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Robotica AUTOMAZIONE OGGI 98 | MAGGIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 438 produzione, per supportare il passaggio verso la customizzazione di massa”. Nuovi ruoli per nuove tipologie di robot Secondo O'Byrne, questa nuova ondata di automazione si può riassumere come segue: le organizzazioni innovative stanno trovando nuovi modi per automatizzare, che richiedono nuovi tipi di robot e nuove competenze dei loro operatori. “Uno dei maggiori sviluppi ri- guarda la progettazione e l’implementazione dei cobot” sottolinea O'Byrne. “Il ruolo dei cobot è di eliminare la fatica e lo sforzo che il lavoro manuale spesso comporta. Possono svolgere compiti noiosi, faticosi o pericolosi come lucidare, fresare, trapanare o tagliare, sotto la supervisione di un operatore”. Gli studi hanno dimostrato che quando si lavora con i cobot la sicurezza sul lavoro aumenta (Fonte: ‘What Do You Know About Cobots?’ Matthews Intelligent Identification, January 2017). Il funzionamento dei cobot a fianco di un collega umano ri- chiede che la potenza utilizzata e lo spazio occupato debbano essere molto più con- tenuti rispetto a un robot stand alone convenzionale. Que- sto significa che i cobot dovranno avere la consapevolezza del loro ambiente, in modo da rallentare o fermarsi quando ri- levano una persona vicino a una parte in movimento, come un utensile o il braccio del cobot. I produttori di cobot stanno anche realiz- zando nuovi sistemi per consentire una messa in servizio e una programmazione più facili e veloci. Pro- segue O'Byrne: “I pro- duttori di cobot hanno adottato un approccio alla programmazione altamente astratto. In molti casi, l’utente non ha bisogno di scrivere una sola riga di codice, poiché le operazioni del cobot possono essere configurate tramite un tablet. Pertanto, l’ope- ratore può eseguire una programmazione gui- data posizionando il braccio del cobot in una sequenza di punti nello spazio e premendo un pulsante sul tablet per memorizzare la se- quenza desiderata nella memoria del cobot”. Un nuovo modo di immaginare il lavoro e il luogo di lavoro Cobot più piccoli ed economici, più veloci e facili da implementare: questa è la visione del settore per una più ampia adozione della ro- botica. La combinazione di un cobot e di un essere umano può permettere il raggiungi- mento di risultati migliori in modo più sicuro rispetto a quello raggiunto dai soli esseri umani. Questo sta dando origine a interes- santi opportunità di re-immaginare il lavoro e il luogo di lavoro. Quello che siamo abituati a pensare come lavoro manuale potrebbe es- sere trasformato, eliminando lo sforzo fisico, la routine e il pericolo, così come la possibilità di errore umano, dando allo stesso tempo ai lavoratori tempo per svolgere attività più sti- molanti e che sfruttino meglio le loro capacità cognitive. Tuttavia, O'Byrne insiste sul fatto che, se l’in- dustria vuole mantenere il consenso delle comunità in cui opera, questa trasformazione necessita di una gestione attenta. A questo proposito afferma: “Ancora oggi le persone hanno paura che i robot sostituiscano i lavo- ratori, in particolare quelli meno qualificati e meno pagati della società. In effetti, l’introdu- zione dei robot sottrae compiti agli umani ma non posti di lavoro. Le persone devono fare quello che i cobot non possono fare: gestire il processo, usare la creatività per affinarlo o reinventarlo, e costruire la squadra che lavora con i cobot. Queste sono funzioni che richie- dono l’intelligenza umana, non le macchine”. O'Byrne sostiene anche che coloro che sono già impiegati per svolgere un compito, sono spesso le persone migliori per configurare, far funzionare e gestire il cobot. “In una fabbrica, sono le persone in officina che hanno la co- noscenza più profonda del processo, quindi sapranno come integrare i cobot al meglio. Naturalmente, questo cambiamento nel loro ruolo richiede alcune competenze e cono- scenze aggiuntive, ma le organizzazioni pos- sono portare il loro personale e la comunità dalla loro parte, se riusciranno a sostenere questa transizione con consistenti programmi di formazione e riorganizzazione. Penso che gli enti pubblici possano giocare un ruolo utilissimo anche in questo caso, per esempio estendendo l’offerta di corsi di robotica pro- fessionale per i laureati, allo scopo di aumen- tare il loro valore per un primo impiego”. Un risultato vantaggioso per tutti dall’ado- zione di nuove tecnologie robotiche è possi- bile, ma la lezione impartita da esperti come O'Byrne di ADI è molto chiara: “La tecnologia è al centro delle implementazioni di successo della robotica, tuttavia occorre prendersi cura anche delle persone e del processo, se si vuole godere di tutti i benefici che la nuova genera- zione di robot ha da offrire”. ADI-Analog Device - www.analog.com Nicola O'Byrne, marketing manager strategica del team di mobilità autonoma all’interno della BU Automotive di Analog Devices

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