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LINEA DIRETTA In BREVE AUTOMAZIONE OGGI 24 | APRILE 2022 AUTOMAZIONE OGGI 437 Un hub creativo Un hub creativo per i talenti dell’IT: questa l’iden- tità dell’IT Security Club sito nella House of IT Secu- rity di Karlsruhe, in Germania, accanto alla sede di Wibu-Systems ( www.wibu.com ) . Aperto a start-up, imprese, enti governativi e istituti di ricerca impegnati nel campo della sicurezza informa- tica, l’IT Security Club offre a membri e non membri del Club i servizi di un innovation manager esperto che li assisterà nella ricerca di partner con cui creare progetti e nella richiesta di finan- ziamenti. Terrà inoltre workshop e li aiuterà a redigere piani di mar- keting. Gli spazi di coworking accettano ufficialmente nuovi membri da gennaio 2022. “I membri del nostro IT Security Club possono unirsi a una comunità crea- tiva di specialisti accomunati dagli stessi interessi in un’atmosfera stimolante” conclude Elke Winzenried, AD dell’IT Security Club. Colli di bottiglia, addio! I ritardi e i rallentamenti della catena di approvvigio- namento hanno fatto emergere la necessità, per le imprese italiane, di ripensare il magazzino. Uno stu- dio commissionato da reichelt elektronik ( www. reichelt.it ) all’istituto di ricerca OnePoll, condotto du- rante il mese di gennaio 2022 su un campione di 250 decision-maker IT del settore manifatturiero italiano, ha analizzato le conseguenze dei colli di bottiglia che caratterizzano la supply chain odierna. Il 51% dei ri- spondenti ha evidenziato come i ritardi abbiano avuto un forte impatto sulla loro azienda in termini di fermi di produzione, che da maggio 2021 sono aumenti del 20%, pari a 44,2 giorni di fermo durante gli ultimi do- dici mesi. Ne emerge la necessità di ripensare la strate- gia di fornitura. Per arginare i ritardi il 40% delle aziende ha deciso di aumentare le scorte a magazzino, seppure non in modo significativo, a fronte di un 46% che avevano preso tale decisione già a maggio 2021. Il 34% teme l’aumento del costo dei componenti critici, come lami- croelettronica (32%), mentre per il 12% la mancanza di lavoratori qualificati è fonte di preoccupazione. In questo contesto, più della metà dei rispondenti (52%) ha internalizzato la produzione di alcuni prodotti, mentre il 28%ha intenzione di farlo. Secondo alcuni gli impianti europei potrebbero rappresentare un’alterna- tiva per limitare i ritardi. Infine, una volta terminata la crisi della supply chain, il 60% delle aziende ritiene che tornerà in auge l’approccio just-in-time. Il mercato globale della digital transformation raggiungerà quota 1.250 miliardi di dollari nel 2026, con una crescita complessiva che sfiora il 140%. L’Italia, al 19° posto in Europa, è davanti a Francia e UK Paola Redili Il ‘boom’ del digital N onostante la crisi dei microchip e le difficoltà di approvvigionamen- to delle materie prime, la pande- mia ha accelerato l’adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese che stanno investendo massicciamente in digitalizzazione. Secondo uno studio Markets and Markets il mercato raggiungerà i 1.250 mi- liardi di dollari nel 2026, con un tasso di crescita composto annuo del 19% e una crescita com- plessiva che sfiora il 140%. Secondo il report di McKinsey intitolato ‘The new digital edge: rethin- king strategy for the postpandemic era’, il 65% delle aziende ha aumentato i fondi dedicati alla digitalizzazione, a volta anche a scapito di altri ambiti, in quanto la digitalizzazione è diventata a tutti gli effetti una priorità e un driver di inve- stimento. Il 64% delle aziende crede che entro la fine del 2023 dovrà pensare a un nuovo modello di business digitale per rimanere economica- mente profittevole ed essere in grado di reagire proattivamente ai continui cambiamenti in atto nel mondo fintech e dei servizi di nuova genera- zione. “La trasformazione digitale è un percorso in continua evoluzione che andrà a modificare in modo strutturale i modelli organizzativi e di business esistenti e futuri” spiega Anna Maria Mazzini, CGO di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia ( www.sodexo.it ). In Europa l’adozione delle tecnologie digitali da parte delle aziende è in ritardo rispetto agli Stati Uniti. Secondo uno studio della European In- vestment Bank la media europea si attesta al 65%, mentre le imprese a stelle e strisce superano quota 71%. All’interno del Vecchio Continente, inoltre, la rivoluzione digitale è guidata dai Paesi nordici. Sul podio Danimarca, Olanda e Finlandia, sopra quota 80%, mentre l’Italia si attesta solo al 19° posto su 28 nazioni presenti nello studio, con un tasso di digi- talizzazione del 62,6%, al di sotto della media eu- ropea ma davanti a Francia (62,5%) e Regno Unito (61,3%). Fatica la Germania, al 15° posto, mentre Portogallo e Spagna sono nella top 10, rispettiva- mente in 8° e 9° posizione. Due fattori penalizzano il Belpaese: l’infrastruttura digitale, che rimane un problema per due aziende su tre (63%), e il tasso di digitalizzazione delle PMI, al di sotto della media europea di 15 punti percentuali. Nei prossimi anni, però, tra Pnrr e Fondo Complementare avremo a disposizione quasi 50 miliardi di euro da investire sull’infrastruttura digitale. Alla guida della digital transformation italiana tro- viamo le grandi aziende e il settore dei servizi, dove il 60% delle realtà adotta tecnologie digitali. Il futuro è progettare “piattaforme e applicazioni multi-servizi semplici, veloci e full digital, dove la priorità sia l’ottimizzazione della user ex- perience da mobile” conclude Mazzini. Secondo, infatti, un recente studio di Ericsson il traffico dati da mobile raggiun- gerà i 288 exabyte al mese, con un tasso di crescita medio del 4,4%, dove il 5G rappresenterà entro il 2027 il 62% del traffico dati mobile mondiale. Fonte foto Pixabay_Geralt
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