AO_439

GIUGNO/LUGLIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 439 | 15 vevamo appena pensato di poter tirare il fiato. La pandemia sembrava aver imboccato la strada della conclusione ed ecco la guerra. Una catastrofe dietro l’altra. Sono convinto che immaginerete che scrivo queste poche righe con un certo anticipo ri- spetto alla loro pubblicazione, ma sono ab- bastanza certo che quest’estate non si vedrà una situazione industriale brillante. L’auspi- cio è che il confronto bellico si sia fermato, ma i suoi effetti saranno ancora ben visibili sui risultati delle imprese. Oppure si mostre- ranno ben presto. Dovremo affrontare una crisi energetica che si prospetta intensa. Dovremo affron- tare situazioni di emergenza produttiva di notevolissima dimensione. Ne ha parlato recentemente il presidente di Confindu- stria Carlo Bonomi invocando la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché è irrealistico pensare di rispettarne i termini nel contesto di una così tragica nuova realtà che impatta globalmente. Bo- nomi chiedeva, riferendosi all’energia, “una strategia di indipendenza, fondamentale per noi e per l’Unione Europea. Dobbiamo cambiare gli investimenti del Pnrr nell’ener- gia, nella difesa e nella ricerca”. Il Governo si sta sicuramente muovendo alla ricerca di fonti energetiche alternative, ma non ha la bacchetta magica e le soluzioni richiedono sicuramente del tempo. Nel frat- tempo l’impresa non sta ferma. L’impren- ditoria italiana, grande e piccola, affronta la situazione con l’approccio realistico e concreto che l’ha sempre contraddistinta. I problemi vanno affrontati e crogiolarsi nella preoccupazione è inconcludente. Me lo diceva sempre anche mia nonna “non preoccuparti perché la preoccupazione non risolve nulla. Impegnati per cambiare le cose che tu puoi cambiare”. L’approccio pragmatico può essere risolutivo, perché le risoluzioni di tante PMI, di tanti distretti produttivi, di tanti comparti industriali, nel loro complesso possono fare molto. In una situazione così complicata e così difficile serve concentrazione sulle essenzialità. Ne cito tre: controllo del rischio, sviluppo tec- nologico, digitalizzazione. Il controllo del rischio è un esercizio che ogni impresa deve fare in relazione alla pro- pria dimensione, al proprio comparto e alla propria clientela. È difficile generalizzare, ma darei per scontato che ogni imprendi- tore, artigiano, commerciante, manager si adoperi nell’analisi e nel conseguente con- trollo del rischio per la propria attività. Il pe- riodo impone metodo, accresciuta cautela, probabilmente condivisione e discussione con i propri consulenti, a partire dal proprio commercialista. Lo sviluppo tecnologico è d’attualità da tempo, ma ora più che mai va affrontato per dotare l’impresa di tutti quegli strumenti e tecnologie che possono ottimizzare l’atti- vità, la possono sostenere e sviluppare. Lo sviluppo tecnologico si lega strettamente alla digitalizzazione, e qui purtroppo i dati sono ancora abbastanza sconfortanti. Dall’annuale ricerca dell’Osservatorio Inno- vazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno di apertura della 16° edizione della Fiera A&T a Torino, emergono dati altalenanti. A fare da contraltare a un 53% di piccole e medie imprese che considera la transizione digitale un vantaggio competitivo da perseguire con convinzione, un 47% delle PMI italiane ha ancora un approccio ‘troppo timido’ e passivo nei confronti della trasformazione digitale. Tra questi poi si contano un 7% di ‘irriducibili’ che rifiuta in modo netto il cam- biamento dell’impresa legato all’introdu- zione di nuove tecnologie digitali. Certo l’adozione del digitale, che tanto bene può fare alla nostra impresa, presup- pone un atteggiamento mentale, una pre- disposizione alla formazione e anche alla curiosità di scoprire come un cambiamento possa positivamente impattare sull’azienda e sul suo stare sul mercato. Anche in que- sto l’impresa dovrà impegnarsi e diffondere profondamente la formazione digitale al proprio interno. Ma come la navicella Apollo 13 ha dovuto affrontare situazioni imprevedibili e peri- colose uscendone alla fine positivamente, altrettanto speriamo che le nostre imprese, l’intero comparto produttivo globale, possa riprendersi da questo lungo inverno, anche metaforico. Houston, we have a problem! Vitaliano Vitale, Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus&Networks AUTOMAZIONE OGGI IL PUNTO A

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