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Panorama MAGGIO 2022 AUTOMAZIONE OGGI 438 | 33 lungo e costosi fermi di produzioni o alla mancata erogazione di servizi essenziali da parte di utility, Pubblica Amministrazione o dal sistema bancario. I danni economici e di immagine sono stati ingenti. La fabbrica interconnessa dovrà fare della sicurezza informatica un pilastro delle sue attività. Contrariamente a quanto è dato cre- dere, per la cybersecurity non sono necessari ingenti investimenti. Sono piuttosto neces- sari un’adeguata formazione del personale e la messa a punto di semplici procedure di sicurezza. Alcune analisi qualificate stabi- liscono che il 73% delle vulnerabilità sono riconducibili a errori umani o a errori di con- figurazione. Nel mirino vi sono le password che non vengono cambiate, che sono troppo facili e a volte addirittura condivise. Poi vi sono gli errori di configurazione. La fanno da padrone gli indirizzi di default, che non vengono cambiati. Ovviamente questi sem- plici accorgimenti non bastano, gli esperti sapranno consigliare e implementare dei si- stemi di sicurezza che si baseranno su alcune parole chiave: prevenzione, resistenza, rime- dio e adattamento. Una convivenza necessaria In conclusione, si può affermare che le reti indu- striali stanno attraversando un periodo di tran- sizione, probabilmente non breve, durante il quale saranno necessari interventi per far con- vivere le vecchie e le nuove tecnologie, ma che non impedirà al processo di digitalizzazione di affermarsi e alle fabbriche di essere sempre più smart. La risorse del Pnrr aiuteranno questo processo, se le vicende internazionali non inci- deranno troppo negativamente. Cosa ne pensano i produttori? Che cosa è cambiato e che cosa cambierà nel mondo delle reti industriali con l’avvento di Indu- stria 4.0 e di IoT/IIoT? Fabio Fumagalli , CEO di Hilscher Italia ( www.hilscher.com/it ): “Credo sia impossibile dire ora esattamente cosa cambierà in detta- glio e da un punto di vista tecnologico, senza dubbio però una cosa possiamo dirla, ovvero è stato avviato un processo e sono stati abbat- tuti certi muri fondamentali. Che sia per ragioni fiscali o per una vera evoluzione produttiva, il concetto di macchine interconnesse è ormai stato accettato ed è oggi qualcosa che non spa- venta più come faceva solo 3 o 4 anni fa. Anzi, per esperienza personale, nelle applicazioni seguite da Hilscher, anche l’utilizzo del cloud è stato in moltissimi casi accettato e non viene più visto solo come una minaccia o una fonte di problemi, anzi è riconosciuto come una risorsa importante. Credo che la ragione di ciò sia stata l’introduzione del livello edge, indispensabile a mio avviso per una buona progettazione. Ov- viamente i processi di innovazione tecnologica, come abbiamo largamente visto in molti am- biti, sono più rapidi di quelli culturali, per cui le vere innovazioni devono ancora arrivare. Come per le auto a guida autonoma, di cui si parla da diversi anni, anche in questo caso direi che ‘il bello deve ancora arrivare’”. Maurizio Bardella , technical manager di Murrelektronik ( www.murrelektronik.it/it ): “La quarta rivoluzione industriale ha fatto emergere la necessità di accedere alle tante informazioni presenti fino a livelli più bassi dell’automazione industriale. Protocolli di co- municazione quali Mqtt, OPC UA e http, ormai implementati anche all’interno di dispositivi che prima venivano utilizzati solo in collega- mento con un PLC, hanno portato ad avere l’esigenza di nuovi collegamenti Ethernet. Gli switch managed di Murrelektronik IP67 per- mettono di costruire connessioni sicure anche Gigabit già a livello di campo”. Fulvio Bagarelli , FAE di Analog Devices Italia ( www.analog.com ) : “Il cambiamento più impat- tante riguarderà l’integrazione delle tecnologie alla base delle attività operative delle aziende (OT) con le infrastrutture di rete aziendali re- lative al business (IT). Industria 4.0 e il relativo IoT Industriale hanno già infranto le barriere tra mondo fisico e mondo digitale all’interno delle imprese e si apprestano nel prossimo futuro a creare un ecosistema in grado potenziare la ca- tena del valore attorno all’azienda, connettendo tra loro fornitori, partner, canali di distribuzione e utenti. In termini pratici l’Ethernet industriale rimpiazzerà gradualmente i fieldbus tradizionali andando a costituire la colonna portante nelle infrastrutture di rete della fabbrica connessa”. Stando alle analisi svolte negli ultimi anni le reti basate sui classici fieldbus rallentano la loro cre- scita e ciò è comprensibile. Però i nodi installati sono tantissimi e aumenteranno ancora. Come potranno, quindi, essere integrati nelle nuove reti? Le loro prestazioni garantiranno la quantità e la qualità dei dati occorrenti per le nuove perfor- mance industriali? Fumagalli : “Da un punto di vista puramente tecnico e operativo, nessun progettista di buon senso oggi ha intenzione di implemen- tare una nuova applicazione che preveda al contempo fieldbus seriali legacy e le alte pre- stazioni dei protocolli realtime Ethernet. A cia- scuno il suo, direi. Oggi la ragione principale Fulvio Bagarelli, FAE di Analog Devices Italia Fabio Fumagalli, CEO di Hilscher Italia Maurizio Bardella, technical manager di Murrelektronik

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