AO_439
Panorama GIUGNO/LUGLIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 439 | 33 di vista è olistico rispetto a una fabbrica, non ci concentriamo solo su un prodotto, ma su un ecosistema di prodotti che permette di standar- dizzare la produzione affidandosi a chi nei pro- pri plant ha già affrontato necessità identiche”. Torcasio : “In base alla nostra esperienza, la sen- sibilità ai temi della digitalizzazione e dell’auto- mazione sta crescendo costantemente grazie alle misure finanziarie e a una sempre più dif- fusa cultura dell’innovazione. Per Copa-Data, ad esempio, tra le richieste più frequenti c’è quella di integrare in un’unica piattaforma software tutto il mondo fabbrica, di cui il controllo di processo è solo una parte. Pensiamo ad esem- pio al controllo degli edifici, al monitoraggio dei consumi energetici, alla gestione e alla produ- zione di reportistica, relativa a più stabilimenti di produzione. Tutte funzioni che possono essere gestite utilizzando le tecnologie come l’Html5, che permette di accedere a dashboard e pano- ramiche di processo da remoto su dispositivi mobili o il multi-touch. Soluzioni ormai ampia- mente sdoganate grazie alla diffusione degli smartphone, permettono di spostare elementi, fare zoom, utilizzare il meccanismo a doppio tocco per operazioni critiche con gesti intuitivi. Funzionalità che permettono di creare HMI su misura e personalizzabili in base alle preferenze dell’operatore, usando, per esempio, tastiere in- dividuali, dialoghi di filtro, colorazione, gestione del posizionamento degli elementi ecc e che la- sciano libero l’utilizzatore finale di scegliere le tecnologie, senza legarsi a un unico fornitore”. Massari : “La cultura digitale passa per un re- skilling sia di tipo digitale ma anche, e forse soprattutto, sulla capacità dell’imprenditore di innovare l’organizzazione dell’impresa, intro- ducendo giovani laureati e definendo budget per la disseminazione della cultura sulle nuove tecnologie nel personale dell’impresa. Que- sto cambio di mentalità sta avvenendo ma, se possiamo dire, a macchia di leopardo. Le PMI sono troppo soggette all’imprenditore che in- veste e innova solo se sono presenti vantaggi di tipo fiscale, e questo è figlia della carenza di organizzazione, mancando dirigenti a cui viene delegato il compito di studiare e analizzare i vantaggi di strategie innovative nel medio e lungo periodo. Cosa invece presente nelle GMI e in parte nelle MMI”. Marella : “Nella nostra esperienza, notiamo che nella PMI non c’è stato in questi anni un ricorso davvero strutturale e sistemico all’innovazione tecnologica, per conseguire un miglioramento di processo e di performance. È anche vero che il tessuto della PMI è quello che negli ultimi anni ha sofferto maggiormente, spesso in settori in cronica crisi di domanda interna e quindi tutte le energie del piccolo imprenditore e della sua impresa erano indirizzate più verso la sopravvi- venza che verso la trasformazione. Oggi, che as- sistiamo a un diffuso ricambio generazionale, in un momento storico di spinta all’innovazione e alla sostenibilità che ci proviene un po’ da tutte le parti, registriamo una maggiore propensione e attenzione al rinnovamento tecnologico con progetti di più ampio respiro e portata. Anche le PMI oggi hanno introdotto nel linguaggio corrente termini come asset, IoT, cloud, AMR, ci sono nuove figure e ruoli che rivestono la responsabilità di proporre nuovi indirizzi stra- tegici, pensiamo alle figure dell’innovation ma- nager o del lean manager, tanto per fare degli esempi. Si sta sempre più acquisendo consape- volezza che la digitalizzazione è una grande op- portunità che può aiutare a indirizzare modelli di business un pochino stanchi a rivitalizzarne il modello e a conseguire un cambio di passo finalmente virtuoso e sostenibile, quindi, dura- turo, in quanto passa attraverso una nuova cul- tura al cambiamento, valorizzando le proprie risorse umane e migliorando i processi”. Forneris : “Da parte dell’OEM, la difficolta mag- giore è quella di trasmettere all’utente finale il valore della proposta legata ad acquistare una macchina digitalizzata e di riconoscerne il valore in termini economici. Digitalizzare una macchina significa sia acquistare prodotti più complessi e costosi sia affrontare uno sforzo no- tevolmente maggiore in termini di complessità dal lato software e programmazione. L’aspetto positivo è che in aiuto stanno arrivando due trend molto importanti: il primo è un rinno- vato interesse nell’intelligenza artificiale. L’AI, che si sta affermando sempre di più nel mondo dell’automazione industriale, consente di ana- lizzare una quantità di dati mai vista prima, portando a obiettivi finali importanti come la manutenzione predittiva. Il secondo è la soste- nibilità: Festo ha a cuore l’utilizzo dei giusti com- ponenti per ottenere efficienza energetica e di conseguenza il miglioramento dell’impronta di carbonio dell’automazione applicata”. Mandelli : “Il concetto di Industry 4.0 in Italia solo negli ultimi anni ha subito una forte acce- lerazione. Come spesso accade, il nostro Paese non è il più reattivo a recepire le innovazioni e non gode sicuramente delle migliori infrastrut- ture per realizzarle. Di contro, però, abbiamo molte eccellenze che ci mettono tra i top player in molti ambiti. Come per tutte le rivoluzioni Maurizio Bardella, technical manager di Murrelektronik Davide Boaglio, area sales manager per l’Italia di Mobile Industrial Robots Davide Palombo, product market manager per la digitalizzazione di Festo
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