare le perdite. Con il MES, Lindt riesce a governare anche il tema energetico, anche se l’azienda fortuna- tamente non è tra le più energivore. Il con- sumo più significativo viene dagli impianti di produzione delle masse di cioccolato, mentre gran parte delle lavorazioni di modellaggio e confezionamento vanno eseguite in ambiente a bassa temperatura. Il MES ci fornisce un’in- terfaccia di collegamento fra le performance degli impianti (fermi e sovra-consumi al va- riare delle singole ricette di produzione, che richiedono cicli di lavoro differenti) e i cicli energetici letti dai contatori. Facendo un ra- gionamento più esteso, poter raccogliere le cause di fermo macchina con dettaglio molto spinto in tempo reale, e poterle memorizzare per lunghi periodi, ci consente di verificare i dati anche a lungo termine. Il sistema quindi ci aiuta a fare analisi molto più dettagliate legate alle perdite economiche in produzione. Riduzione della burocrazia, controllo dei con- sumi, analisi dei dati per gli investimenti, ana- lisi a lungo termine sulle perdite di produzione: tutte attività che producono risparmio, e di conseguenza vantaggio economico. Anche per voi il MES può essere considerato l’architrave su cui si basa tutto il processo di miglioramento? Mauro Loda, director di DTR VMS Italy ( www.dtrvms.it/it ): Siamo certificati secondo 7 diversi schemi di certificazione nel mondo. Il MES è l’architrave sulla quale noi in fabbrica sviluppiamo il ‘metodo’ che ci rende appetibili ai nostri clienti. Siamo in grado, con il MES, di misurare, controllare, indirizzare il migliora- mento e reagire quando accade un failure. Oggi il MES copre tutta la fabbrica, dalle macchine ai consumi energetici. L’obiettivo è di farne lo strumento che ci accompagna nel processo di monitoraggio, di rispetto delle regole, ed essere l’architrave del metodo. Siamo riusciti a sconfiggere la concorrenza cinese ed est eu- ropea soprattutto perché, durante la visita di Peugeot ai nostri impianti, abbiamo dimostrato che il MES era l’architrave fondamentale per interagire. Lo stesso ci ha riconosciuto Tesla: siamo entrati nel programma europeo della Gigafactory. Hanno riconosciuto che il MES svi- luppato con Stain è un punto di forza per dare affidabilità. I clienti lo richiedono ormai come strumento di base, soprattutto quelli esteri. Misuriamo il 90% dei consumi con il MES. Nel 2017 consumavamo 18 ml di kW. Siamo scesi a 13 ml, questo grazie all’utilizzo del MES come risorsa di miglioramento. In uno scenario in cui tutto il settore automotive risente di blocchi delle materie prime (ad esempio l’Ucraina è uno dei maggiori produttori di cablaggi) il con- tenimento dei costi attraverso il MES è fonda- mentale. Le altre aziende del gruppo (Gruppo coreano DTR Automotive, 3,5 mld di fatturato circa, di cui fa parte anche Doosan), anche se tecnologicamente avanzate, sono venute a ve- dere com’è il nostro sistema MES per farsi delle idee. Come tutti i gruppi asiatici sono affasci- nati dalla tecnologia europea e ricercano l’in- terscambio di know-how. Cosa serve per implementare correttamente un progetto MES? Baruffato : Lavorare da subito bene su tutte le persone che saranno coinvolte nel progetto, per condividerne fin dall'inizio la visione. Una cosa su cui bisogna stare attenti è non farsi incantare dalle grafiche o da terminologie roboanti ma scegliere una struttura e un partner che abbia la capacità di leggere bene il funzionamento dei macchinari nel proprio sistema produttivo. Vanzo : L’aspetto umano rimane comunque centrale, bisogna coinvolgere le persone fin da subito, facendo capire loro i vantaggi di un approccio di questo tipo, accrescere le loro competenze con corsi di formazione on the job con un team che segue i reparti e gli ope- ratori lungo le linee. Morbi : Serve un certo pragmatismo, avere il dato quando serve, dove serve e preciso. Faci- lità per l’operatore e coinvolgimento di questo: mille teste pensanti sono meglio di una grande testa. L’esempio è la cosa migliore, la persona al centro supportata dalla tecnologia. È un per- corso. Un allenamento con un obiettivo giorna- liero e a medio termine. Un passo alla volta. Antonio Vanzo, Valsir Marco Baruffato, Lindt & Sprüngli Mauro Loda, DTR VMS Italy

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